Il premier Mario Draghi ieri sera durante il Consiglio dei ministri ha annunciato le sue dimissioni, poi respinte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si è quindi aperta formalmente la crisi di governo.
Draghi subito dopo ha ricevuto dal Quirinale l’invito “a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata”. Dopo l’astensione dal voto del M5S alla fiducia sul decreto Aiuti, Mario Draghi mercoledì prossimo dovrà pronunciare in Parlamento le comunicazioni alle Camere.
“Totale identità di vedute registrata tra Il presidente della Repubblica Mattarella e il premier Draghi, spiega una nota diffusa dal Quirinale.
Spetta adesso al presidente del Consiglio, sempre se decida di rimanere, passare alle dovute valutazioni e comprendere se esistano le condizioni per recuperare il cosiddetto, patto di fiducia necessario all’azione di governo.
Quanto alla riunione, svolta nella serata di ieri, del Consiglio nazionale pentastellato, dove si presumono momenti di alta tension, malgrado non sia trapelata alcuna notizia certa sull’andamento dell’incontro.
“Abbiamo preso atto delle dimissioni del premier. Ci siamo confrontati sulla decisione presa da Draghi” così il leader del M5s, Giuseppe Conte ieri sera, ai giornalisti, all’uscita della sede del Movimento di via Campo Marzio. Evitando qualsiasi altra dichiarazione sulle intenzioni del Movimento in ordine ad un eventuale voto di fiducia, mercoledì 20 luglio, in Parlamento.