Da Pisa a Lecce, passando per Bologna, Torino, Brescia e Napoli: queste sono state le tappe del roadshow “Your Heart Matters”, l’iniziativa europea di Medtronic, azienda leader di Healthcare Technology, realizzata in collaborazione con alcune strutture ospedaliere e universitarie di eccellenza.
Rivolta ai professionisti sanitari nel campo della cardiologia strutturale, l’obiettivo della campagna è stato quello di promuovere la formazione continua sulle tecniche interventistiche più recenti e sulle tecnologie più innovative. All’interno dell’unità mobile “Your Heart Matters”, cardiologi e infermieri specializzati hanno avuto l’opportunità di ampliare le proprie competenze sulla terapia TAVI, partecipando a simulazioni e workshop pratici che hanno riprodotto fasi essenziali del percorso diagnostico e terapeutico per i pazienti affetti da stenosi aortica (SA) severa.
“Your Heart Matters è un progetto estremamente innovativo in termini di Medical Education & Training, che si pone l’obiettivo di portare formazione agli operatori sanitari con lo scopo di migliorare sempre di più l’assistenza ai nostri pazienti. Con questo roadshow, Medtronic Italia vuole confermarsi come partner di eccellenza dei nostri clinici per garantire il miglior utilizzo delle nostre terapie innovative e dare al paziente finale il miglior risultato possibile in termini di salute – spiega Stefano Lusian, Responsabile della Divisione di Cardiologia Strutturale di Medtronic Italia -. ‘Educare connettere e innovare’ sono i tre pilastri fondamentali di questa iniziativa itinerante che si pone come ulteriore obiettivo quello di creare connessione fra tutti gli stakeholder coinvolti nella gestione delle terapie cardiovascolari. Noi crediamo sia fondamentale il dialogo tra Hub e Spoke, tra medici e infermieri, tra operatori sanitari e produttori di devices clinici, per far sì che l’innovazione arrivi sempre in maniera più efficace ai nostri pazienti. Innovare è fondamentale per Medtronic, ma innovazione non significa solo tecnologia, significa anche l’implementazione di pratiche sostenibili che portano benefici a lungo termine a tutti gli operatori coinvolti: pazienti, clinici e istituzioni sanitarie”.
In Italia, la stenosi aortica rappresenta la valvulopatia più diffusa che richiede interventi chirurgici o transcatetere. La sua incidenza sta rapidamente aumentando, principalmente a causa della degenerazione calcifica che colpisce una parte significativa della popolazione anziana. Senza trattamento, circa il 50% dei pazienti affetti muore entro due anni.
L’introduzione della valvola aortica transcatetere (TAVI) è stata inizialmente concepita come alternativa alla sostituzione valvolare aortica mediante cardiochirurgia tradizionale. Tuttavia, i risultati positivi e la minore invasività della procedura hanno notevolmente ampliato il numero di pazienti candidati: attualmente, l’indicazione si estende ai pazienti di età superiore ai 75 anni, e a quelli con significative comorbidità. È probabile che questo bacino si allargherà ulteriormente e che il numero di interventi TAVI raggiungerà e supererà a breve quelli tradizionali.
La prima tappa dell’unità mobile attrezzata si è svolta il 4 giugno a Pisa, presso la Scuola Superiore S. Anna, nell’area del CNR. L’evento è stato organizzato insieme al Dott. Sergio Berti, Direttore della Cardiologia Diagnostica e Interventistica dell’Ospedale Monasterio di Massa, che ha illustrato l’importanza dell’innovazione nella gestione della stenosi valvolare aortica: “La stenosi valvolare aortica sta emergendo come una patologia significativa, principalmente a causa della sua natura degenerativa e dell’invecchiamento della popolazione. Attualmente, la sua prevalenza è leggermente superiore al 3% nella popolazione over 75 anni. Non tutti i pazienti necessitano di un intervento; le indicazioni riguardano quelli con stenosi valvolare aortica severa sintomatica. Secondo l’Haute Autorité de Santé francese, la necessità di terapia è di circa 400 interventi per milione di abitanti. L’intervento TAVI viene eseguito in anestesia locale, ed è il risultato di una rigorosa pianificazione e di una minuziosa simulazione personalizzata in fase pre-operatoria della procedura, che minimizza il margine di errore, e della formazione degli operatori che la svolgono. Questo approccio ha portato ai risultati attuali, caratterizzati da una bassa incidenza di complicanze e tempi di dimissione entro la prima o seconda giornata post-intervento”.
La seconda tappa si è tenuta mercoledì 5 giugno a Bologna, in occasione del congresso mondiale di cardiochirurgia delle patologie cardiache congenite e del congresso SICP – Società Italiana Cardiologia Pediatrica. Nel pomeriggio, è stato organizzato un workshop pratico in Interventional Cardiology con il Prof. Massimo Chessa, rivolto a giovani cardiologi interventisti e cardiochirurghi.
Il truck ha poi proseguito la sua corsa fino all’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, dove l’11 e il 12 giugno ha offerto, in collaborazione con il Dr. Giuseppe Musumeci, sessioni educative con simulatori TAVI a ecocardiografisti e cardiologi interventisti.
