In occasione di questa questa Giornata Mondiale Contro l’AIDS, accolgo con piacere gli enormi progressi fatti su scala mondiale per contrastare l’epidemia dell’AIDS. Quest’anno, i leader mondiali si sono impegnati a eliminare l’AIDS entro il 2030. Il piano Fast Track, lanciato la settimana scorsa, ci permetterà di raggiungere questo obbiettivo.
Quasi 14 milioni di persone in tutto il mondo hanno ora accesso a terapie per l’HIV. Abbiamo ridotto i nuovi casi del 38% dal 2001. Abbiamo prevenuto 1,16 milioni di contagi fra i neonati grazie all’uso di farmaci antiretrovirali. Entro il 2015, quindici milioni di persone avranno avuto accesso a farmaci antiretrovirali; entro il prossimo anno contiamo inoltre di eliminare il contagio da madre a figli nei prossimi anni. Grazie alla dedizione e all’energia di molti partner, società civile inclusa, continuiamo a combattere quelle leggi che stigmatizzano e discriminano. Il progresso accelera.
Ma le nostre conquiste rimangono fragili. Ci sono 35 milioni di persone nel mondo che convivono con l’HIV, e circa 19 milioni di esse non sanno di aver contratto il virus. Ci sono lacune sostanziali nel nostro supporto ad alcuni gruppi chiave di persone. Ad esempio, due bambini su tre che necessitano trattamenti non li ottengono; le giovani donne in particolare sono specialmente vulnerabili al virus in paesi dove l’HIV ha i tassi di diffusione più alti. L’epidemia di AIDS sta ora prendendo piede in Europa orientale, Asia centrale, Medio Oriente, alimentata da discriminazione e leggi punitive. Spesso, il lavoro essenziale dei centri specializzati e delle organizzazioni di supporto non riceve l’aiuto necessario. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno.
Sono lieto e al tempo stesso fiero di vedere che stiamo comunque facendo passi avanti. Ciò che abbiamo imparato dalla risposta all’AIDS è evidente ora più che mai, mentre siamo alle prese con il virus ebola nell’Africa occidentale. Sappiamo che i sistemi sanitari da soli non sono in grado di fornire un’assistenza robusta. Giustizia sociale, democratizzazione della scienza, diritti umani, uguaglianza di genere ed un approccio alla salute centrato sull’individuo: sono tutte lezioni che abbiamo appreso nel corso della lotta all’AIDS e che ora vengono applicate diffusamente, tra l’altro anche nel contesto delle discussioni sull’agenda dello sviluppo post-2015.
In questa Giornata, chiedo ai leader mondiali di unirsi a noi in questa causa comune. Abbiamo invertito la rotta, fissando un obiettivo ambizioso: eliminiamo, tutti insieme, l’AIDS entro il 2030.