Centrodestra e Movimento 5 stelle spaccati sulla formazione del nuovo governo. E nuove distanze si aprono nella coalizione Lega-Forza Italia-FdI a causa delle parole “estemporanee” di Berlusconi. Lo stallo è emerso al termine della prima giornata del secondo giro di consultazioni al Quirinale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato il Pd, con Martina e Delrio, la delegazione del Centrodestra con Salvini, Berlusconi e Meloni, infine il Movimento 5 Stelle capeggiato da Luigi di Maio. Di Maio: non capisco Salvini.
“La Lega deve prendersi sue responsabilità perché sta dicendo o che vuole fare un governissimo che non ci vede assolutamente d’accordo o che vuole tornare al voto, ipotesi che scongiuriamo ma di cui non abbiamo paura e su cui non abbiamo niente da perdere”, dice Di Maio al termine delle consultazioni al Quirinale. “Centrodestra tuttora diviso, battutaccia da Berlusconi” “E’ chiaro che la coalizione di centrodestra è tuttora divisa, perché mentre il leader della Lega apriva al M5s, con una battutaccia nei nostri confronti Berlusconi ha dimostrato che il centrodestra stesse sperando in questo momento nel Pd”, dice ancora il capo politico del M5s.
“Berlusconi faccia un passo di lato e consenta il cambiamento” “Non possiamo più perdere altro tempo: abbiamo proposto a due partiti la stesura di un contratto politico e avevo detto che avrei incontrato volentieri Martina e Salvini, ma abbiamo capito che i tempi non erano ancora maturi perché c’erano evoluzioni in corso in questi due partiti. Allora abbiamo chiesto a un comitato scientifico di valutare la compatibilità dei nostri programmi. Ho apprezzato l’apertura di notevoli esponenti del Partito democratico, che però è fermo su posizioni che non aiutano”. La Lega? “Prendiamo atto che Salvini anche oggi ci propone lo schema del centrodestra: è una posizione che io non comprendo. O vogliono fare un governissimo o vogliono tornare alle elezioni, due soluzioni che noi non vogliamo. L’unica soluzione investe Silvio Berlusconi: dovrebbe fare un passo di lato e consentire la partenza di un governo del cambiamento”, spiega il candidato premier 5 stelle. “Con la Lega c’è sinergia isituzionale” “Con la Lega c’è una sinergia istituzionale che ha permesso di rendere operativo il Parlamento immediatamente. C’è anche una sinergia tra i nostri gruppi all’interno degli uffici di presidenza e nei lavori della commissione speciale”, sottolinea Di Maio. Ma ribadisce: impossibile un governo con dentro Lega e Forza Italia. “Non comprendiamo come, ancora una volta, si continui a chiedere questa apertura impossibile”.
“Il centrodestra è pronto a farsi carico di questa responsabilità unitariamente, formando un governo forte e di lunga durata con un premier indicato dalla Lega”, dice Matteo Salvini, parlando al termine delle consultazioni con Mattarella.
“No ai veti e all’arroganza dei singoli. Basta con veti e tattiche, M5s sia responsabile” “Se continuasse il gioco delle tattiche politiche e dei veti mentre gli italiani soffrono vuol dire che la richiesta di cambiamento” emersa dalle elezioni del 4 marzo sarebbe “disattesa. Speriamo non sia così per l’Italia, per noi è il valore più grande”, spiega il leader della Lega. “Ci attendiamo dalle altre forze politiche, a partire dal Movimento Cinque Stelle, altrettanta responsabilità”. Salvini ha letto un comunicato congiunto con accanto Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che annuiva vistosamente contando con le dita i singoli punti del comunicato man mano che venivano esplicitati.
“Non vado in Parlamento a cercare voti” “Escludo di andare in Parlamento a cercare i voti a caso nel segreto dell’urna. O c’è un governo chiaro, che dice chiaramente chi c’è, con i punti di programma che abbiamo ribadito – abolizione della legge Fornero, controllo dei confini, abbassamento delle tasse -, vogliamo nomi e cognomi di chi c’è”, ha poi detto il leader della Lega ai cronisti dopo essere uscito dal Quirinale. Berlusconi ai giornalisti. “Distinguete i veri democratici” E alla fine della lettura del comunicato, l’ex premier ha ‘rubato la scena’ per una chiosa rivolta ai cronisti: “Fate i bravi, sappiate distinguere chi è veramente democratico da chi non conosce l’abc della democrazia, sarebbe ora di dirlo a tutti gli italiani”.
Ma alla Lega le parole di Berlusconi non sono piaciute “I veti non ci piacciono a prescindere dalla provenienza. Non era condiviso e non lo sarà mai da parte nostra un no al dialogo con il Movimento 5 Stelle, seconda forza politica in Parlamento. Le parole finali di Berlusconi oggi al Colle non rispecchiano la posizione della Lega, né quella del centrodestra che oggi si è espresso in maniera unitaria e concordata”, nota il capogruppo della Lega al Senato, Gianmarco Centinaio. Martina: Pd lavora su temi prioritari. Stop tatticismi, mostrino se all’altezza Il Pd ha ribadito l’impegno a “lavorare su alcune questioni prioritarie, fondamentali per il Paese, lo abbiamo ribadito oggi con grande convinzione: questa è la funzione fondamentale del nostro partito in un momento particolare come questo a maggior ragione”. Lo dice Maurizio Martina, parlando a nome della delegazione Pd al termine delle consultazioni al Quirinale, citando il sociale, il lavoro, il rilancio europeo. “Chi ha vinto smetta balletti e dica se governa” ha aggiunto. Anche alla luce di quanto avviene in Siria, “occorre che le forze che hanno prevalso la smettano col tira e molla, le tattiche, i tatticismi, i personalismi estremi e la grande incertezza che stanno generando” dicendo se sono in grado di essere “all’altezza della situazione”. “Il Paese – ha precisato- ha il bisogno di scelte chiare: chi ha prevalso ha il dovere di dire cosa vuol fare senza continuare con i balletti di polemiche pubbliche che nascondono solide intese di occupazione” di incarichi. “Inaccettabile il rinvio” per la formazione di un governo “per aspettare le regionali”. Conclude il reggente del Pd Maurizio Martina parlando a nome della delegazione dem. “Abbiamo espresso la nostra preoccupazione per certe reazioni di alcune forze, che hanno avuto successo alle elezioni, espresse in queste ore. Se qualcuno intende cambiare il quadro delle alleanze internazionali che Italia ha sempre avuto lo deve dire chiaro agli italiani”. Il Pd ha confermato la scelta di una collocazione internazionale italiana in linea con la pluridecennale tradizione di politica estera del Paese ed ha espresso “anche in questa circostanza preoccupazione per una vicenda delicata come quella siriana”. “Per quel che riguarda noi, con coerenza, con responsabilita’, con tenacia, con impegno, continueremo il nostro impegno, il nostro lavoro. Innanzitutto in Parlamento come stiamo già facendo. Continueremo a supportare l’azione del Presidente della Repubblica in questo passaggio delicato, continueremo a farlo con lo spirito che ci ha sempre animato, uno spirito di responsabilita’ verso l’Italia.