di Mimma Cucinotta
Per lui il denaro non ha alcun valore. Disprezza l’altezzosità, quando si riesce a vederlo per strada appare con abiti lisi, atteggiamento dimesso e trasandato da poter essere scambiato per un clochard. Si racconta tragga sostentamento dalla pensione della madre anziana, Lyubov Leibovna, con cui vive quasi in povertà in un vecchio casermone di regime sovietico a Kupchino, uno dei quartieri più popolari di San Pietroburgo, non molto distante dall’aeroporto di Pulkovo.Da ragazzo amava suonare il violino e giocare a tennis da tavolo.
I vicini di casa non lo vedrebbero da tempo, le ultime foto risalgono a diversi anni fa, scattate da un blogger russo che lo riprese con capelli lunghi e incolti quanto la barba, scarpe logore e vestiti sdruciti.
Destinatario della ‘Medaglia Fields‘, una sorta di Premio Nobel per i matematici e il Premio scientifico da un milione di dollari assegnato dal Clay Mathematics Institute, entrambi rifiutati.
Ha 58 anni ed è Grigorij Jakovlevič Perel’man, noto anche come “Grisha“. Matematico russo tra i primi geni viventi al mondo. L’asteroide 50033, appartenente alla fascia principale dei pianetoidi con un’orbita caratterizzata da un semiasse maggiore pari a 2,7685739, scoperto nel 2000, dall’astronomo docente di fisica svizzero Stefano Sposetti, è intitolato dal 2007 a Perel’man.
Assurge alla celebrità nel mondo scientifico nel 2002, quando risolve uno dei più famosi problemi di topologia, proposti nel lontano 1904 dal matematico francese Henri Poincaré. Quell’anno pubblicò sul suo sito internet arXiv, la dimostrazione della congettura di geometrizzazione di Thurston. Lo scritto di Perel’man seguì numerose conferenze in importanti Università dirette al chiarimento della dimostrazione di uno dei più famosi problemi irrisolti di topologia. La Comunità internazionale matematica esaminò il lavoro stilando una relazione di mille pagine e oltre. La concezione dimostrativa di Grishà, diminuitivo russo di Grigorj, risultò inattaccabile come altri suoi studi successivi. Molti matematici tentarono in precedenza di dare una risposta al problema, fallendo. Perel’man fu l’unico a sciogliere l’enigma e, gli fu attribuito il riconoscimento promesso dal Clay Mathematics Institute a chi avesse fornito una dimostrazione valida. Premio milionario, che avrebbe dovuto ritirare durante una sontuosa cerimonia a Parigi, dove Perel’man non partecipò, restituendolo al mittente dicendo: Per me è del tutto irrilevante, in quanto se la soluzione è quella giusta, non c’è bisogno di alcun altro riconoscimento… Non voglio essere uno scienziato da vetrina, ma uno che studia la scienza per il bene degli altri”.
Molto poco si conosce della vita attuale dello scienziato, nato a Leningrado, oggi San Pietroburgo, il 13 giugno 1966 da una famiglia di origine ebrea. Il padre morto anni fa di patologia oncologica era ingegnere elettronico, la madre insegnante di matematica, come la sorella Elena divenuta anche lei eccellente matematica. L’aria respirata a casa Perel’man prevalentemente formata da particelle “numeriche” ha evidentemente orientato la mente già particolarmente dotata di Grisha fin dalle prime basi, verso studi scientifici scanditi da successi scolastici impreziositi da una medaglia d’oro vinta nel 1982. Grigorij Jakovlevič Perel’man sali sul podio delle Olimpiadi internazionali di matematica tenutesi a Budapest, conseguendo il massimo punteggio.
Post laurea, in matematica e meccanica nell’Università Statale di Leningrado, il lavoro da ricercatore presso l’Istituto Steklov, con i tutor Aleksandr Danilovič Aleksandrov e Jurij Dmitrievič Burago.
Dopo la caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989) simbolo della Guerra Fredda con la divisione del mondo in due blocchi – disposta alla fine della Seconda Guerra Mondiale – e conclusa ufficialmente il 1991, con il crollo dei regimi comunisti dell’est e la dissoluzione dell’URSS, Perel’man prosegue il proprio contributo scientifico fondamentalmente in geometria comparativa, in diverse Università degli Stati Uniti, per poi fare ritorno in Russia nel 1996 con risultati di ricerca di notevole rilevanza in particolare nell’ambito della congettura dell’anima, tra i teoremi classici della geometria di Riemann.
Perelman, sfidò e sorprese la comunità accademica trovando risposte a enigmi insoluti che avevano scervellato dal 1904 numerosi matematici di fama. Dalla celebrità vissuta lontana dai riflettori e dal mondo scientifico con il netto rifiuto di plausi e riconoscimenti anche in denaro, al ritiro in sé stesso ancora giovane. Oggi Grigorij Perelman cinquantottenne è divenuto un mito tra le generazioni studentesche russe inneggianti allo scienziato che ha rivoluzionato la conoscenza matematica e fautori di un ritorno sulla scena della ricerca per altri contributi.
Apparirebbe poco chiaro l’isolamento di Perelman malgrado si racconti della scelta di una vita ascetica del genio. Sul suo allontanamento sociale è stato prodotto un vero e proprio business. A San Pietroburgo vanno a ruba le t-shirt con la stampa del volto di Grigorj Perelman con scritto “In questo mondo … non tutto si può comprare”. Concetto dal principio valoriale. Certo Grigorij Jakovlevič Perel’man è un matematico puro, un sentimentale della scienza tout-court. Dalla radicale concettualità scevra da confini materialistici, pervasa invece da una interiorità scientifica. Forse si è dinnanzi alla percezione della Scienza intesa come rappresentazione spirituale in favore all’umanità. Una interpretazione filosofica? Può darsi. Speriamo davvero sia così per lo scienziato.
Ma desideriamo pensare, la maglietta possa pure simboleggiare un ritorno al contributo socio-scientifico per il grande Perel’man coniugato soprattutto al richiamo alla vita…!
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