Sanità digitale e Roma Welfair 2023. A che punto è il dialogo tra Stato e Regioni? La Sanità in cerca di risposte

La telemedicina esiste come concetto ma non come servizio unitario. A dover essere creati sono singoli processi per singole prestazioni: tecnologie, competenze ed integrazioni con le piattaforme nazionali (FSE, NSIS, ANA ed ISTAT); il rapporto con le grandi aziende IT e fornitrici di devices; l’utilizzo di sistemi verticali aziendali per la scienza dei dati (CCE, CDR, FSE2.0 e altri); la necessità dell’interoperabilità dei dati e il ruolo delle grandi istituzioni di previdenza nella data governance. Qual è lo stato di sviluppo a livello nazionale e regionale? Si sta costruendo una sanità digitale sicura?

www.romawelfair.it 

Roma, 19 ottobre 2023 – Cambia la sanità e cambia il modo di fare sanità. Questa è la sintesi di Welfair, il nuovo format che Fiera Roma ha organizzato per riunire tutti gli attori del mondo della salute: dalla grande governance pubblica alle associazioni delle professioni sanitarie passando per Agenzie pubbliche, aziende sanitarie, scienziati, IRCCS e ospedalità convenzionata e privata.  

3 giorni40 tavoli verticalizzati e oltre 200 relatori impegnati sui singoli processi che faranno la differenza per la sanità del futuro: dal 18 fino al venerdì 20 ottobre (vedi programma). 

Tra le proposte presenti al secondo giorno di Welfair – La fiera del fare Sanità a Fiera Roma, centrale è stata la tavola rotonda dedicata alla sanità digitale, telemedicina e PNRR. Moderata da Andrea Gallo, Direttore Responsabile FASI e Mediapartner di Welfair 2023, sono intervenuti Pietro Giurdanella, Consigliere FNOPI, Antonio Gaddi, Presidente Società Italiana Telemedicina SIT, Francesco Gabbrielli, Responsabile Telemedicina ISS, Guido Scorza, Componente del Garante per la protezione dei dati personali, Maurizio Rizzetto, Membro comitato ICT Associazione Italiana Ingegneri Clinici, Maria Immacolata Cammarota, Direttore Assinter Italia – Associazione delle Società per l’Innovazione Tecnologica nelle Regioni. 

Nelle parole di Gallo, “due i punti più interessanti emersi dall’incontro. Il passaggio da diritto alla privacy a protezione del dato che, quando soddisfatte le condizioni di protezione, l’attuale GDPR consente di far circolare i dati fra gli attori del sistema sanitario. In merito al PNRR, probabilmente sono stati troppi i finanziamenti e gli investimenti finanziati di qualità non sempre eccellente, mettendo in secondo piano come poi le strutture dovranno effettivamente funzionare nel 2026. Infine, lo spinoso tema della formazione agli operatori sanitari coinvolti nel processo della sanità digitale”. 

“Oltre ad una sua archiviazione presso strutture centralizzate, il dato sanitario deve stare presso l’azienda sanitaria di riferimento che l’ha prodotto e deve poter essere poi visualizzato, usato, elaborato in tempi ragionevoli da chi, a valle, sia in grado di aiutare il percorso di cura del cittadino – ribadisce e sottolinea il direttore di Assinter Italia, Maria Immacolata Cammarota – In altre parole, se io eseguo un esame radiologico presso la struttura sanitaria d’appartenenza, oggi, grazie alla nuova architettura digitale messa in campo dal nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico sono previsti dei filtri aziendali – gateway – che “puliscano”, codifichino e validino il dato o documento sanitario così da poter essere trasferito correttamente ad altri medici, altre strutture ospedaliere, altre Regioni. Le aziende sanitarie devono essere quindi in grado, nel quadro della prossima sanità digitale, di produrre il dato, validarlo e renderlo disponibile a chi, per le dovute finalità lo possa utilizzare – anche in Regioni diverse”. 

Infine, il Professor Antonio Gaddi, presidente della Società Italiana di Telemedicina ricorda che “in questo dialogo costante tra strutture centrali e regionali, le postazioni di Telemedicina non potranno essere vincolate in un punto dello spazio ma dovranno essere disseminate per seguire il cittadino nel suo diritto di spostarsi. Per questo la tutela del dato si accompagna alla sua mobilità. Per questo il tema della telemedicina è, prima di tutto, un tema di infrastruttura: efficace e protetta. È un percorso di anni che dipende dall’azione di molti soggetti istituzionali, ma serve l’apporto di co-produzione di tutte le imprese coinvolte.” 

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