È POSSIBILE RIVEDERE IL CONVEGNO SUL CANALE STREAMING INMP al seguente link https://www.ustream.tv/channel/5k6aqY7vjfk
Giovedì 5 maggio 2016 la Dr.ssa Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’OMS, in occasione dell’evento INMP Epidemiologia della salute della popolazione immigrata in Italia: evidenze dalle indagini multiscopo ISTAT a cui ha partecipato, ha potuto visitare l’Istituto. Accompagnata dalla Dr.ssa Concetta Mirisola, Direttore Generale dell’INMP, dall’On. Livia Turco, Presidente del Consiglio di Indirizzo, dal Dr. Fortino, Direttore Sanitario, dalla Dott.ssa Santina Amicone, Direttore amministrativo e dal Dott. Costanzo, Direttore della UOC IRP, la Dr.ssa Bustreo ha visitato gli ambulatori, intrattenendosi brevemente con il personale sanitario.
L’approccio transdisciplinare, il diritto alla salute e al benessere fisico e mentale di tutte le persone, una speciale attenzione alla salute dei gruppi più vulnerabili, inclusi donne, anziani e bambini, la lotta contro l’esclusione sociale e la povertà: queste sono solo alcune delle azioni prioritarie dell’OMS che la Dr.ssa Bustreo ha potuto riscontrare nel mandato dell’Istituto ma soprattutto nelle attività quotidiane da esso intraprese. L’Istituto infatti si occupa di problematiche di salute strettamente correlate alle fragilità
sociali e alle vulnerabilità connesse alle migrazioni e alle nuove forme di impoverimento, che interessano sia i migranti sia sempre di più gli italiani, attraverso una presa in carico multidisciplinare e multiculturale. Un servizio, quello erogato dall’INMP, che mette al centro la persona, i suoi bisogni, le sue fragilità e la sua cultura. Il Vice Direttore dell’OMS ha potuto così apprezzare l’assistenza integrata, clinica, psicologica e sociale rivolta alle fasce più svantaggiate della popolazione italiana e immigrata, a persone senza dimora, a poveri e “nuovi poveri”, a donne vittime di violenza e a minori non accompagnati. Ha potuto inoltre verificare la recente ristrutturazione degli ambulatori interni, visitando gli spazi adibiti alla ricerca e osservando da vicino i macchinari all’avanguardia disponibili per l’intera utenza.
Nel corso della visita della Dr.ssa Bustreo sono state infine discusse attività progettuali di salute globale che l’Istituto conduce in Africa, a supporto della salute materno infantile delle popolazioni locali, in linea con gli indirizzi di sviluppo dell’OMS.
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RAI GR1 Edizione del 5 maggio, ore 23 – minuto 00.02.06
SKY TG24 del 5 maggio
SPECIALE ANSA video interviste Mirisola, Bustreo, Fortino, Costanzo, Petrelli
AMCI ROMA testata Associazione Medici Cattolici Italiani
IL FARMACISTA ONLINE, Quotidiano della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani
NEL PAESE
FOCUS
ADN KRONOS SALUTE
SALUTE: IN 10 ANNI PEGGIORATA PER IMMIGRATI REGOLARI, CRISI TRA CAUSE =
Maggiore integrazione ‘freno’ a trend
Roma, 5 mag. (AdnKronos Salute) – E’ nettamente peggiorata, in circa
10 anni, la salute degli immigrati regolari in Italia. Un fenomeno
effetto anche della crisi economica. Il confronto tra i dati Istat del
2005 con quelli del 2013 indicano che, se nel passato gli stranieri
residenti nel nostro Paese consideravano il loro stato di salute
migliore rispetto a quanto percepito dagli italiani, nel tempo le
differenze si sono fortemente ridotte per la salute fisica, mentre è
aumentata la quota degli stranieri con problemi di salute mentale,
soprattutto tra le donne. Una maggiore integrazione, però, sembra
essere un ‘freno’ a questo trend.
