…Partendo dal concetto che il progresso è indice di una civiltà che evolve, sembra necessario però interrogarsi sui benefici che questo può apportare all’umanità ma anche quali rischi si corrono ad affidarci completamente ad esso.
Da anni, senza quasi rendercene conto, facciamo uso dell’intelligenza artificiale come se avesse sempre fatto parte delle nostre vite, come se fosse nata da un “Fiat” (e sia…) a beneficio delle nostre vite e poco importa come e quando sia arrivata tra noi e come abbia influenzato le nostre vite, le nostre relazioni e le nostre abitudini.
Mi capita di sentire, parlando anche del consueto, nella vita di tutti i giorni: “Ormai siamo governati dagli algoritmi!” Dubito però, che coloro che mensionano gli algoritmi, sappiano effettivamente di cosa stiano parlando o che abbiano scelto di capire cosa siano, lasciandosi solo…governare.
La mentalità del “pecorone” però non si adatta alla mia personalità e se devo lasciarmi governare, preferisco sapere da chi, come ed anche perchè. Tutte le volte che chiamiamo Siri, è come se stessimo chiamando una segretaria personale che è sempre pronta a risolvere il nostro problema e per farlo usa un approccio “umano” facendo uso di una voce, una caratterizzazione, una propensione all’aiuto in qualunque campo della nostra vita.
In effetti tutte le volte che ci rivolgiamo a Siri o al nostro assistente google ( per fare un esempio banale), stiamo facendo uso dell’intelligenza artificiale; tutte le volte che usiamo un motore di ricerca, stiamo utilizzando l’intelligenza artificiale; tutte le volte che mettiamo un like su facebook o instgram, stiamo ancora usando l’intelligenza artificiale.
Per correttezza, definiamo il termine “algoritmo” e quello di Intelligenza Artificiale (I. A.) Dal vocabolario Treccani, si chiama algoritmo: “qualunque schema o procedimento matematico di calcolo; più precisamente, un procedimento di calcolo esplicito e descrivibile con un numero finito di regole che conduce al risultato dopo un numero finito di operazioni, cioè di applicazioni delle regole. In particolare a. euclideo, metodo per determinare il massimo comune divisore di due numeri interi a e b, basato su divisioni successive. In informatica, insieme di istruzioni che deve essere applicato per eseguire un’elaborazione o risolvere un problema.. L’intelligenza artificiale (AI) è la tecnologia di base che consente di simulare i processi dell’intelligenza umana attraverso la creazione e l’applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico.” (wow).
Questi piccoli gesti, sono diventati talmente semplici ed usuali ed hanno avuto un impatto così straordinario nella vita di tutti i giorni, che nessuno oggi potrebbe più farne a meno. Ed è proprio qui che ” casca l’asino! “. La mentalità di chi ci ha fatto dono di questo miracolo, però, non lo ha fatto per la patria o per il nostro bene, ma ha adottato delle specifiche strategie di marketing atte a farci pensare di averne assoluto bisogno e che senza di essa non potremmo più vivere.
Tutto vero, ma anche concepito ad arte ed i soldi che investiamo, sono soldi benedetti in nome del progresso! Questo, non si riduce però soltanto all’uso degli assistenti smart o dall’uso del navigatore e dei motori di ricerca, la scienza va ben oltre a questo banale utilizzo e ha fatto dell’IA qualcosa di molto più complesso, intorno alla quale ruotano gli interessi economici (e non solo), di colossi multinazionali che si contendono il primato ma soprattutto il mercato. La politica è sempre la stessa: “Più persone riesco ad accaparrarmi, più guadagno e più ho potere”,una specie di coercizione che di fatto controlla le nostre vite, immagazzinando un numero infinito di dati personali che serviranno per indicarci meglio le cose di cui abbiamo bisogno senza nemmeno andarle a cercare.
Nel giugno 2023, il Parlamento Europeo ha fissato la propria posizione negoziale sull’ IA act. (o normativa sull’IA,) il primo insieme di regole al mondo sull’intelligenza artificiale. La prima cosa che è stata stabilità, è il controllo del potenziale di rischio sulle persone nell’uso dell’IA e che a stabilirlo, dopo studi complessi, sia una commissione di “Umani”. Si, perchè adesso dobbiamo anche fare questa distinzione! Pensiamo a quante e quali applicazioni può avere questa forma di intelligenza e quanti settori abbraccia e se facciamo due calcoli spiccioli, possiamo renderci conto che ne siamo praticamente sommersi. Dall’uso personale, lavorativo, scolastico, sociale, medico, ingegneristico, architettonico, comunicativo, di scrittura generativa, di calcolo complesso e molto altro, con una consapevolezza diversa e maggiore, possiamo asserire che ne siamo effettivamente governati e lì dove esiste una qualche forma di governo, è necessario stabilire delle regole anche per una qustione etica.
Mentre tutti ci affanniamo a dire quanto tutto questo può essere fantastico, in quale modo ci ha esemplificato la vita, come ci ha arricchiti culturalmente e scientificamente, quanto tempo ci fa risparmiare, come ci fa sentire vicini al resto del mondo, quanto l’IA sia più precisa e incredibilmente più vasta rispetto alla nostra, assistiamo passivamente alla più triste rivelazione di tutti i tempi: ” Anche noi diventeremo degli automi, ma di vecchia ed obsoleta generazione! ” Esagerata…!
