Messina – Il 9 ottobre scorso si è insediato, il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Messina che ha eletto all’unanimità le cariche istituzionali per il quadriennio 2017-2021.
A guidare il nuovo consiglio sarà Pino Falzea. Accanto a lui il Vicepresidente Vicario Saro Sardo, il Segretario Antonello Longo, il Tesoriere Clelia Testa Camillo, i Vice Presidenti Nuccia Calanni Macchio con delega alle politiche territoriali, Anna Carulli (Presidente Nazionale Inbar) con delega alla formazione e politiche ambientali, Michele Palamara con delega alla comunicazione, e Caterina Sartori con delega alle pari opportunità. Completano il Consiglio Teresa Altamore, Sara Caruso, Fabrizio Ciappina, Toni Raimondo, Massimo Stracuzzi e lo iunior Peppe Cannetti.
Il neo Presidente Falzea, che ha già egregiamente guidato l’Ordine dal 2010 al 2013, nel suo primo intervento, oltre a ringraziare tutti i Consiglieri per la fiducia manifestatagli, ha ringraziato il Presidente uscente Lazzari per l’ottimo ed intenso lavoro svolto nell’interesse della categoria oltre che per le sue doti umane e professionali che hanno permesso un grande lavoro di squadra scevro da personalismi e protagonismi in cui ognuno ha fatto emergere tutte le proprie potenzialità in un’intensa attività che ha favorito anche una grande partecipazione degli iscritti come mai prima di allora. “Raccogliere una simile eredità – ha detto Falzea – è un onore ed un onere al quale non ci si potrà sottrarre. Il mio operato e del nuovo Consiglio avverrà nel solco della continuità in cui anche l’arch. Lazzari sarà parte attiva e importante”.
A seguito, infatti, di un ricorso promosso dal primo dei non eletti avverso la proclamazione di Giovanni Lazzari ex art. 6 D. Lgs. Lgt. n°382/1944, il CNAPPC in data 27 luglio 2017 ha emesso ordinanza di sospensione dell’elezione nei confronti dello stesso, in attesa di trattazione del ricorso nel merito, successivamente reiterata in data 30 agosto 2017. Pertanto il Consiglio si è insediato in 14 invece che in 15, come previsto dal Regolamento, nelle more che venga risolta la questione giuridico-costituzionale che sta a fronte della vertenza. Le questioni poste sono di forte rilevanza giuridica e non è escluso che a dipanare la materia sia la Suprema Corte di Cassazione o, addirittura, l’Alta Corte Costituzionale.