E’ quanto si evince dai dati Istat delle indagini sulla Salute (2005,
2008, 2013 su 60 mila famiglie e 120 mila individui), insieme alla
ricerca ‘Condizione e integrazione sociale dei cittadini stranieri’,
condotta su un campione nazionale di circa 10 mila famiglie con
cittadini stranieri residente (per un totale di oltre 20 mila
persone), presentate al convegno ‘Epidemiologia della salute della
popolazione immigrata in Italia’, oggi dall’Istituto nazionale
migrazioni e povertà (Inmp) e Istat.
(segue)
(Ram/AdnKronos Salute)
ISSN 2499 – 3492
SALUTE: IN 10 ANNI PEGGIORATA PER IMMIGRATI REGOLARI, CRISI TRA CAUSE (2) =
(AdnKronos Salute) – I dati 2013 evidenziano che gli stranieri
residenti in Italia da oltre 10 anni hanno una probabilità superiore
del 20% di dichiarare cattiva salute percepita rispetto a chi risiede
in Italia da meno tempo. La crisi economica – dicono i ricercatori –
sembra quindi essere in grado di accelerare il processo di
assimilazione degli stranieri agli stili di vita delle fasce di
popolazione più povere. “Sono aumentati ad esempio, nel tempo – ha
spiegato Concetta Mirisola, direttore generale dell’Inmp – gli obesi,
tra gli stranieri residenti. E in particolare tra le donne. Ma il
fenomeno è più limitato in caso di maggiore integrazione, in
particolare negli stranieri che vivono almeno con un italiano in
casa”. La permanenza in Italia – precisano i ricercatori – determina
un rischio superiore specialmente tra gli immigrati più giovani (18-35
anni di età).
Il rischio è più elevato tra chi si trova in condizioni
socio-economiche più svantaggiate, mentre è più basso per gli
stranieri che vivono in famiglia con italiani. Considerando che il
fenomeno della immigrazione per motivi economici è un fenomeno recente
in Italia, ed essendo noto che al momento dell’arrivo gli immigrati
presentano uno stato di salute migliore rispetto a quelli della
popolazione residente, tale vantaggio di salute si sta rapidamente
esaurendo, suggerendo che la programmazione sanitaria e la prevenzione
devono rafforzare politiche orientate all’equità. (segue)
(Ram/AdnKronos Salute)
ISSN 2499 – 3492
SALUTE: BUSTREO (OMS), ITALIA SENSIBILE E ALL’AVANGUARDIA SU MIGRANTI =
Progetto tessera sanitaria all’arrivo strumento utile a
garantire diritto
Roma, 5 mag. (AdnKronos Salute) – L’Italia, in tema di salute dei
migranti, sta dimostrando di essere “un Paese molto sensibile e
all’avanguardia” che ha “strutture, come l’Istituto nazionale Salute
migranti e povertà (Inmp), che si focalizzano su questi aspetti,
raccolgono dati, hanno la capacità di analizzare le problematiche
nelle popolazioni e fanno un’azione di diffusione di informazione”. A
promuovere le politiche di accoglienza sanitaria del nostro Paese
Flavia Bustreo, vicedirettore generale salute della famiglia, delle
donne e dei bambini dell’Organizzazione mondiale della Sanità, a
margine del convegno dell’Inmp, in corso a Roma dedicato alla salute
degli immigrati.
Bustreo ha sottolineato che “l’assenza di dati è un problema molto
importante per definire le politiche sanitarie” nei confronti dei
migranti. “Nel mondo – ha spiegato – un bambino su cinque non viene
registrato alla nascita, soprattutto nell’Africa sub sahariana e in
Asia. Si tratta di bambini che non esistono, non raggiunti dai
vaccini”. Per questo la tessera sanitaria per i migranti, che sarà
sperimentata nei prossimi mesi nei punti d’arrivo dei migranti in
Europa, in un progetto pilota guidato dall’Italia e finanziato dalla
Ue, “può essere importante perché può permettere alle persone che
arrivano di essere registrati all’arrivo, di esistere. Spero vivamente
che possano essere strumenti in grado di contribuire alla garanzia del
diritto alla salute”.
