Messina, 18 ottobre 2021 – Il romanzo storico-memorialistico di Maria Grazia Genovese (Genius Loci, Tipografia Samperi, Messina 2021 pag 400) ha una peculiarità straordinaria, si presenta al lettore come una sorta di sceneggiatura cinematografica in cui è evidente un saldo equilibrio tra scrittura e messa in scena. Vi è inoltre quella che Calvino definiva”rinata volontà di parlare”cioè la volontà di ripercorrere un periodo della storia messinese complesso e molto doloroso. Il ritrovamento dei diari della sua trisavola, Matilde, induce l’autrice a ripercorrere un passato glorioso, anche se non privo d’insidie. Ella si calerà intensamente nelle vicende annotate e quasi come in”trasfert” le rivivrà. Tutto il romanzo è un caleidoscopio dei comportamenti psicologici dei personaggi, dello loro inclinazioni e delle loro devianze. Bisogna adeguarsi ad un mondo che cambia ma non è facile: ogni personaggio vive le contraddizioni di un’epoca che si avvia verso la modernità e verso il progresso. Frequente è il ricorso al flashback , determinato proprio dall’accavallarsi delle due voci narranti: l’ava e la pronipote.
La prima induce l’erede che ha ritrovato il diario ad una rimemorazione dei fatti di cui quest’ultima ha larvata memoria: ne risulta una messa a fuoco della coscienza e del carattere di quasi tutti i personaggi evocati. Interessante è anche l’ ”excursus” sui luoghi della ricchezza e del potere, da un lato e, dall’altro, l’attenzione alle umili dimore della servitù e dei contadini. Da un lato, le case coloniche fatiscenti ma pulite, dall’altro, le grandi ville dei ricchi proprietari terrieri. Non vi è tuttavia ancora, in queste terre, un forte scontro sociale: e’ dominante, invece,il rispetto reciproco ed una grande stima . Le due coautrici operano in simbiosi, secondo quella che lo studioso Murray Smith definisce”struttura delle simpatie”. Tutto il romanzo procede, secondo piani alternati, tra elementi materiali e comportamenti psicologici, tra analisi delle motivazioni di una scelta ed incapacità di seguire il sentiero più opportuno. Il ricorso al flashback o all’analessi è frequente in quanto l’ava, larvatamente, suggerisce, a chi leggerà il diario e se ne farà portavoce, d’entrare empaticamente in quel mondo che fu, per avere una chiara visione dei valori portanti della società messinese “du fin de siecle”. L’erede, a sua volta, tende a legare i due tempi(passato e presente ) in una visione plurivoca che consente ai lettori, da un lato, di comprendere la motivazione delle scelte e dall’altro, di individuare i devianti. Il romanzo diventa quindi un viaggio di consapevolezza che percorre, da un lato, le migliorie e le conquiste del secolo che si avanza ma anche ne segnala i contrasti sociali e politici. Il disastro avviene quando la città è molto contesa dalla imprenditoria europea,lanciata verso in una crescita esponenziale che la renderà famosa nel mondo. Altro è ,tuttavia, il destino. Un uccello pigola lontano”piagando l’animo di chi l’ascolta”. All’improvviso un sussulto ed ecco là minaccioso il mare, pronto a distruggere l’ “habitat”umano. Una tempesta d’acqua cadrà sulla città e la sommergerà. Maria, erede di un prezioso diario, restituirà la vita a Matilde e con essa riportera’ in auge la città, come solo la scrittura “alta” riesce a fare.
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Cenni biografici
Maria Grazia Genovese, messinese, nasce nel 1962. È musicista classica, compositrice, poeta e scrittrice. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, fra cui le sillogi poetiche Tempo lucente (2012), Elegia (2016), Il nido nel rosaio (2019), Sutta all’occhi di Scilla e Cariddi (2020), racconti e fiabe. Nel 2015 ha fondato l’associazione “Cenacolo Culturale Hortus Animae” di cui è presidente. Ha creato e cura una collana poetica, Florilegio, che riunisce le opere dei poeti afferenti al cenacolo. Recensisce opere poetiche e viene spesso invitata a far parte di giurie di premi letterari. Nel 2019 si è classificata al primo posto nel premio letterario “Seneca” nella sezione silloge. Ultima sua pubblicazione è il romanzo storico “Genius loci” ambientato nella Messina ottocentesca, fra la cacciata dei Borboni e il terremoto del 1908.