Roma – Il Governo ha approvato il decreto legislativo che estende il divieto di pubblicazione a tutte le misure cautelari personali. L’impedimento per giornalisti ed editori non sarà dunque circoscritto alle sole ordinanze di custodia cautelare e delle relative intercettazioni, come affermato nella prima versione di ottobre scorso. Bensì viene ampliata la non pubblicabilità dopo che il Consiglio dei ministri, nella seduta del 9 dicembre, ha accolto parzialmente le richieste di Camera e Senato. L’unione Stampa Periodica Italiana USPI spiega le fasi che hanno accompagnato il provvedimento di Governo fino al testo finale.
L’approvazione del decreto
La prima approvazione del decreto legislativo risale al 4 settembre 2024 per adeguarsi alla direttiva Ue 2016/343 che vieta la pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare fino alla conclusione delle indagini o dell’udienza preliminare.
Con il recepimento della norma Ue e l’approvazione in via preliminare del decreto, il Consiglio dei Ministri intendeva rafforzare il principio della presunzione di innocenza che ora, con questa nuova stretta, si estende a tutte le misure cautelari personali.
Le differenze, infatti, con la nuova versione sono importanti. Il testo finale amplia il divieto a numerose ordinanze custodiali (custodia cautelare in carcere, custodia in istituto a custodia attenuata per detenute madri, custodia in luogo di cura e arresti domiciliari) e molti altri provvedimenti.
La preclusione si estende quindi alle misure cautelari personali coercitive (come il divieto di espatrio, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, l’allontanamento dalla casa familiare, il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, il divieto e l’obbligo di dimora) e alle misure cautelari personali interdittive (come la sospensione dall’esercizio della potestà genitoriale, la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e il divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o imprenditoriali).
Il sequestro è escluso dall’elenco delle misure cautelari comprese nel decreto, ma il divieto di pubblicazione resta comunque in vigore fino al termine delle indagini o dell’udienza preliminare. Rimane per ora disattesa, invece, la richiesta parlamentare di inasprire le sanzioni in caso di mancato rispetto del divieto.
Articolo di T.S.