Non credo di esserlo e non credo di prospettare uno scenario da film apocalittico, quanto invece di dare un imput per pensare criticamente e non mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, anche se effettivamente questi poveri pennuti non lo fanno!
Non sono una fanatica del revival e dell’amarcord, come tutti in questo millennio faccio uso dell’ IA e mi pregio di vivere nel progresso, ma mi piace guardare anche il rovescio della medaglia o capire se le facce siano effettivamente due o se ne nascondono altre, dunque mi interrogo sul rischio e sul beneficio su qualcosa che ha una portata talmente grande da sovrastarci tutti in un nanosecondo.
Se da un lato la scienza ci fornisce strumenti sempre più avanzati ed innovativi, dall’altro ci predispone all’analisi della questione etica ed a quale impatto diretto possa avere sulla nostra capacità di ricercare, di agire, di calcolare, di interagire, di studiare, di creare, in sintesi di usare la “Nostra” intelligenza. Nel caso in cui non avessimo abbastanza intelligenza, abbastanza tempo o predisposizione in talune materie, ci pensa l’IA, che ha creato una specie di “scacciaproblemi” chiamata Chat GPT, (ovviamente non è la sola), con la quale è possibile generare automaticamente semplici codici o inviare email di routine, scrivere il testo di una pubblicità oppure creare report standardizzati, basta utilizzare un template parametrico e definire un’istruzione inserendo tutti i valori necessari a generare un risultato soddisfacente.
Ebbene, da quando questo miracolo si è rivelato a noi, gli studenti o chi per loro, non elaborano più, non si scervellano per scrivere o fare operazioni matematiche, per tradurre testi, per fare versioni di latino o greco e per fare, fare, fare e ancora fare. Ma non è finita qui, perchè ne esiste una versione PRO a pagamento, in grado di fare anche la marmellata! Pensiamo, per fare un esempio banale, ai grafici che elaborano digitalmente o manualmente delle tavole o dei loghi o quant’altro possa servire al lavoro richiesto del committente, si parte da un idea, si elabora un progetto e poi con prove su prove e aggiustamenti vari si arriva al prodotto finito, naturalmente tutto questo prevede impegno, fatica, dedizione, innovazione e com’è gisto, un compenso per un lavoro più o meno elaborato e lungo.
Adesso pensiamo a quanto tempo impieghi l’IA a finire un lavoro così complesso solo con l’ausilio di parole chiavi?! Solo secondi, mandando in fumo il lavoro di chi elabora progetti invece che dati e parole chiave… e questo non è ancora nulla se si pensa a quante immagini anche fotografiche si possono realizzare digitando cosa si vuole realizzare…Se solo volessimo creare scandali o scalpore, potremmo creare una foto del “Papa col tutù mentre accenna a qualche passo di danza nell’intimità della sue stanze a S. Marta” e nessuno, tranne qualche esperto in materia, potrebbe accorgersi del fake. Questo, per dire quanto si possa fare a scapito di chi lavora e della vita e dignità delle persone comuni o più o meno potenti.
Dobbiamo liberarci della mentalità del “Pecorone” e continuare a pensare con la nostra testa e lavorare con le nostre mani se non vogliamo perdere la nostra identità ed integrità; dobbiamo capire che l’IA è uno strumento utile ed applicabile in tanti settori, ma non può e non deve in nessun modo sostituire la “Nostra intelligenza” e la capacità umana di elaborare e creare; dobbiamo cominciare ad interrogarci sui limiti che si devono rispettare per garantire a tutti il bene inalienabile della libertà e cercare ad ogni costo di rimanere umani e non degli zombie svuotati di vita e di contenuti.
Sarò strana, ma io ci penso!…
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Claudia Badalamenti, Siciliana e un amore viscerale per la scrittura, la poesia e la lettura, che va dai testi classici, ai thriller, passando per tutto ciò che è leggibile o degno di nota. “Mi piace approfondire le mie molteplici curiosità per trarne il frutto prelibato della conoscenza, dell’arricchimento, dalla pienezza e della consapevolezza, che, a parer mio, è il cibo migliore di cui nutrirsi, accompagnato da un buon bicchiere di vino bianco, fresco ed immancabilmente fermo. Il mio mondo è quello universitario, dove lavoro come responsabile della comunicazione e delle relazioni pubbliche ad Agrigento, città bella e ricca di 2.600 anni di storia e di cultura, dal mare incantevole e dal buon cibo, da tesori inestimabili e patrimonio dell’umanità, come la Valle dei Templi, che apre le porte ad un altra dimensione, dove, credetemi, è meraviglioso lasciarsi trasportare. Vorrei far mio un aforisma del grande Heinstein, che condivido nella sua totalità, perché credo che racchiuda in se una delle più grandi verità con la quale convivere imperituro: “ La vita è come una bicicletta, per mantenere l’equilibrio, devi pedalare …”