Fortunatamente la comprensione e l’intesa tra il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio ha risparmiato agli italiani situazioni molto pericolose sotto ogni profilo. La grave crisi pandemica che certo non è purtroppo superata e’ tuttavia avviata su un percorso ragionevole e ci fa sperare in tempi più tranquilli. Sia in ambito strettamente sanitario e della sicurezza sia sul terreno della ripresa economica e della soluzione non disperante per il lavoro, per la condizione delle famiglie sovraccariche di disagi di ogni tipo, compresi i gravi problemi della scuola e degli esami di fine corso. L’accelerazione degli investimenti per le grandi opere che deve fare da volano, almeno in parte, al progressivo rilancio di tutta l’economia dispone di ministri adeguati e che collaborano positivamente all’azione di governo senza condizionamenti estranei o comunque in conflitto con gli interessi generali. Prospettiva, dunque, rassicurante anche in ragione dell’autorevolezza e dell’ascolto di cui il presidente Draghi gode in Europa ed in genere nei rapporti internazionali. Come confermato, del resto, dalla buona stampa di cui il presidente del Consiglio gode nei grandi giornali delle capitali europee.
Le non piccole difficoltà nell’approvvigionamento dei vaccini hanno provocato perturbazioni non solo psicologiche nell’opinione pubblica ma disordini e sperequazioni nei rapporti con le autorità centrali. Il percorso complessivo dovrebbe avviarsi sollecitamente verso la normalizzazione. Da molte parti infatti ci si preoccupa già delle vacanze estive e relative aperture. Senza però correre il rischio degli eccessi e delle negative conseguenze della scorsa estate. Traendo lezione ad esempio dal “paradosso” Sardegna passata in pochi giorni dalla colorazione bianca a quella rossa. In questo senso torna in primo piano il tema della efficacia dei controlli e dello sforzo indispensabile per impedire il non rispetto delle liste di vaccinazione impedendo il gioco irresponsabile dei furbetti e dei loro complici. Ma come si diceva all’inizio la prospettiva del governo Draghi, se si tenta di allargare lo sguardo oltre la possibile scadenza accelerata dall’adempimento dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica, nonché dalle fibrillazioni che già si intravedono per l’appuntamento per l’importante turno di elezioni amministrative nelle principali città, si può cogliere in prospettiva l’incapacità di tutte le forze, chi più chi meno, che reggono l’attuale singolare maggioranza di governo.
Guardare troppo avanti forse non si addice ad una stagione politica come l’attuale e al prevalere inesorabile del “primum vivere”. Ma certo risulta difficile o almeno problematico immaginare un procedere senza scossoni con l’irrequieto “comandante” della Lega a processo; il garbuglio dei 5 stelle che non riescono ancora a cavare un ragno dal buco nonostante l’impegno del super commissario Conte. Lo stesso Pd che pure sembra con minori guai dopo l’elezione di Letta a cui però non basterà la mossa pur importante delle sue donne elette a capogruppo ne’ la mobilitazione della base e l’alibi delle stesse primarie, che devono comunque fare i conti con il rischio di truppe cammellate mobilitate da ogni parte, ne’soprattutto per la definizione dell’alleanza con cui procedere. C’è poi anche il grave problema della legge elettorale, grande scoglio di ogni legislatura, a conferma della precarietà dell’intero quadro politico nazionale. Insomma, più si tenta di guardare avanti, più emergono difficoltà e problemi. Ma di questo ci toccherà tornare a parlarne a lungo.