Sotto controllo il caso di Epatite E, diagnosticato dall’equipe medica della Struttura Complessa di Malattie Infettive, diretta dal dott. Lorenzo Mondello.
L’insolita Epatite virale è stata diagnosticata ad un paziente di 55 anni recatosi nell’A. O. Papardo con dei valori enzimatici anomali e transaminasi alterate, che hanno innescato nei medici il sospetto di una forma di Epatite più aggressiva.
Il paziente, dopo essere stato sottoposto ad accertamenti clinici è risultato positivo all’Epatite di tipo E ed è stato prontamente sottoposto alle dovute cure mediche.
Ora l’uomo è in fase di guarigione e la fase del contagio è stata scongiurata.
Le epatiti virali sono processi infettivi a carico del fegato e ad oggi sono noti 5 tipi determinati dai cosiddetti virus epatitici maggiori: epatite A, epatite B, epatite, epatite D (Delta), epatite E.
“L’agente infettivo dell’ Epatite E, il virus Hev, – chiarisce il dott. Mondello – è stato provvisoriamente classificato nella famiglia dei Caliciviridae ed è una malattia acuta spesso anitterica e autolimitante. La trasmissione avviene per via oro-fecale, e l’acqua contaminata da feci è il veicolo principale dell’infezione e il periodo di incubazione va da 15 a 64 giorni.
Per quanto riguarda la prevenzione si consiglia di evitare l’ingestione frutti di mare crudi, carni di maiale e cinghiale crude e lavare accuratamente frutta e verdura.
In casi rari l’epatite E può risultare in una forma fulminante fino al decesso. Le forme fulminanti si presentano più frequentemente nelle donne gravide, specialmente nel terzo trimestre di gravidanza, con letalità che arriva fino al 20%”.
L’Epatite E è presente in tutto il mondo: epidemie e casi sporadici sono stati registrati principalmente in aree geografiche con livelli igienici inadeguati. Nei Paesi industrializzati, invece, la maggior parte dei casi riguarda persone di ritorno da viaggi in Paesi endemici. Tuttavia, nei Paesi industrializzati è in aumento il numero di casi autoctoni.