Messina – Prima di ferragosto ho accompagnato alla cortina del porto di Messina, una amica e collega giornalista a fare un pezzo sui migranti, avevamo avuto la notizia dell’arrivo nel primo pomeriggio di una nave della Guardia Costiera, siamo giunti puntuali ma il pattugliatore si è fatto attendere, qualche ora poi è apparso sotto la Madonnina del porto.
La collega mi sussurra con voce roca “sai io mi commuovo quando vedo queste scene”, io resto impassibile, ormai la tv giornalmente ci propone nei TG due o tre salvataggi in mare, arrivi giornalieri, morti, quindi mi sentivo immune. Purtroppo la globalizzazione produce tanta indifferenza e le news delle stragi in mare e nei Balcani, diffuse dai telegiornali ancora non riescono a scalfire il cuore dell’Europea e dell’ONU. La procedura prevede prima lo sbarco di malati ed anziani, le famiglie e poi gli uomini, che in genere sono la maggioranza, sembrano tutti uguali “giovani e giovanissimi, alti magri e nerissimi” provenienti dall’Africa centrale e dal Corno d’Africa.
Scendono i primi anziani, uno sulle spalle di un militare e poi le famiglie, qui i miei occhi cominciano a vedere una realtà diversa, famiglie intere le mamme con i figli in braccio o per mano, la procedura prevede una foto e la misurazione della temperatura, i bambini sembrano smarriti e cercano sempre la mano dei genitori.
Famiglie siriane scappate dalla guerra, dal loro modo di fare si intuisce che sono di una classe agiata, gli abiti sono decorosi ma sporchi per il lungo viaggio, nei loro occhi si legge il disagio di passare sotto i riflettori e i flash dei fotoreporter.
In mezzo a diverse famiglie in attesa della registrazione, i miei occhi vedono una bambina di circa 8 anni, con in testa un cappello di paglia color rosa con un fiore di stoffa cucito sulla tesa. La bimba con la manina destra si aggrappava alla madre e con la sinistra si teneva sempre il suo pregiato cappello ormai consunto, che malgrado la brutalità degli scafisti e il lungo viaggio era riuscita a salvare.
Senza accorgermene mi sono sentito un nodo in gola “la commozione”, alla vista di quel cappello rosa in stile occidentale segno di una passata agiatezza, che sarà tutta da riconquistare in un paese straniero e tra mille difficoltà, ma fortunatamente con una famiglia che la potrà seguire e far crescere.