(segue)
(Ram/AdnKronos Salute)
SALUTE: BUSTREO (OMS), ITALIA SENSIBILE E ALL’AVANGUARDIA SU MIGRANTI (2) =
(AdnKronos Salute) – “Mi fa molto piacere vedere l’impegno che il
nostro Paese manifesta per la protezione e per la garanzia del diritto
alla salute di tutti, inclusa la popolazione di migranti, con i flussi
che l’Italia sta sperimentando negli ultimi anni e negli ultimi mesi”,
ha detto la rappresentante dell’Oms sottolineando che tra gli impegni
più importanti da attuare da parte degli Stati, ci sono “la garanzia
vaccinale di base per tutti i bambini che arrivano nel territorio e
l’attenzione per le donne con la protezione e le tutele per quante,
durante la traversata, sono ste oggetto di abuso sessuale”.
Queste “sono le aree più sensibili, tematiche su cui l’Oms mette
l’accento”, ha detto Bustreo ricordando che tra due settimane, a
Ginevra, il tema della tutela della salute delle popolazioni in
difficoltà che vivono in Paesi in conflitto, in post conflitto e delle
popolazioni in migrazione, sarà al centro dell’Assemblea mondiale
della sanità.
(Ram/AdnKronos Salute)
REDATTORE SOCIALE
Nessun allarme malattie infettive: gli stranieri si ammalano in Italia
L’Inmp fotografa la condizione di salute della popolazione immigrata. La prima causa di decesso restano le morti in mare, mentre tra le patologie rilevate spiccano i disturbi da stress e l’obesità. Scarsa la prevenzione e le vaccinazioni
05 maggio 2016 – 14:53
ROMA – Gli stranieri arrivano in Italia in buone condizioni, ma la loro salute peggiora col tempo a causa alle difficoltà che incontrano nel nostro paese: aumenta lo stress per la difficoltà di inserirsi, peggiora la salute mentale per le discriminazioni che subiscono, in particolare nei posti di lavoro, e si sviluppano patologie soprattutto per la mancanza di accesso alle cure. Ma, nonostante gli allarmismi, gli immigrati non sono portatori di malattie infettive. La loro prima causa di decesso continua ad essere la morte in mare: 3771 persone nel 2015, già oltre 1200 nel 2016 solo a largo delle coste italiane. A fotografare lo stato di salute dei migranti in Italia è l’Inmp (Istituto nazionale per la promozione della salute dei migranti e per il contrasto alle malattie della povertà) , che oggi a Roma ha organizzato una giornata di studio per riflettere sugli interventi da mettere in campo per la popolazione straniera, insieme a rappresentanti dell’Istituto di statistica e dell’Oms.
Partendo dall’ultima rilevazione multiscopo dell’Istat del 2013 condotta su 60mila famiglie e 120mila persone italiane e straniere, messa a confronto con l’analoga indagine del 2005, l’Istituto ha rilevato in dieci anni un peggioramento della salute della popolazione straniera. In particolare, se nel 2005, gli stranieri presentavano uno stato di salute migliore rispetto agli italiani, nel 2013 le differenze si sono ridotte e addirittura annullate per quanto riguarda la salute fisica, e, in aggiunta, è aumentata la quota di persone che dichiarano cattiva salute mentale, soprattutto tra le donne. Inoltre, i dati del 2013 evidenziano che gli stranieri che risiedono in Italia da oltre 10 anni hanno una probabilità superiore del 20 per cento di dichiarare cattiva salute percepita rispetto a chi risiede in Italia da meno tempo. Tra i fattori che hanno inciso su questo peggioramento c’è sicuramente la crisi economica. Una delle sue conseguenze, è stata l’accentuazione della competitività interna del mercato del lavoro, con rischi di discriminazione e diseguaglianze soprattutto per i lavoratori stranieri, più spesso impiegati in lavori precari e informali, con minori tutele e reti di protezione sociale. Questa discriminazione ha determinato problemi di salute mentale, ansia e depressione fino a situazioni di isolamento sociale. I dati dell’analisi condotta dall’Inmp mostrano come tra i lavoratori immigrati in Italia che riferivano discriminazione sul lavoro si aveva una probabilità di peggior salute mentale percepita di circa il 25 per cento più elevata rispetto a chi dichiarava di non aver subito episodi di discriminazione.
