Immagine: ?Giovanni D’Avola, Agostino Gaudio e Domenico Maugeri
CATANIA – Sono 560mila le donne siciliane affette da osteoporosi, la malattia che comporta fragilità ossea e possibili fratture, in Italia ne soffrono addirittura 3,5 milioni di persone, di cui un milione sono uomini: più del 75% della popolazione over 60 anni viene colpito da questa importante causa di disabilità e, secondo i dati ISTAT, gli ultra sessantenni complessivamente sono 746mila. Numeri siginificativi che hanno incentivato la FIRMO (Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso), in collaborazione con Amgen, a promuovere una campagna di prevenzione capillare nel territorio che sbarcherà anche in Sicilia: domani (sabato 21) e domenica 22 ottobre a Catania (via Cardinale Dusmet, 36-38) saranno allestiti un camper attrezzato e un gazebo per la quarta tappa de “Il piatto forte”, con l’obiettivo di accrescere l’informazione sulla patologia silenziosa e sottodiagnosticata, sensibilizzare i cittadini e fare loro misurare gratuitamente la densità ossea vertebrale e femorale per prevenire le fratture, incentivare una corretta alimentazione e un’attività fisica regolare.
“L’osteoporosi spesso è asintomatica sino al primo evento fratturativo, sempre drammatico, e ha pesanti implicazioni sanitarie e di qualità della vita – dichiara Giovanni D’Avola, resp. Reumatologia e Osteoporosi del San Luigi di Catania – Le donne sono più esposte sia per il minore diametro delle ossa che per il calo di ormoni estrogeni in menopausa. È importante intervenire sui fattori di rischio come abuso di caffeina, fumo, l’utilizzo di antidepressivi, cortisonici, farmaci antitumorali, ecc.”.
Grazie all’innovativo dispositivo EchoS, primo sistema al mondo per la diagnosi precoce, in occasione dell’appuntamento catanese, sarà possibile sottoporsi ad un’ecografia rapida, indolore e accurata senza utilizzo di radiazioni e valutare se le proprie ossa sono di “porcellana” come recita lo slogan dell’iniziativa.
“E’ necessario far capire che una frattura non si verifica solo a seguito di una caduta, ma perché sono c’è una fragilità ossea, che si correla con una muscolare – ricorda Domenico Maugeri, delegato reg. SIOMMMS e associato di Geriatria all’Università di Catania – bisogna costruirsi in tempo utile, quindi nei primi 20-30 anni di vita, un picco di massa ossea sufficiente, aiutandosi anche con una corretta alimentazione ricca di calcio e di vitamina D, e con un’attività fisica di tipo gravitazionale, come le camminate a passo svelto, così da assicurare una buona resistenza dell’osso”.
L’osteoporosi, nei casi più gravi, può essere tratta con terapie farmacologiche diverse per maneggevolezza e modalità di somministrazione; è una malattia cronica quindi non si deve sospendere il trattamento piuttosto cambiare tipologia di farmaco. “C’è una scelta molto ampia di opzioni terapeutiche, dalle tradizionali alle più innovative, ad esempio denosumab riesce a ridurre il rischio di frattura a livello vertebrale, non vertebrale e di femore, con pochi effetti collaterali” – evidenzia Agostino Gaudio, internista, ricercatore e resp. Centro di riferimento regionale per la prevenzione, diagnosi e cura dell’osteoporosi e altre patologie del metabolismo osseo nell’ateneo etneo. Per info: www.fondazionefirmo.com.