Palermo, 21 gennaio 20222 – Nella Giornata Mondiale degli Abbracci, uno speciale ringraziamento è dedicato ai donatori silenziosi e non della Missione Speranza e Carità a Palermo. A rivolgere il pensiero di immensa gratitudine ai benefattori delle strutture di accoglienza, fondate oltre venti anni fa dal fratello laico Biagio Conte, sono Barbara e Riccardo Rossi, la cui iniziale esperienza solidale si è trasformata in una missione di vita.
”Un grazie sincero a tutti i donatori che sostengono con la provvidenza la Missione di Speranza e Carità, che accoglie circa 550 persone e sostiene un centinaio di famiglie in difficoltà. I donatori diventano, nelle mani del Signore, strumenti di bene; sono veramente tanti, dai soci del Rotary, dei Lions, i Cavalieri, anche una Principessa, imprenditori, istituzioni (Regione, Comune di Palermo), scuole, parrocchie, Cardinali, Vescovi, operatori delle Forze dell’Ordine, ma soprattutto tanta gente comune” Inizia così la lettera di riconoscimento dedicata a coloro che forniscono piccoli, grandi ed anche silenziosi aiuti all’organismo palermitano. Piccoli e grandi gesti che contribuiscono a sciogliere le ingenti esigenze che la struttura affronta quotidianamente nel fornire un piatto caldo e dare un tetto a chi non ne ha.
”Ci sono donatori che fanno offerte nel silenzio, custodendo nel proprio cuore il gesto caritatevole fatto. Ci sono anziani che donano qualche euro sottraendolo alla loro piccola pensione, bambini delle elementari che rinunciano alla loro matita o alla merendina per darla ai bimbi accolti, chi si toglie il proprio giubbotto per donarlo a chi in quel momento ha freddo. Matilde, legata alla figura della Madonna, ogni anno dona il pranzo ad una comunità nel giorno dell’Immacolata; Donatella rinuncia ai suoi buoni pasto e fa la spesa per la Missione, Tiziana e Anna si preoccupano di portare della carne, spesso carente in comunità; interi paesi si fanno carico di necessità specifiche agendo tutti insieme. Altri che fanno del loro gesto una testimonianza d’amore, che non va letta necessariamente come un bisogno di mettersi in mostra, ma come un input per chi ha ancora il proprio cuore chiuso alla carità, per chi pensa di avere poco e in realtà quel poco è molto di più di quello che tanti hanno, perché parlare del bene, oggi, in una società dove siamo bombardati da notizie negative, fa bene a tutti. Per esempio, Gaspare ha scritto un libro di poesie il cui ricavato delle vendite è stato convertito in una trentina di bellissime coperte, donate in missione il giorno del suo compleanno. Un agente di commercio, Danilo, ha regalato centinaia di campioncini di ottimi dentifrici alla Missione Femminile, gesto che è diventato anche una ulteriore occasione per parlare ai bambini dell’educazione dentale. Poi c’è chi mette a disposizione la propria professionalità, donando il proprio tempo e le proprie conoscenze, in favore di chi nella vita non ha avuto la possibilità di studiare, o di chi non può accedere a tanti servizi. L’elenco dei gesti sarebbe infinito se dovessimo descriverli tutti, quelli citati sono solo alcuni esempi concreti di bene. Non ce n’è uno più grande o più importante dell’altro; tutti in egual misura concorrono, con l’intercessione del Signore, a garantire i fabbisogni della Missione e a contribuire a questa grande opera di Dio.”
La cosa veramente importante è fare tutto con il cuore e con Amore, chiedendosi sempre prima di cosa ha bisogno l’altro e non di cosa non ho più bisogno io, essendo pronti a privarsi non solo del superfluo, ma anche del necessario. Ma cos’è la Provvidenza? E se la provvidenza fosse l’accoglienza? Se in seguito all’operato dei missionari e di tutti coloro che ogni giorno si prodigano affinché sia accolto e tutelato chi è nel bisogno, donando tutta la propria vita, il Signore muovesse il cuore di ogni donatore per aiutare chi è in difficoltà? Se la provvidenza fossero i fratelli e le sorelle accolte, che sono i primi artefici della crescita e del mantenimento della Missione? Se la provvidenza fosse la conseguenza dell’amore puro donato agli altri? Se incrociando lo sguardo di un povero, riuscissimo a vedere e ad accogliere Cristo che si è fatto uomo per noi e capire che la vera provvidenza è per noi ed è quell’incontro che scuote la nostra coscienza? Qualunque sia la sua definizione, siamo certi che la provvidenza è frutto dell’amore e che ha come fulcro Cristo. Abbandoniamoci all’amore di Cristo e dal bene nascerà del bene. A tutti i donatori d’amore, la Missione rivolge una preghiera ed un caloroso abbraccio”.
Barbara e Riccardo Rossi