di Nuccio Fava
Non avrei mai immaginato di vivere una situazione politica tanto grave e difficile. Ancora liceale avevo partecipato alla grande speranza Europa dopo l’attesa dolorosa dalla guerra e dalla prigionia di mio padre. Sul periodico “Giovane Europa”ho compiuto le prime esperienze di scrittura e maturata la scelta del giornalismo. Giocano le idealità giovanili ma – pur in presenza delle dure contrapposizioni della guerra fredda – il sogno dell’Europa unita ha rappresentato la prospettiva da perseguire, come parte integrante del desiderio di sviluppo e di costruzione della pace, nella stagione kennediana e di preparazione del centro sinistra. L’Europa era allo stesso tempo prospettiva di una comunità democratica più ampia, protagonista nel nuovo contesto internazionale, con l’Italia alle prese con difficoltà e problemi di un suo quadro politico mai semplice, ma con convergenze di governo tra forze diverse che proprio sul terreno dell’Europa trovavano ragioni dello stare insieme e operare per la modernizzazione e la crescita. L’attuale governo non ha memoria alcuna di tutto questo, sembra animato solo da ragioni distruttive e di vendetta verso chi ha governato prima. Certo non vanno ignorati errori e responsabilità del passato senza ignorare fra l’altro che la componente leghista del nuovo governo ha condiviso nel bene e nel male fasi importanti dei governi Berlusconi. Un sacro zelo e furore dissacratore si è impossessato dei nuovi governanti con continui interventi ed esternazioni su tutto e contro tutti. C’è soprattutto un deleterio e sconcertante protagonismo del vice presidente Salvini che risulta in effetti la guida politica del bicolore pentastellati-Lega, oscurando lo stesso presidente del Consiglio e il suo ruolo politico e istituzionale. Salvini interviene su tutto con atteggiamenti duceschi e assolutisti quasi rappresentasse in ogni caso la voce della verità e della via da seguire. Non solo la questione migranti da strumentalizzare in ogni modo per alimentare ulteriori paure e difficoltà usata strumentalmente anche contro l’Europa dove inevitabilmente non sono tutti disposti a seguire il verbo salviniano. Addirittura si è giunti a consacrare una discutibile alleanza con il presidente dell’Ungheria Orban, che oltre che capofila dei nazionalisti antieuropei e sovranisti , non ama in alcun modo la libertà di stampa ed il ruolo autonomo della magistratura . Questo aspetto si sposa molto bene con l’impostazione del capo leghista alle prese con le indagini della magistratura di Agrigento per il modo disumano ed incivile con cui ha trattato i disperati del mare immobilizzati nel porto di Catania. Con provocazione inqualificabile, il vicepresidente ministro dell’Interno ha ironizzato provocatoriamente parlando di “medaglie da appendere sul petto“ e di intimidazioni giudiziarie che non gli avrebbero in alcun modo impedito di proseguire per la sua strada. Per non essere da meno, il vicepresidente Di Maio cerca di inseguirlo nelle bausciate e arriva ad anticipare la possibile uscita dell’Italia dall’Europa con il blocco del bilancio. Siamo davvero in una situazione di grave irresponsabilità in ogni campo e una conseguente situazione difficile ed inquietante dalla quale non sarà facile uscire.