Si è svolto presso l’auditorium del Palacultura “Antonello da Messina”, l’ultimo progetto artistico di Cesare Natoli. “Poesia dell’Origine. Musica e filosofia nel cinema di Pier Paolo Pasolini” il titolo dello spettacolo, nel quale il pianista e musicologo messinese esplora la poetica del grande intellettuale bolognese attraverso la prospettiva musicale e cinematografica. Un appuntamento da non perdere – inserito nella rassegna “Accordiacorde” della Filarmonica Laudamo di Messina – che si pone anche come ideale prosecuzione del progetto analogo su Stanley Kubrick, presentato sempre al Palacultura, due anni fa, dallo stesso Natoli.
“Vorrei essere scrittore di musica”, scriveva Pier Paolo Pasolini nel 1966. Parole citate spesso da coloro che si sono avvicinati al suo universo musicale e a quello che esso ha rappresentato per l’intellettuale bolognese. Esplorare tale dimensione in tutta la sua interezza è opera ardua e senz’altro non riassumibile nello spazio di un singolo evento. Resta tuttavia possibile portare alla luce le principali direttive del rapporto tra Pasolini e la musica, specie se ci si concentra su uno dei diversi ambiti artistici ed espressivi da lui frequentati, ossia quello cinematografico.
Nel cinema pasoliniano la musica assume, infatti, un ruolo di primissimo piano. Un ruolo teso a integrare in modo determinante la narrazione delle immagini. Scrive Pasolini: “le immagini cinematografiche, riprese dalla realtà, e dunque identiche alla realtà, nel momento in cui vengono impresse su pellicola e proiettate su uno schermo, perdono la profondità reale, e ne assumono una illusoria”. È solo la fonte musicale «che non è individuabile sullo schermo, e nasce da un “altrove” fisico per sua natura “profondo”» a sfondare «le immagini piatte, o illusoriamente profonde, dello schermo, aprendole sulle profondità confuse e senza confini della vita». In tale prospettiva, durante il concerto-conferenza, sono stati proiettati brevi estratti dai principali film di Pasolini, accompagnandone la visione con esecuzioni dal vivo, al pianoforte, dei brani utilizzati come colonna sonora diegetica ed extra-diegetica dei film stessi. Parallelamente, si analizzeranno anche le principali riflessioni dello stesso Pasolini sulla musica e sull’importanza che essa ha avuto nella sua formazione, nonché il ruolo fondamentale che essa svolge nella realizzazione delle sue principali opere (cinematografiche e non solo). Uno certo spazio avranno anche brevi ascolti di brani orchestrali (tratti dalla Passione secondo San Matteo di Bach, dai Quartetti e dal Requiem di Mozart, oltre che da repertori etnomusicologici) presenti nei principali lungometraggi del grande intellettuale scomparso nel 1975.