Immagine:prof. Giuseppe Sessa, presidente SIOT e direttore U.O. Clinica Ortopedica, Università di Catania.
Catania – Dopo i 70 anni, una donna europea su due avrà una frattura ossea legata all’osteoporosi: il 66% (il 50% per gli uomini) soffre di osteoporosi e osteopenia, condizione in cui la massa ossea è ridotta rispetto alla normalità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute, in tutto il mondo ogni 3 secondi si verifica una frattura di polso, vertebra e soprattutto femore con una mortalità del 5% e 20% nel mese e nell’anno seguente, disabilità permanente, perdita di deambulazione. In vista della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, il 20 ottobre, la Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso (FIRMO) insieme con Amgen presenta ‘Il Piatto Forte’, campagna con l’obiettivo di accrescere l’informazione grazie a camper e gazebo, che sbarcheranno il 21 e 22 ottobre a Catania, una delle quattro città italiane scelte per ospitare questo appuntamento insieme con Cagliari, Lecce e Ferrara. Sono previste diverse attività: informazione gestita da medici specialisti, valutazione della salute delle ossa con la carta del rischio per l’osteoporosi, misurazione (con ultrasonografo) della densità minerale ossea.
“Il problema della fragilità ossea, che espone il paziente a un rischio elevatissimo di nuovi eventi fratturativi, con costi insostenibili per il Servizio sanitario, è di fatto ignorato, e per i pazienti fratturati presa in carico e continuità assistenziale dopo l’intervento chirurgico sono pressoché inesistenti», afferma Maria Luisa Brandi, presidente FIRMO e direttore SOD Malattie del Metabolismo Minerale e Osseo, AOU Careggi. L’osteoporosi è favorita da fattori costituzionali, genetici e ambientali, come le abitudini alimentari, il consumo di alcol, tabacco e caffè; ogni anno si registrano circa 80.000 ricoveri per fratture di femore in persone con oltre 65 anni.
“Nelle persone in età avanzata la frattura di femore può avere conseguenze gravi, sia per la condizione di fragilità dell’osso fratturato che per la frequente associazione ad altre patologie e danni d’organo che rendono il paziente un soggetto fragile“, afferma Giuseppe Sessa, presidente SIOT – Società Italiana Ortopedia e Traumatologia e direttore U.O. Clinica Ortopedica, Università di Catania. “Se si interviene tempestivamente, non solo chirurgicamente, ma con il ripristino della qualità della vita precedente al trauma, si può evitare che tali patologie si aggravino”. Oggi l’osteoporosi può essere trattata efficacemente con un’adeguata prevenzione basata su terapie non farmacologiche, con l’obiettivo di compensare le carenze di calcio e di vitamina D nell’alimentazione, e attraverso terapie farmacologiche in grado di ridurre il rischio di fratture. Le cure di nuova generazione hanno mostrato un’elevata efficacia, con una riduzione del rischio di fratture. “Si stima che nel 2045 gli over 65 saranno più di un terzo degli italiani (32,5%), di cui quasi l’83% soffrirà di almeno una patologia cronica. Nel caso dell’osteoporosi il SSN dovrà essere pronto a gestire un incremento di popolazione maggiormente esposto a un rischio fratturativo con conseguente invalidità e aumento dei costi” – afferma André Tony Dahinden, A.D. Amgen Italia.
Per info: www.fondazionefirmo.com e www.amgen.it.