Roma – L’AIFVS (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada) , con il proprio comunicato diffuso l’11 gennaio 2016 ed inviato anche ai familiari delle vittime, aveva già chiesto alla Corte d’Appello di Torino di applicare la pena al massimo, comprensiva di tutte le aggravanti, tanto da eguagliare anche in caso di colpa, come suggerito dalla Cassazione, la pena precedentemente comminata in Appello.
La Corte d’Assise d’Appello di Torino, discostandosi dalla decisione della Cassazione, ha ritenuto doloso il reato ed ha condannato Ilir Beti a 18 anni e 4 mesi di reclusione. Una condanna che soddisfa i familiari delle vittime, ma che forse avrà ulteriori risvolti processuali per la sfida che la Corte d’Assise d’Appello, opponendosi, ha lanciato alla Cassazione.
L’AIFVS continua ad auspicare che ci sia un cambio di passo a tutti i livelli nell’amministrazione della giustizia, perché a fronte della ricerca di giustificazioni psicologiche finalizzate a ridurre la responsabilità dell’imputato, abbiano peso i dati oggettivi di trasgressione delle norme nel comportamento dell’imputato, con conseguente distruzione dei diritti inviolabili degli altri.
È ciò che auspichiamo avvenga con la votazione della legge sull’omicidio stradale.
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni
Presidente AIFVS