«Siamo nati – dice Gilberto Vlaic, socio fondatore dell’associazione – nel 1999, in opposizione ai bombardamenti della NATO sulla Repubblica Federale di Jugoslavia e in risposta all’appello dei lavoratori del complesso metalmeccanico Zastava di Kragujevac, le cui fabbriche furono rase al suolo da quei bombardamenti. Quando si distruggono i luoghi del lavoro c’è la volontà politica di distruggere un popolo e il suo Paese, di negargli il futuro». Per questo, l’attività prevalente dell’associazione è stata per un lungo periodo quella degli affidi a distanza di figli di lavoratori del complesso metalmeccanico distrutto. Successivamente, la Onlus ha iniziato a realizzare altri progetti (ospedali, studi dentistici, strutture per portatori di handicap, eccetera) che vanno incontro ai bisogni sociali della popolazione, e che lo stato di povertà della città non permette di soddisfare.
Qualche tempo fa, Gilberto mi chiese un articolo da inserire all’interno del libro: stava cercando testimonianze di vari cittadini che, per un motivo o per l’altro, avevano conosciuto ed apprezzato la sua associazione. Io gliel’ho scritto subito con grande piacere… perché non solo sono stata per anni affidataria di una famiglia di Kragujevac, ma ho anche partecipato ad un viaggio per la distribuzione delle quote di affido, sperimentando direttamente la trasparenza e l’onestà con cui opera questa Onlus. Mi fa piacere riportarne uno stralcio sul mio blog, invitando tutti a partecipare alle presentazioni del libro oppure a cercarlo nelle librerie: sarà senz’altro un bellissimo (ma soprattutto utile ed intelligente) regalo per Natale!
“Gilberto mi ha parlato della situazione dei lavoratori della Zastava, delle famiglie di bambini adottati, delle scuole, e ne parla con amore… una delle cose che mi hanno colpito tanto è stata la sua sincerità, il suo “disinteresse” personale. Ho avuto modo, in questi ultimi mesi, di pensare e apprezzare questa qualità, questa rara qualità. A volte, ho avuto modo di sperimentare, chi fa volontariato lo fa per ottenere qualche gratificazione. Si può trattare di gratificazioni più “innocue”… come sentirsi meglio con se stessi, avere l’impressione di fare qualcosa di buono per gli altri e quindi di conseguenza piacersi di più, e piacere di più agli altri… o di gratificazioni più “subdole”, che snaturano completamente il significato dell’esperienza di volontariato: ottenere riconoscimento sociale, ottenere potere nel gestire un gruppo di persone, ottenere visibilità da utilizzare come strumento per raccogliere consensi magari di tipo politico… il mondo del volontariato è pieno di personaggi di questo tipo. Sono arrivata a credere che l’unica possibilità per essere immuni da dinamiche di questo tipo sia basare il proprio lavoro volontario su valori universali, superiori al proprio ego. Uno di questi valori, in base alla mia sensibilità personale, è quello della “caritas”, carità cristiana: io mi fido molto di chi opera nel mondo del volontariato poggiando le proprie azioni sulla fede religiosa (…qualsiasi fede religiosa). II valore di Gilberto e di Non bombe ma solo caramelle, è un valore diverso ma che fa agire le persone con totale sincerità, disinteresse e amore: la solidarietà di classe. Un valore, che può sembrare anacronistico, arcaico… difficile da capire al giorno d’oggi, ma che io ho visto declinato da Gilberto e dai volontari dell’associazione in un modo commovente, attuale, profondo. Sono persone che hanno valori, che credono in qualcosa di superiore, e che sulla base di questo riconoscere un ideale superiore, si mettono al servizio degli altri.
È per questo che ho “sposato” l’iniziativa di Gilberto. Dapprima, semplicemente cercando di promuoverla con articoli sui giornali di Trieste: il settimanale della diocesi Vita Nuova, e poi il quotidiano Il Piccolo… In questi articoli parlavo dei viaggi a Kragujevac, della distribuzione delle quote di affido, dei progetti dell’associazione… e a forza di scriverne, mi è venuta voglia di partecipare e di andare a conoscere di persona l’operato dell’associazione. E una volta tornata da Kragujevac, non ho più avuto dubbi: ho adottato una famiglia del luogo… in passato avevo avuto rapporti con associazioni e realtà di volontariato, ma il mio contributo era consistito solamente nel prestare lavoro a titolo gratuito… con Non bombe ma solo caramelle per la prima volta ho sentito l’esigenza di fornire anche un contributo economico, anche perché a Kragujevac ho visto con i miei occhi la trasparenza e l’eticità con cui viene gestito.”
Per chi fosse interessato, le date di presentazione del libro a Trieste sono:
– Mercoledì 7 dicembre ore 18.30 Casa del Popolo di Sottolongera
Via Masaccio 24
– Giovedì 8 dicembre ore 18.00 Bar-libreria Knulp
Via della Madonna del Mare 7a