I genitori del piccolo Nicholas, nato a Badega Bay nel 1987, hanno dato una lezione di civiltà al mondo intero autorizzando l’espianto di ben sette organi che hanno dato vita a sette giovani italiani
Nel messaggio inviato al Papà Reginald Green è stato scritto:
“ Nel ricordo del giorno del compleanno con affetto porto un fiore sulla sua tomba , accompagnato dal suono delle campane che vibrano al vento dell’Oceano
Il ricordo del piccolo grande Nicholas è sempre vivo nella memoria e la sua “lezione” di amore e di donazione è sempre viva.
Quel piccolo seme ha germogliato un grande albero con tanti rami e foglie, moltiplicando e diffondendo la cultura della donazione del mondo.
Nel ricordo del 25°anniversario della tragica morte al Policlinico di Messina è stato intitolato a Nicholas il nuovo reparto di rianimazione e oltre la targa ricordo è stato esposto un dipinto di Anna Bonomo (foto) che raffigura il piccolo americano sullo sfondo del mare di Messina.
Le ricorrenze sono occasioni per non dimenticare.
“Un popolo che perde la memoria del passato non ha futuro”. Sono trascorsi 25 anni dal
Le tragiche notizie di violenza che coinvolgono i giovani di oggi e le numerose vittime di violenza messe in atto da mani crudeli si collegano al tragico incidente che colpì Nicholas Green, il bimbo americano ucciso mentre era in vacanza in Italia lungo l’autostrada Salerno -Reggio Calabria.
La spontanea risposta degli affranti genitori ai medici dell’ospedale di Messina che comunicavano la morte cerebrale del piccolo: “trapiantate i suoi organi”, ha commosso l’Italia e ha determinato un vero effetto Nicholas che ha segnato un forte sviluppo alla diffusione della cultura della donazione degli organi.
I genitori del piccolo Nicholas hanno dato una lezione di civiltà al mondo intero autorizzando l’espianto di ben sette organi che hanno dato vita a sette giovani italiani di Messina, Siracusa, Bari, Roma, i quali hanno beneficiato degli organi del piccolo Nicholas ed hanno così continuato a svolgere una vita normale. I suoi organi sarebbero rimasti inerti e inattivi e invece hanno continuato a vivere e durare nel tempo.
Il suo piccolo cuore di bambino buono e bello ha pulsato ancora per altri 22 anni restituendo una vita normale ad Andrea Mongiardo è morto a 37 anni, nel 2016.
Gli altri sei organi sono ancora oggi vivi nei trapiantati ed una di queste, Maria Pia, è diventata mamma ed ha dato al figlio il nome di Nicholas
Sulla collina di Bodega Bay piccolo centro della California, accanto alla tomba di Nicholas, Bruce Hasson con le tante campane raccolte in Italia, dono di amicizia e segno di perdono, ha realizzato la “Children’s Bell Tower” e al vento dell’oceano suonano e vibrano al vento le campane italiane nel nome e nel segno di tutti bambini del mondo.
L’effetto Nicholas, così com’è stato salutato dai mass media, l’eco di ammirazione e di plauso nei confronti dei coniugi Green, per il generoso gesto di amore, ha determinato una rapida crescita delle donazioni in Italia e la diffusione della cultura del trapianto di organi, rinforzata dal trapianto degli organi della studentessa romana Marta Russo, della giovane Annalisa di Napoli, di Alessandro Giani, sindaco dei Ragazzi di Cassano Magnago, in provincia di Varese, Antonino Baldassarre Camarda, un ventiseienne originario di Palermo e morto ieri all’ospedale di Pescara dopo una caduta da una terrazza e di tanti altri meno noti generosi donatori di organi, vittime di incidenti nel lavoro.
La Fondazione nazionale svizzera per il dono e il trapianto di organi Swisstransplant, ha registrato 157 donatori nel 201, mentre 1415 sono le persone registrate in attesa di un organo.
La cultura del dono e del trapianto degli organi, anche grazie alla lodevole promozione dell’Aido, comincia a modificare comportamenti e modi di pensare .
Donare un organo non è un togliere qualcosa a qualcuno, ma consentire a persone ammalate di vivere meglio, utilizzando organi che rimarrebbero inerti e improduttivi.
Il ricordo di Nicholas nel giorno del suo 33 compleanno , rinnova la lezione di vita che ci ha regalato , sintetizzato nell’espressione metaforicamente scritta sul suo diario: “ My life is a gift for others”. La mia vita è un dono per gli altri”
La cultura del dono e del trapianto degli organi, anche grazie alla lodevole promozione dell’Aido, comincia a diventare cultura e modificare comportamenti e modi di pensare “Io dono, tu doni… essi vivono”.
Giuseppe Adernò