Sono passati circa 80 giorni da quel terribile mese di maggio che ha messo in ginocchio un’intera regione. Piogge incessanti, esondazioni, frane e fango: in quelle ore, hanno perso la vita 15 persone, decine di migliaia gli sfollati, danni economici che ammontano a circa 10 miliardi di euro. Durante quei drammatici eventi sono stati cruciali l’impegno, la professionalità, lo spirito di dedizione e altruismo dei numerosi volontari dell’ ANC-PC,Associazione Nazionale Carabinieri Protezione Civile, accorsi da ogni parte d’Italia per offrire il proprio sostegno alle popolazioni colpite dal disastro.
Sono ancora negli occhi di tutti gli italiani le terribili immagini del disastro climatico che ha colpito l’Emilia Romagna, devastata lo scorso maggio da violente piogge torrenziali. 37 comuni isolati dalle frane:imprese, aziende agricole, case inondate dall’acqua e dal fango. L’esondazione dei fiumi e la pioggia incessante hanno distrutto paesi, lasciato senza tetto circa 10.000 persone, 15 le vittime.
L’Emilia-Romagna aveva bisogno di un esercito di angeli del fango, e i volontari dell’ANC-PC Associazione Nazionale Carabinieri Protezione Civile si sono fatti avanti, dimostrando una volta di più la loro dedizione senza riserve, unendo le forze con altre organizzazioni di volontariato e istituzioni locali.
Mentre i cieli continuavano a scrosciare, le squadre di volontari si sono messe in moto, supportando la segreteria del coordinamento regionale dell’ANC-PC, le strutture di Protezione Civile e i Centri Operativi dei Comuni colpiti. Hanno sfidato acque torrenziali, fango e ostacoli insormontabili, lavorando ininterrottamente per giorni e notti, consci che ogni ora contava nel tentativo di portare assistenza a chi ne aveva bisogno.
“Quando il mio cellulare ha squillato, mi sono sentita disorientata e incerta sui passi da compiere”- racconta Federica– “ero a casa con la mia famiglia, è stato il cuore a decidere per me. Con i miei Soci volontari, ho predisposto il veicolo della Protezione Civile con le attrezzature necessarie (pale, lettini, cerate e stivati per la pioggia) e ci siamo uniti alla Colonna mobile della Lombardia, diretti a San Vitale Grande (BO). Poi la mia squadra è stata dirottata al centro di Bologna, in via Saffi, dove un fiume interrato stava allagando negozi e una delle strade principali. A sera, presso la sede operativa, mentre cercavamo di prendere sonno, alle 20,30 è arrivata la chiamata dei coordinatori dell’Emilia-Romagna: “Tra 5 minuti si parte”, poche e nitide parole del capo team. Non dormivo da circa venti ore”-prosegue Federica- “avevo la schiena distrutta e dolori alle braccia per aver spalato l’acqua e fango eppure siamo ripartiti per raggiungere Mordano, un paese vicino ad Imola. L’acqua sulla strada saliva, ci entrava negli stivali. Casa per casa citofonavamo e chiedevamo alla gente di salire al piano superiore, punto di raccolta degli sfollati. Con l’aiuto dei Carabinieri del luogo siamo riusciti ad allertare tutti”. In tutta quell’acqua, i miei occhi, però, si sono bagnati anche con le lacrime d’emozione davanti alla gentilezza di quella gente in pena anche per noi”.
“La nostra attività di soccorso non dà preavvisi: si mettono da parte il lavoro e gli affetti, si prende l’attrezzatura e ci si proietta in un’altra dimensione, pronti a salvare una vita”. Spiega Nazareno, Protezione Civile Roma – Siamo partiti alle 4.30 del mattino per raggiungere il centro di Cervia nel punto di massimo allagamento. Al nostro arrivo lo sguardo della popolazione era un misto di sollievo e felicità: molti ci hanno chiesto da dove arrivavamo e alla nostra risposta, “da Roma”, ci hanno ringraziato di cuore fin da subito. Abbiamo iniziato ad operare con le nostre idrovore per cercare di aiutare la popolazione a rientrare nelle abitazioni. Dopo tre giorni e tre notti consecutivi di lavoro, vedere finalmente le strade sgombre dall’acqua è
stata una liberazione fisica: ritrovare la gioia su quei volti che pian piano iniziavano a diventare familiari è stato magico”.
Le storie si intrecciano, raccontando momenti di disperazione e speranza. Persone che si affacciavano alle finestre, aiutavano con bevande e asciugamani, dimostrando che l’emergenza unisce le comunità e mette in luce la forza dell’umanità. Nonostante l’epica battaglia contro le acque in piena e i detriti, i volontari dell’ANC-PC sono rimasti sempre al fianco della gente, guidati dal desiderio di aiutare, di dare speranza e di salvare vite umane.
Le squadre dell’ANC-PC sono state coinvolte dai primi giorni di maggio al 18 giugno con 291 Soci, per un totale di 6898 ore lavorative e l ’impiego di 490 giornate/mezzi. Un impegno frutto della disponibilità di tutti i volontari che hanno lavorato senza sosta per offrire la propria opera a favore di chi era in difficoltà.
In un’epoca in cui le notizie spesso sono dominate da divisioni e conflitti, queste storie di solidarietà e dedizione ci ricordano la potenza della gentilezza umana e della collaborazione. I volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri- Protezione Civile hanno dimostrato che, anche di fronte alla furia della natura, l’unità e il desiderio di aiutare possono prevalere, lasciando un segno indelebile di coraggio e speranza nel cuore delle comunità colpite.
Photo credits: “Fiamme d’Argento”-Periodico bimestrale edito dall’Associazione Nazionale Carabinieri Sede Roma. L’Associazione Nazionale Carabinieri svolge attività di collaborazione con vari enti pubblici locali, regionali e nazionali. Una componente di Soci si occupa di volontariato e Protezione Civile