Parafrasando il messaggio di Maria Fida Moro, figlia del grande statista, che ha vissuto il dramma della perdita del padre ed ha visto mutata la sua esistenza, possiamo osservare anche noi che il clima, i terremoti, le eruzioni, i guerriglieri, gli afroamericani, i profughi, i malati di Covid, le vittime di incidenti della strada e sul lavoro fanno parte del “gioco della vita, che ci riporta come un fiume, ansa dopo ansa all’iridescente meraviglia dalla quale proveniamo ed alla quale faremo ritorno ineluttabilmente”. Così scrive Giuseppe Aderno’, in un articolo, pubblicato su Freccia Web, dal titolo ‘Gioco della vita’ in cui, intervistata, e’ Maria Fida Moro a lanciare un messaggio di speranza.
La prevenzione è saggezza, ma non tutto si può prevedere o prevenire, ci sono degli eventi che ci colgono all’improvviso e ci trovano impreparati, come abbiamo sperimentato nel dramma sociale della pandemia Covid-19 e successive varianti. “La sicurezza non esiste, a nessun livello ed a nessun titolo, e, cionondimeno- sostiene Fida Moro- è necessario vivere, lavorare, andare a scuola, fare le cose di tutti i giorni, viaggiare, riposarsi”.
Oggi siamo ossessionati dai numeri che spesso si contraddicono e che sono anche molto noiosi. Crea tensione emotiva la notizia della possibile “fascia gialla” o rossa. Il telegiornale si chiude sempre con i dati dei “bollettini Covid”, come amare gocce di paura che scandiscono i rimi dello stato di allerta, e intanto la vita continua.
Ogni giorno che passa restiamo più indietro. Dicevano i latini: “non progredi regresti est”.
Il tempo che passa non ritorna indietro e le occasioni perdute non si possono riprendere. “Siamo terrorizzati dalla vita della quale la morte fa parte integrante, scrive Maria Fida e questa riflessione ci aiuta a pensare, a riflettere saggiamente e consapevolmente che “La vita è in divenire e ci mette alla prova di continuo. Bisogna imparare ad esistere in pace ad a convivere anche con le cose brutte. “Non c’è cura, non c’è vaccino, non perché non ci sia vaccino, ma perché risolto un problema se ne presenta subito un altro”.
Non si può continuare a vivere di terrore, come, purtroppo sta avvenendo per le popolazioni dell’Afghanistan di questi drammatici giorni. “Dobbiamo darci pace altrimenti la nostra non sarà mai vita.”
Con saggezza, avendolo provato e vissuto in prima persona, la primogenita di Moro,che nel 2013 insieme al figlio Luca hafondato un movimento cristiano sociale, denominato “Dimensione Cristiana con Moro” ispirato alla politica dello statista democristiano, scrive: “Nella nostra epoca – cosiddetta civile – manca la cultura della morte, che è solo un momento di passaggio verso uno straordinario meglio che noi non possiamo nemmeno immaginare perché siamo limitati dal gioco di ruolo che stiamo vivendo qui.
Se solo ricordassimo un barlume della magnificenza che ci attende andremmo via subito. Per favore restiamo fermi solo un attimo a respirare lentamente ad a guardarci intorno.
La bellezza ci parla di amore, di gioia e di verità. Vi sarà capitato di vedere dormire un neonato serafico, al sicuro da tutto, al suo posto nel cosmo”.
Queste parole risuonano come un balsamo che restituisce serenità e calma. Occorre rallentare il ritmo e la frenesia della vacanza, del ferragosto, della comodità, del lavoro, del guadagno e dare valore alle cose che valgono.
“L’eternità c’è ed è il nostro destino cosmico – nessuno può togliercela – l’eternità è, da sempre e per sempre, ed in questo preciso momento qui, noi siamo insieme con lei in tutte le cose”.
Siamo come “Gocce di mare, granelli di sabbia, alte montagne, piccoli fiori delicati, galassie sconfinate”.
“Se il nostro destino è l’Eterno cosa volete che ci faccia un virus che peraltro ha un posto ed una funzione a sua volta nel creato? Noi siamo qui per uno scopo ben preciso, sperimentare e scegliere, dopo molti tentativi ed errori, l’Amore dal quale proveniamo e che tutto tiene insieme.
Operare nella costante ricerca della dimensione dei valori e dell’Assoluto, del traguardo finale che va oltre la meta da conseguire, è un impegno morale che ciascuno traduce nell’esercizio della professione che diventa di qualità, quando “si crede a ciò che si fa”, quando si fanno bene anche le piccole cose ordinarie come se fossero straordinarie, quando ogni giorno nel libro della vita si registra una piccola conquista , senza lasciare pagine in bianco.
Maria Fida – scrive in conclusione Adernò- lancia un appello ai ministri, ai politici, ai genitori: “Lasciate che i ragazzi vadano a scuola in un modo possibile. Lasciate che loro ed anche noi respiriamo ossigeno e non anidride carbonica. Ricordate che la vita avanza verso la vita, si cura da sé: lo fa da millenn. Il nostro destino non è la sofferenza, né la morte, bensì luce risplendente e gioia senza fine”. Quest’ultimo messaggio invita a non lasciarsi “rinchiudere in un bozzolo di numeri “, bensì fare in modo che la gioia, “la più alta espressione della vita stessa” sia dovunque e per tutti”.