Anche Save the Children annuncia di aver fermato “temporaneamente” la nave Vos Hestia, che ora si trova a Malta “in attesa di capire se ci sono le condizioni di sicurezza per riprendere le operazioni”. Sono quindi tre le Ong che hanno sospeso l’attività di ricerca e soccorso dei migranti davanti alla Libia: dopo Msf e Sea Eye
L’organizzazione ha preso questa decisione con rammarico ma è stato necessario per i controlli delle acque internazionali annunciati dalla Marina Libica. “Si tratta di una situazione molto preoccupante – afferma la Ong – per il rischio di sicurezza dello staff e per la reale capacità della Vos Hestia di mettere in atto la propria missione di soccorso”. Inoltre, in questa “nuova situazione, le imbarcazioni dei migranti saranno costrette a tornare in Libia e molti bambini e adolescenti moriranno prima di lasciare la nuova zona sar”. “Siamo pronti a riprendere le operazioni – dice il direttore delle operazioni Rob MacGillivray – ma prima dobbiamo avere rassicurazioni sulla sicurezza del team e sull’efficacia delle operazioni”.
Su Twitter l’Ong, Sea-Eye, seguendo quindi
la strada annunciata ieri da Medici senza frontiere lancia il messaggio
“Cari amici, oggi abbiamo deciso a malincuore di sospendere
temporaneamente le nostre missioni di salvataggio prevista nella…”. A
spiegare la decisione su Facebook il direttore di Sea-Eye, Michael Busch
Heuer: “Il motivo è la mutata situazione di sicurezza nel Mediterraneo
occidentale, dopo che il governo libico ha annunciato una proroga a
tempo indeterminato e unilaterale delle acque territoriali, in relazione
ad una minaccia esplicita contro le ong private”. In queste
circostanze, aggiunge “non è possibile proseguire il nostro lavoro di
salvataggio. Sarebbe irresponsabile nei confronti dei nostri equipaggi”.
“Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane analizzeremo
attentamente il cambiamento della situazione di sicurezza al largo della
costa libico e discuteremo la nostra azione futura” conclude.
Ieri la decisione di Medici senza Frontiere
Lo ha comunicato la Ong dopo che la Libia ha deciso di istituire una zona Sar, “limitando l’accesso delle Ong in acque internazionali” e un “rischio sicurezza” segnalato dal Mrcc “dovuto a minacce della guardia costiera libica”. Sarà dunque fermata la nave Prudence, mentre “l’équipe medica di MsF continuerà a fornire supporto a bordo della nave Aquarius di Sos Mediterranee”.
Msf: “Blindano il mare, restiamo contrari al Codice”
“I
recenti sviluppi nel Mediterraneo mostrano che il codice di condotta è
parte di un disegno più ampio che intende sigillare la costa libica e
intrappolare migranti e rifugiati in Libia, gettando via la chiave.
Queste azioni stanno chiaramente dimostrando la vera ambizione delle
autorità italiane ed europee: limitare l’attività degli attori di
ricerca e soccorso indipendenti e concentrare tutti gli sforzi nel
riportare le persone in Libia. Per questi motivi Msf rimane ferma nella
propria convinzione di non poter firmare il Codice”. A dirlo è Loris De
Filippi, presidente di Medici senza frontiere Italia, in un’intervista a
Repubblica. “Rispetto alla decisione di Sos Mediterranee di firmare il
codice, stiamo discutendo la nostra partnership con l’organizzazione.
Al momento la nave Aquarius, gestita in collaborazione con Msf, sta
navigando in acque internazionali dove continua a portare avanti le
proprie attività di pattugliamento e ricerca e soccorso”.