Sono stato uno dei tanti che ha seguito l’incontro del presidente Draghi con i giornalisti. Occasione in certo senso attesa per rispondere anche alla curiosità diffusa: chi è meglio Draghi o il suo predecessore? Chi dei due sarà più prolisso, risponderà ad ogni domanda o eviterà gli aspetti più difficili? Interrogativi forse anche ingenui ma comprensibili considerando Draghi uomo nuovo a palazzo Chigi, e per la prima volta investito di responsabilità strettamente politiche di capo del Governo, alle prese con enormi responsabilità di problemi e di difficoltà a cominciare dalla pandemia. Con eguale misura di franchezza e realismo Draghi non ha eluso nessuna questione, a cominciare dalle aperture e dai vaccini che erano i temi più impegnativi. Le risposte hanno evitato trabocchetti sconfessando tutti quelli che consideravano il governo contrario alle aperture. Sono anche personalmente a favore della ripresa delle attività, sulla base dei risultati che ci offrono gli scienziati, fondamentale supporto alle scelte politiche del governo. A partire dalla riapertura di tutte le scuole, priorità assoluta. Il presidente del Consiglio ha anche smentito certi allarmismi a proposito di contrasti con le regioni, con le quali non sono mancati problemi, specie in merito alla campagna vaccinale, ma le posizioni si sono progressivamente avvicinate e si cerca da una parte e dall’altra la maggiore convergenza possibile, indispensabile ma ormai praticabile anche nei confronti del metodo di colorazione dei territori. C‘è stato un leggero innalzarsi della voce di Draghi a proposito dello scandalo degli infiltrati e di una qualche gara allo status di categorie protette. La responsabilità morale e civile deve riguardare tutti e chiedere alla propria coscienza se è accettabile scavalcare il turno e mettersi in fila senza averne ancora titolo, ignorando che quella furbesca operazione può provocare la morte di chi viene scalzato nell’ordine del criterio di priorità che è stato stabilito. Anche per quanto riguarda i ristori e le proteste di piazza per Draghi è evidente che non possono essere ignorate senza perdere di vista però anche le esasperazioni e strumentalizzazioni sino all’uso della violenza e del ribellismo contro le istituzioni. Il governo è al lavoro per definire con urgenza le misure indispensabili e ha anticipato che il decreto in preparazione da sottoporre con urgenza al Parlamento avrà inevitabilmente una consistenza maggiore dei precedenti. Sul finire c’è stata poi una forte impennata, a proposito del grave episodio verificatosi in Turchia, nei confronti della presidente Ursula von der Leyen “abbandonata” sul sofà e non accanto, come da protocollo, agli altri due esponenti che occupavano la scena centrale dell’incontro, come tutte le televisioni hanno mostrato. Il nostro presidente del Consiglio, unico in tutta Europa, ha esplicitamente definito Erdogan un dittatore. Ecco uno dei tanti casi in cui la televisione svolge una funzione essenziale di informazione e comprensione di problemi particolarmente delicati e difficili come ad esempio in questi giorni di commemorazione e ricordo con giusta ampiezza dell’impresa di Gagarin , primo uomo nello spazio e che ancora, molto giovani, avvertimmo attraverso la tv come l’apertura di una nuova fase per la storia dell’umanità. Il cammino successivo non è stato mai semplice con il clima della guerra fredda, il Vietnam e le tante incomprensioni internazionali compresa la crisi dei missili a Cuba, fortunatamente fermata in extremis. Ma nonostante il progresso scientifico ulteriore, fino allo sbarco sulla luna da parte degli Stati Uniti, l’umanità intera dovrà ancora compiere molti passi per una maggiore pacificazione e comprensione multilaterale mentre, per restare sullo stesso terreno di Gagarin, si parla ormai di una più avanzata discesa di uomini sulla luna e di possibili prospettive di conquista addirittura di Marte. Si potrebbero anche aggiungere come argomenti e temi cruciali riguardanti soprattutto l’enorme questione climatica, le tensioni e le guerre che tormentano ancora molte parti del pianeta e milioni di uomini e donne in tutto il mondo. La televisione può certo contribuire in modo positivo e indispensabile, anche se spiace constatare spesso quante risorse ed energie vengono in qualche modo dilapidate per un eccesso di propaganda, di inconcludenti bla, bla, bla e protagonismi che poco hanno a che fare con un processo di crescita e di umanizzazione.
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In copertina Nuccio Fava