Messina – In un contesto in cui le conoscenze e le tecnologie applicate alla medicina si evolvono costantemente, offrendo agli operatori della sanità opportunità diagnostiche e terapeutiche sempre più efficaci ed innovative, l`aggiornamento professionale costituisce un requisito imprescindibile per il mantenimento delle migliori condizioni qualitative dell`assistenza ospedaliera.
Su questa scia di intenti si anima l’evento formativo “Cuore e comorbilità: problematiche internistiche in cardiologia clinica”, sovvenzionato dalla Casa di Cura Villa Salus di Messina e rivolto agli operatori sanitari interessati.
I due giorni di formazione, pianificati dal dott. Giuseppe Busà e dallo staff di direzione della Villa Salus, si sono snodati attraverso i significativi interventi dei relatori intervenuti, i quali hanno generato confronti costruttivi fra gli addetti ai lavori ricreando un clima di arricchimento conoscitivo reciproco e scambio di esperienze riguardanti l’approccio sanitario nelle criticità cardiochirurgiche.
Le problematiche cardiologiche influenzano, innescano e sfociano in altre patologie che andandosi a sovrapporre creano lo status di comorbilità, difatti è stata valutata la sovrapposizione delle patologie Nefrologiche (relatori: dott.ri I. La Rosa e P. Monardo), Ematologiche (relatori: dott.ri M. Oliva e V. Pitini), Endocrinologiche (relatori: dott.ri F. Rizzo e F. Vermiglio), Pneumologiche (relatori: dott.ri S. Arcidiacono e S. Bagnato), Oncologiche (relatori: dott.ri M.P. Trifirò e P. Spadaro) e Neurologiche (relatori: dott.ri P. Iannello e F. Sottile). A moderare gli incontri i dott.ri A. Consolo e G. Consolo.
Di grande impatto conoscitivo gli interventi degli specialisti nel settore: il dott. G. Busà che ha tenuto una relazione sulle nuove linee guida ESC riguardante la fibrillazione atriale; il prof. F. Arrigo il quale ha tenuto una lectio magistralis sulle recenti acquisizioni in tema di scompenso cardiaco; il dott. F. Patanè che ha disquisito sulla specifica e speciale accezione della comorbilità in cardiochirurgia, dove l’approfondimento scientifico e tecnico nel campo delle cardiochirurgia mininvasiva ed ibrida nasce dall’esigenza di molti cardiologi e cardiochirurghi di garantire approcci chirurgici meno invasivi per le patologie valvolari ed aortiche, in virtù del progressivo aumento dell’età media della popolazione chirurgica e della sempre più frequente presenza di comorbilità che rendono l’approccio cardiochirurgico tradizionale meno praticabile sia in termini di rischio intraoperatorio che di complicanze post-operatorie.
Infine viene sottolineata la valenza di costituire un Heart Team per fronteggiare il nuovo concetto di condivisione nella gestione del paziente cardiologico/cardochirurgico, un sistema in cui le decisioni riguardanti i casi più complessi o i casi con indicazione chirurgica si avvalgono non più del giudizio di un singolo operatore sanitario, ma si giovano della decisione di un team multidisciplinare costituito da cardiologi, cardiochirurghi, cardioanestesisti e da tutti gli altri specialisti di volta in volta necessari in base alle relazioni di comorbilità riscontrate.