“Lo slogan dell’iniziativa è “Innovare, educare e connettere”, e questo è esattamente ciò che è successo all’Ospedale Mauriziano. L’evento ha rappresentato una grande innovazione, ha favorito la connessione tra molti colleghi e ha promosso l’educazione continua. Il truck ospitato a Torino, nell’ambito dell’iniziativa europea, è stato uno strumento prezioso che ha introdotto un nuovo modo di interagire: all’interno di uno spazio molto avanzato, ha reso disponibili numerose risorse. È stata un’esperienza estremamente positiva che ci ha consentito di crescere insieme e di valutare un’innovazione che fa bene al paziente –interviene il Dr. Giuseppe Musumeci -. La procedura TAVI sta crescendo costantemente nel corso degli anni, questo perché è efficace. È stata valutata in tutte le categorie di rischio, partendo dai pazienti inoperabili fino a quelli a basso rischio, con risultati sempre paragonabili o superiori rispetto alla cardiochirurgia tradizionale. Quest’anno in Italia sono state eseguite più di 13.000 TAVI, il che indica chiaramente che la procedura è efficace e benefica per il paziente. L’innovazione ha permesso di soddisfare le esigenze di salute dei pazienti: la protesi Medtronic, supportata da dati a lungo termine che ne attestano la durabilità, si conferma una soluzione altamente performante.
La quarta tappa del roadshow si è svolta il 13 giugno, in collaborazione con la Dott.ssa Marianna Adamo, presso l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia. “L’obiettivo di questa iniziativa è rafforzare la rete TAVI tra centro Hub e centri Spoke. La stenosi aortica è una patologia rilevante e, grazie alla TAVI, abbiamo rivoluzionato la storia della malattia e la storia dei pazienti con stenosi aortica severa. Tuttavia, in Italia, il 50% dei pazienti non accede alle cure. Dobbiamo colmare questo divario potenziando i percorsi intra ed extra ospedalieri e i rapporti tra il centro di riferimento e i centri periferici, per garantire una cura adeguata al paziente. La TAVI è una procedura efficace e le protesi utilizzate hanno una lunga durata nel tempo: i dati recentemente pubblicati dimostrano che, soprattutto alcune protesi con un disegno sovra-anulare, hanno risultati eccellenti anche a lungo termine. A dieci anni, la sopravvivenza dei pazienti che si sottopongono alla TAVI è equivalente a quella di coloro che fanno chirurgia, e la percentuale di degenerazione di alcune protesi sovra-anulari è addirittura inferiore a quella della chirurgia. Questi dati ci incoraggiano a espandere questa terapia anche ai pazienti più giovani, con un’aspettativa di vita più lunga” spiega la Dott.ssa Marianna Adamo.
La quinta tappa del roadshow si è svolta il 18 giugnoin collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II” di Napoli presso l’ingresso principale dell’AOU “Federico II”. “È fondamentale garantire ai pazienti non solo un accesso tempestivo alle cure, ma anche le migliori terapie possibili, sia dal punto di vista farmacologico che chirurgico, come nel caso della stenosi aortica. L’innovazione della TAVI semplifica i procedimenti grazie alle moderne tecnologie che guidano l’intera operazione. Inoltre, è importante evidenziare le modalità di simulazione utilizzate per potenziare le performance degli operatori. Questo non solo migliora significativamente l’assistenza grazie al supporto tecnologico, ma rappresenta anche una sicurezza aggiuntiva per i nostri cittadini, contribuendo a migliorare la loro qualità della cura” commenta il Dott. Giuseppe Longo, DG AOU Federico II Napoli.
L’iniziativa itinerante si è conclusa il 20 giugnopresso l’Ospedale Vito Fazzi di Lecce. “Siamo davvero felici di aver collaborato a questa iniziativa di Medtronic e di aver ospitato il truck. Questo evento ci ha offerto l’opportunità di confrontarci con tutti gli attori coinvolti per affrontare tematiche cruciali riguardanti la TAVI, in particolare la sua sostenibilità economica e l’abbattimento delle liste d’attesa. La TAVI è una procedura consolidata e in netta crescita, sia per l’invecchiamento della popolazione, sia perché sempre più pazienti ne necessitano. Per questo motivo, la sua espansione è continua, e l’opportunità offerta da Medtronic di riunire tutti gli stakeholder, inclusi quelli non sanitari, è stata una grande occasione per la mia equipe e motivo di grande soddisfazione per i traguardi raggiunti. Abbiamo inoltre avuto modo di presentare le ultime evidenze scientifiche legate alla TAVI e abbiamo organizzato un’esperienza formativa per i futuri medici e infermieri dell’Università del Salento” afferma il Dott. Giuseppe Colonna.
“Quando si parla di innovazione tecnologica, uno dei primi problemi sollevati riguarda la sostenibilità nelle aziende sanitarie e come queste nuove innovazioni possano conciliarsi con questo tema. Dai dati raccolti emerge in modo chiaro quella che è la sostenibilità della procedura TAVI. Quello che è auspicabile è che questa innovazione possa essere monitorata nel tempo con una riproducibilità tecnica e scientifica che ne confermi l’importanza e ne favorisca la sua diffusione” conclude la Dott.ssa Maria Nacci, direttrice sanitaria dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce.