Siracusa. Svolta la I edizione mondiale della Giornata Internazionale dei Patti  di Abramo

A quattro anni dalla sottoscrizione del 15 settembre 2020 presso la South Lawn della Casa Bianca a Washington, la celebrazione dei Patti di Abramo in Sicilia, vuole essere un ponte naturale di sostegno all'accordo per la sua posizione geografica e la sua storia

Tenuta, a Siracusa, la I edizione mondiale della Giornata Internazionale dei Patti  di Abramo. L’associazione internazionale “KR solutions”, presieduta dall’ avv. Carola Parano, ha organizzato l’evento proprio lo stesso giorno della prima sottoscrizione dei Patti, avvenuta il 15 settembre 2020.

“A Distanza di 4 anni esatti da allora – dice l’avv. Parano – si continua a credere ancor di più nell’importanza culturale e giuridica degli accordi . Abbiamo voluto celebrarli con un grande evento ricco di relatori, proprio a Siracusa quale culla di civiltà eterna, decidendo di costituire in Sicilia il comitato permanente dei patti di Abramo all’interno dell’associazione che presiedo  e costituito da alcuni dei relatori e da altri illustri componenti.” 

Importanti le dichiarazioni rese da Emanuel Segre Amar, presidente del Gruppo Sionistico del Piemonte e di Riccardo Pacifici, vice presidente della European Jewish Association: 

“La soluzione a due Stati è rifiutata prima di tutto dagli stessi arabi-palestinesi come Arafat, Abu Mazen e tanti imam che parlano anche dentro al-Aqsa – spiega Emanuel Segre Amar – Lo stato è visto come una soluzione colonialista che non funziona in una cultura tribale come la loro. Lo stesso ministro degli Esteri ripete sempre che dobbiamo smettere di cercare una soluzione con la mentalità di noi occidentali”.

“Loro stanno bene solo dove c’è un’unica tribù, come negli emirati (che sono ricchi anche dove, come a Dubai, non c’è il petrolio) – continua Emanuel Segre Amar – Nei territori ci sono 8 diverse tribù (Ramallah, Jenin, Tulkarem ecc.), a Gaza ce ne sono 5; creare degli emirati palestinesi come nel golfo è l’unica soluzione che funzionerebbe, come spiega bene Mordechai Kedar.Non dimentichiamo che i palestinesi non si sposano tra membri di tribù diverse e non abitano nelle città di altre tribù, anche se magari vi si recano a lavorare.”

“Credo che la Sicilia possa essere  un ponte naturale per sostenere il patto dei figli di Abramo per la sua posizione geografica e per la sua storia   – aggiunge Riccardo Pacifici – Non vi è angolo della regione in cui non si respiri il passaggio delle culture abramitiche. Il mio auspicio è che la Regione Siciliana si renda disponibile, nel quadro di un accordo internazionale di pace, in cui un futuro Stato palestinese possa nascere su principi di civiltà e democrazia, a fianco dello stato di Israele ed in una visione di ricostruzione di Gaza con il contestuale smantellamento dei tunnel del terrore. Si restituirà, così, ai giovani palestinesi la visione della cultura della vita, per sanare una bieca educazione alla morte che Hamas ha costruito, dal 2015 ad oggi, in un terreno  quale quello di Gaza in cui non  vi è, secondo il diritto internazionale, nemmeno un centimetro quadrato di contenzioso. Per questo bisogna già immaginare luoghi di accoglienza e di recupero per questi ragazzi”.

Contesto

Gli accordi di Abramo sono una dichiarazione congiunta tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, raggiunta il 13 agosto 2020. Successivamente il termine è stato utilizzato per riferirsi collettivamente agli accordi tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti (l’accordo di normalizzazione Israele-Emirati Arabi Uniti) e Bahrein, rispettivamente (l’accordo di normalizzazione Bahrein-Israele).

La dichiarazione ha segnato la prima normalizzazione delle relazioni tra un Paese arabo e Israele da quelle con l’Egitto nel 1979 e con la Giordania nel 1994. Gli accordi originali di Abramo sono stati firmati dal ministro degli esteri degli Emirati Arabi Uniti Abdullah bin Zayed Al Nahyan, dal ministro degli esteri del Bahrein Abdullatif bin Rashid Al Zayani, dal 45º presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu il 15 settembre 2020 presso la South Lawn della Casa Bianca a Washington.

Stampa Articolo Stampa Articolo