Roma, 1 ottobre 2024 – Credo sia stato proprio fuori luogo e oltre “scienza” umana contestare un ministro perché abbia programmato molti mesi prima di diventare ministro un esame universitario.
Fuori di ogni logica e di ogni ragione pur giacobina. Il caso di Alessandro Giuli, ministro della Cultura. Per quale “santo” motivo è stato contestato? E per quale laico motivo le sinistre tutte non hanno espresso piena solidarietà a un ministro di essere stato contestato?
Il problema mi pare che sia qui. Soltanto perché è un ministro del Governo Meloni? Questi “collettivi” dimostrano oltretutto di non conoscere il diritto e il dovere. Principi fondamentali della intoccabile Costituzione alla quale molti si rifanno per le impeccabili prerogative e ben istituzionali articolati.
Cosa avrebbe fatto di non democratico il Ministro. Eppure è una persona moderata che più volte ha dato prova di ciò dappertutto. Non bisogna essere di destra? E se fosse stato di sinistra?
Mi sembra così strana oltretutto l’affermazione di Massimo Gramellini che sul “Corsera” ha affermato senza un pizzico di ironia che: “…Una notizia rassicurante per i futuri ministri con un passato di estrema sinistra, che potranno laurearsi in santa pace”.
Ma chi mai ha impedito a un estremista di sinistra di laurearsi o di sostenere esami universitari? È proprio fuori luogo anche questa affermazione provocatoria abbastanza se non notassimo un po’ di ironia e tanto sarcasmo però.
E pensare che si è permesso a ex brigatisti rossi di svolgere qualche lezione in aule universitarie. Insomma non mancano mai di piccare dove c’è odore di destra. Ma qui neppure ciò si può intravedere. Giuli di estrema destra.
La si smetta con questa farsa. La “sinistra” studiasse un po’ di più e facesse meno sterile demagogia compiendo uno sforzo di comprensione sulla trasformazione dei processi antropologico-culturali che risiedono nel divenire delle concezioni dottrinali. Percorsi di pensiero certamente avulsi da becere strumentalizzazioni che per ingannevoli vesti di interessi egemonici causano decadenza ideologica oltre il tramonto.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente dellaGiunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024) direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Ministero della Cultura (MiC)
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