Roma, 13 dicembre 2016 – Il Governo Gentiloni ha ottenuto la fiducia alla Camera dei deputati. Ampia maggioranza, 368 voti a favore e 105 contrari. Adesso tocca al Senato. ‘’Un governo di responsabilità – afferma il presidente del Consiglio nel suo intervento oggi a Montecitorio – che durerà fin quando avrà la fiducia del Parlamento’’. In Aula una larga parte degli scranni dell’emiciclo è vuota. M5s, Lega e Ala hanno disertato la seduta, ridotte sono anche le presenze dei deputati di Fi, Fdi e Cor e il premier sottolinea’’ Abbiamo i super paladini della centralità del Parlamento che nel momento più importante della vita parlamentare non ci sono. Vi sembra logico: ‘vogliamo talmente bene al Parlamento che non ci andiamo’’ “La politica è confronto, non odio o post verità – prosegue Gentiloni – chi rappresenta i cittadini deve diffondere sicurezza, non paure”.Sul nuovo governo da molti ritenuto una fotocopia di quello Renzi e quindi da cassare, il premier fa emergere il ‘’grande lavoro fatto , i risultati che ci vengono riconosciuti a livello internazionale e di cui siamo orgogliosi”. In altro momento del suo discorso Gentiloni ribadisce “Bisogna farla finita con l’apparentemente inarrestabile escalation di violenza verbale nel nostro dibattito politico. Il Parlamento non è un social network. Contribuiamo a rasserenare il clima nelle famiglie del nostro Paese”.
Prima tra tutte le priorità del governo è l’intervento nelle zone colpite dal terremoto”Gentiloni lo sostiene ancora una volta anche nel discorso di oggi pomeriggio’’dalla qualità della ricostruzione dipende la qualità del futuro di una parte rilevante del territorio dell’Italia centrale e da questi passi che faremo dipende anche la forza che avremo nel programma a lungo termine su Casa Italia, che interviene sugli elementi più profondi dei danni che vengono provocati dagli eventi sismici nel Paese”.
Domani, per la fiducia al Senato, nell’Aula di Palazzo Madama inizierà alle 9,30 la discussione generale fino alle 13, seguirà la replica del neo premier e le dichiarazioni di voto. Alle 15 la chiama dei senatori.