“Quando arrivano in Italia le persone straniere hanno una salute percepita migliore degli italiani: bisogna ricordare che, soprattutto chi arriva via mare, prima di imbarcarsi ha affrontato un viaggio di mesi, anche nel deserto. Dunque spesso ad arrivare sono i più forti. Possono presentare condizioni di disagio legate ai traumi vissuti oppure problemi all’apparato respiratorio o legati alla difficoltà del viaggio. Secondo i dati non c’è da preoccuparsi, invece, per quanto riguarda le malattie infettive. La causa maggiore di morte dei migranti che arrivano continua ad essere la morte in mare : 3800 solo nel 2015, ed è un dato sottostimato”, spiega Concetta Mirisola, direttrice dell’Inmp. I problemi per i migranti iniziano, invece, una volta nel nostro paese: secondo l’indagine la carenza di integrazione, espressa come sensazione di solitudine e basso livello di soddisfazione per la propria vita, si associa a una peggiore salute mentale percepita.: “a causa della crisi, delle condizioni di lavoro e delle difficoltà che incontrano peggiora lo stato di salute del singolo –aggiunge Mirisola -. Tra i fenomeni che abbiamo rilevato c’è anche l’ incremento dell’obesità nella popolazione straniera che è legato alle condizioni di povertà e di disagio in cui si trovano a vivere, che determinano un’alimentazione scorretta”. Secondo i dati sono in sovrappeso o obesi quasi la metà degli stranieri maschi (48,3 per cento) e il 30 per cento delle donne. Tra gli uomini presentano questo problema soprattutto le persone provenienti dai Paesi dell’Est Europa; mentre tra le donne si tratta in particolare di marocchine, indiane, moldave e albanesi. L’avanzare dell’età, soprattutto per le donne, e la permanenza in Italia sembrano fattori associati alla condizione di sovrappeso/obesità tra gli immigrati. La permanenza in Italia determina un rischio superiore specialmente tra gli immigrati più giovani (18-35 anni di età).
Uno dei problemi evidenziati dalla ricerca è anche la scarsa prevenzione di alcune patologie, come i tumori. Nel 2013 il ricorso alla prevenzione femminile (pap test e mammografia) è più elevato tra le donne italiane rispetto alle straniere, ma le distanze diminuiscono rispetto al 2005. Per il Pap-test si è osservato un forte incremento della copertura per le straniere al Nord e al Centro, e un incremento modesto nel Mezzogiorno (inferiore alle italiane). Ne derivano differenze territoriali fra italiane e straniere in generale diminuzione, ma non nel Mezzogiorno, dove invece si ampliano. Attraverso modelli statistici multivariati si è osservato che la copertura del pap test è associata all’area di provenienza (si conferma bassa copertura per le donne africane rispetto alle americane), alla situazione familiare (essere in coppia o meno), ai comportamenti preventivi generali della donna, all’età e all’istruzione. “Su questo fenomeno incidono molto i fattori culturali – continua Mirisola – ma abbiamo notato come vivere in famiglia con italiani aiuti a favorire la prevenzione”. Un dato analogo riguarda le vaccinazioni: nel 2012-2013 la copertura vaccinale anti-influenzale tra gli immigrati a rischio di complicanze(anziani e individui affetti da determinate patologie croniche) è risultata pari al 16,9 per cento, inferiore rispetto al 40,2 per cento stimato tra i cittadini italiani. (ec)
SPECIALE ANSA MIRISOLA
SPECIALE ANSA – BUSTREO
IL SOLE 24 ORE
AISE Agenzia Internazionale Stampa Estero (Notiziario del Ministero Affari Esteri)
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