A breve prenderà il via quattordicesima edizione del Festival Giornalisti del Mediterraneo, in programma dal 7 al 10 settembre ad Otranto: città dell’accoglienza, del dialogo tra popoli – la sua storia parla chiaro – e della conoscenza. Come testimonia la sua candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2025.
Sarà un festival che si troverà ad affrontare giocoforza il tema della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze nefaste sulla politica e sull’economia internazionale, con i rincari delle materie prime e i costi energetici schizzati alle stelle, e con la testimonianza di tanti cronisti che sono stati in prima linea a raccontare lo strazio delle città martoriate dai bombardamenti e quello dei profughi in fuga senza sapere se potranno mai tornare a casa.
Non sarà però l’unico tema affrontato nei quattro giorni del Festival, che produrrà momenti di confronto anche sui temi che gli sono più congeniali: l’accoglienza e il dialogo in primis – non a caso si tiene a Otranto, luogo millenario di convivenza pacifica tra popoli e religiosi – ma anche la crisi energetica, la tutela ambientale e la sostenibilità, le prospettive del turismo, la tutela dei minori.
A promuovere come sempre la riflessione sui temi che animano il dibattito internazionale opinionisti, esperti, rappresentanti del mondo delle istituzioni che si confronteranno nei dibattiti e nei workshop in programma nei primi tre giorni del Festival. La quarta ed ultima giornata, invece – quella del 10 settembre – sarà dedicata alla consegna dei premi “Caravella del Mediterraneo”, riconoscimento ispirato alla capacità del “Mare Nostrum” di mettere in relazione Oriente e Occidente, popoli e culture, religioni e linguaggi.
I premiati 2022 sono Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede; Andrea Scanzi, “Il Fatto Quotidiano”; Giuseppe Brindisi, conduttore di “Zona Bianca” (Rete4); Gabriella Simoni, inviata di guerra (Tg5); Stefania Battistini, inviata di guerra (Tg1); Renato Piccoli, TgR Puglia; David Puente, vicedirettore di “Open” (La7).
Il Festival, che gode della partnership del Comune di Otranto e che dalla prima edizione 2009 ha visto la presenza dei giornalisti delle più importanti testate nazionali e internazionali, nasce da un’idea di Tommaso Forte, giornalista ed event manager che lo organizza in collaborazione con le colleghe Leda Cesari e Rosaria Bianco.
Fra le novità della 14° edizione la media partnership con Vatican News e Radio Vaticana, che si occuperanno di narrare l’evento. “Sarà un’edizione particolare, per la caratura degli ospiti e per i tempi che stiamo vivendo, che ci mettono a dura prova”, spiega Tommaso Forte, ideatore del Festival. “Proprio per questo, per la difficoltà del periodo che stiamo affrontando, siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo, in termini di riflessione come pure con azioni concrete: promuovendo ad esempio la pace tra i popoli in un momento in cui la pace internazionale è messa a rischio. Per questo non poteva che partire da Otranto, dal nostro Festival, un messaggio di pace nei confronti della Turchia, Paese da cui ci divide la Storia ma con il quale ci unisce, appunto, il Mar Mediterraneo. Si tratta di un progetto cui l’organizzazione del Festival sta lavorando da tempo, che coinvolgerà la diplomazia internazionale”.
La soddisfazione della vice sindaca di Otranto, Cristina De Benedetto, è riscontrabile nella seguente dichiarazione: “Siamo felici di promuovere un appuntamento che rende la nostra Città capitale del dibattito internazionale. Il Festival accende i riflettori sul Mediterraneo, che ha necessità di mantenere aperto il dialogo fra i Paesi che vi si affacciano. Durante le varie serate si affronteranno temi di grande attualità, e gli ospiti di quest’anno sapranno certamente rendere interessante ogni momento di approfondimento. Per questo invito tutti a partecipare a questa ricchissima edizione”,
L’assessore alla Cultura Francesco Bruni interviene affermando: “Geografia e storia hanno condizionato nei millenni il destino di questa città, e il Festival Giornalisti del Mediterraneo ha il merito di dare risalto a questa vocazione di Otranto, proiettata verso il Mediterraneo come pure verso Oriente e i Balcani. Un Festival che punta sulla centralità di questo mare, narrato e raccontato, che diventa oggetto di importanti riflessioni per comprendere in che direzione vada la storia contemporanea, e quali siano le sue implicazioni”.
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