Roma, 12 aprile 2022 – Senza adeguata prevenzione e protezione la luce, da strumento estetico e fonte naturale di benessere psicofisico, può divenire un fattore che danneggia la salute degli occhi e della pelle, soprattutto a causa dei raggi ultravioletti o UV. Questi, infatti, sono radiazioni elettromagnetiche che, pur rappresentando meno del 10% delle radiazioni emesse dal sole e non visibili all’occhio umano, possono avere effetti molto negativi proprio su quest’ultimo e sulla pelle. Se ne è parlato nell’incontro promosso della Fondazione Salmoiraghi & Viganò in occasione della Giornata della Salute 2022.
«Vedere la bellezza della vita – afferma il presidente della Fondazione Leonardo Maria Del Vecchio – è il principio che ci anima: la vista è un dono da proteggere con cura, rispettando anche le visite periodiche consigliate dalla SOI. Vogliamo un’informazione capace di avere un impatto positivo sulla salute perché solo così possiamo fornire alle persone gli strumenti per scegliere in maniera consapevole e divenire attori del loro percorso di prevenzione».
«Per proteggere la salute degli occhi da un’esposizione eccessiva alla luce solare come facciamo con l’uso di creme solari per la nostra pelle – ha avvertito nel corso dell’incontro il dottor Luigi Mele, oculista- è opportuno seguire tre regole di prevenzione: fare attenzione in particolare alle superfici riflettenti – neve, acqua e sabbia – e al crescere dell’altitudine; indossare occhiali da sole dotati di filtri certificati che attestino il livello di filtrazione della radiazione luminosa e, infine, evitare l’esposizione ai raggi solari soprattutto d’estate e nelle ore centrali della giornata».
Oggi sappiamo con certezza che un’eccessiva esposizione ai raggi UV può causare danni alla superficie frontale dell’occhio, proprio come le scottature sulla pelle. Senza le necessarie misure di prevenzione, i danni possono andare dalla cheratite – una sensazione di bruciore molto dolorosa (ma di solito temporanea) nella cornea, tipica proprio di quando non si indossano occhiali da sole in luoghi con molta luce riflessa come la spiaggia o in regioni innevate – alla cataratta (quando la lente all’interno dell’occhio si appanna, ostacolando gravemente la visione normale); fino alla formazione di una massa, detta pterigio, che può svilupparsi nell’angolo dell’occhio, eventualmente ostruendo la cornea e quindi la visione.
«I soggetti maggiormente a rischio – ha sottolineato ancora il dottor Mele – sono innanzitutto i bambini perché il loro cristallino è più trasparente e lascia passare una quantità maggiore di raggi UV; poi gli sportivi e, più in generale,tutti gli individui impiegati in attività all’aperto, che quindi espongono gli occhi alla luce solare per molte ore. Non vanno dimenticati gli anziani, visto che l’invecchiamento comporta perdita di gran parte dei processi di riparazione dei tessuti oculari, compresi quelli danneggiati da esposizione pluridecennale al sole».
Prevenzione e protezione devono procedere quindi di pari passo, e per questo il calendario della Società Oftalmologica Italiana (SOI) prevede una vista oculistica alla nascita, una seconda entro i tre anni, un’altra il primo giorno di scuola e una a dodici anni per arrivare, poi, a una visita ogni due anni superati i quaranta e a una visita annuale dopo i sessanta (salvo diverse indicazioni dell’oftalmologo). La visita dal Medico Oculista rimane la più importante forma di prevenzione. L’80% dei disturbi e delle malattie visive, a qualsiasi età, può essere curato o trattato in maniera soddisfacente se diagnosticato in tempo.
Photo by Fred Moon on Unsplash