Roma – “E’ da tempo, in medicina, che si stanno rivalutando le terapie complementari, ovvero un approccio rivolto non alla malattia ma al malato e che tiene conto di come si sente la persona e non solo quali sono le caratteristiche della sua patologia. C’è una nota battuta che tutti gli studenti di medicina conoscono: ‘prima di chiederti cosa ha questo malato chiediti chi è questo malato'”. Così Paola Binetti, senatrice dell’Unione di centro, spiega all’agenzia Dire qual è stato il percorso che ha condotto all’approvazione definitiva, in Parlamento, del corso di diploma accademico di secondo livello ‘teorie e tecniche in musicoterapia’; un incontro tra la musica, la psicologia e la pedagogia per offrire un contributo innovativo ai pazienti e per alleviare la loro condizione.
Binetti ha organizzato anche un’iniziativa a Palazzo Madama per illustrare la proposta di ordinamento didattico in musicoterapia e le relative attività già in corso nei centri di cure palliative, nel day hospital oncologici, in emodinamica e anche in sala operatoria. “Nel chiederci chi è, dunque, entrano in ballo quali sono le sue emozioni, sensazioni, il modo in cui il paziente, la persona, entra in risonanza con l’ambiente che lo circonda- spiega Binetti- La musica, che possiamo considerare il linguaggio nuovo dei nostri tempi, è la possibilità di
sintonizzarsi con le nostre emozioni interiori. Per far tutto questo occorrono profonde conoscenze di tipo musicale, non a caso il decreto parte dalle esperienze svolte dalle persone all’interno dei Conservatori e che non ha nulla di improvvisato, per giungere a una terapia attraverso la musica appunto, che significa conoscenza psicologica del paziente e anche delle complessità dell’organismo e del modo in cui esso reagisce agli stimoli. La musicoterapia ha quindi queste due profonde radici, musicale e terapeutica”.
Sul diploma musicoterapia convergenza e sensibilità forze politiche
Utile anche per terapia in rsa, carceri, case famiglia
“Quando una proposta diventa norma ha, prima di sé, una storia fatta di sperimentazione, che nel caso della musicoterapia è stata compiuta con il Conservatorio dell’Aquila, di Verona e di Ferrara, i quali in questi anni hanno elaborato dei corsi per fare in modo che le persone iscritte potessero avere competenze anche di ambito psicologico per gestire la musica in chiave di miglioramento della condizione del paziente”. E’ Paola Binetti, senatrice Udc e proponente insieme a Loredana Russo, senatrice del Movimento 5 Stelle, del corso di diploma di II livello in musicoterapia, a spiegare all’agenzia Dire come si è arrivati al decreto che istituisce il nuovo ordinamento didattico.
“Questo decreto arriva quindi a dare una struttura per definire e costruire al meglio queste competenze, mettendo anche al riparo da eventuali improvvisazioni, perchè le improvvisazioni non fanno psicoterapia- chiarisce la senatrice- La cosa importante ora è che questo decreto ponga in ordine le migliori sperimentazioni condotte in Italia e fornisca anche un modello per altri corsi di studio analogo. L’intenzione iniziale è che serva a migliorare le condizioni dei malati e si inserisca nel contesto delle nuove professioni sanitarie introdotte anche da un decreto dell’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, affinché la musicoterapia possa restituire al malato la pace, la serenità, la riconciliazione con il suo mondo di affetti e di valori che lo facciano star meglio”.
Quando parliamo di disagio psicologico e malessere, parliamo della possibilità di essere in sintonia con la musica che ci consente quel dialogo con le parti migliori di noi e che ci
facciano reagire; penso non solo ai malati in ospedale ma anche agli anziani soli nelle sa- specifica Binetti- C’è una dimensione positiva anche in tutti gli altri contesti in cui le persone vivono la limitazione dei propri vissuti e per i quali la musicoterapia restituisce un senso di libertà dal malessere, e qui penso alle carceri, alle case famiglia, ai centri per il recupero dalle tossicodipendenze”. In altre parole, la musicoterapia è l’occasione per ripristinare “l’armonia interiore che a volte solo la musica può facilitare”.
A questo risultato si è arrivati con una grande spinta e sensibilità da diverse parti politiche, del resto afferma la Senatrice dell’Udc “come sempre in questi casi i risultati sono positivi quando c’è una grande convergenza. Con me e la senatrice Russo hanno infatti collaborato un gruppo di giovani musicoterapiste da anni impegnate sul fronte ospedaliero, persino in terapia intensiva e accanto ai bambini con disturbi del neurosviluppo e dell’apprendimento. Con questo gruppo hanno poi lavorato anche docenti esperti di ambito universitario per strutturare un piano di studi valido. Anche la stessa ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, è stata personalmente molto attiva e sensibile su questa proposta, così come la direttrice generale del Mur, Maria Letizia Melina. Una volta tracciato l’itinerario abbiamo sempre trovato persone disposte a collaborare per questo percorso che ricade, ricordiamolo, in una dimensione socio-sanitaria” conclude. Fonte Agenzia DIRETTA