Catania. Nel ricordo del Maresciallo Alfredo Agosta a 40 anni dall’uccisione

Lezione di legalità e impegno civile alle Ciminiere a Catania, in memoria del Maresciallo Maggiore Alfredo Agosta, ucciso dalla mafia il 18 marzo 1982

L’auditorium delle Ciminiere a Catania, nel giorno della festa dell’Unità d’Italia, Bandiera e Costituzione,  è diventato una grande aula scolastica dove il Prefetto, Magistrati, Carabinieri, Avvocati, docenti Universitari, giornalisti hanno presentato agli studenti delle scuole secondarie di Catania il messaggio-ricordo della prima vittima della mafia catanese, Maresciallo Maggiore Alfredo Agosta, ucciso il 18 marzo 1982

Il tema del convegno “Le attività di contrasto e di prevenzione alle mafie, prospettive tecnico giuridiche, investigative e di controllo del territorio” ha impegnato gli illustri relatori a declinare i passaggi salienti delle mutazioni che la mafia ha registrato negli anni. Da mafia agricola alle stragi di sangue e di morti ed ora a sotterranee infiltrazione nei poteri forti, nei gangli delle Amministrazioni, nelle gare di appalto, nel commercio della droga.

La testimonianza del figlio Giuseppe Agosta e gli attestati di stima e di ricordo anche per il tramite dell’associazione che negli anni ha mantenuto vivo il ricordo del tragico delitto, come ha dichiarato la presidente Vincenza Bifara,  fa sì che “la memoria di fa impegno” ed ecco il progetto di legalità che incide sulla formazione civica degli studenti, che a scuola di preparano a diventare futuri cittadini.

Una targa e l’intitolazione all’eroico maresciallo Alfredo Agosta della stazione dei Carabinieri nel quartiere di Nesima a Catania è segno di omaggio e di impegno civile.

Il richiamo del Prefetto, Maria Carmela Librizzi, alla lotta per vincere la dispersione scolastica ha avuto eco nell’intervento del Generale dei Carabinieri Rosario Castello    il quale ha segnalato come sono state 270 le denunce che le Forze dell’Ordine hanno registrato per evasione dall’obbligo scolastico.

 Sono 270 ragazzi che, non frequentando la scuola, sono coinvolti in azioni di criminalità, spaccio e attività malavitose.

Citando l’espressione dello scrittore Gesualdo Bufalino “La mafia sarà sconfitta da un esercito di maestri” viene ribadita ancora una volta la necessità di una diligente azione educativa che la scuola ha il dovere di compiere per la formazione del senso civico, del rispetto delle regole, per la fiducia nelle istituzioni e per un senso di responsabilità nel denunciare estorsioni, scippi, e richiesta di pizzo.

Con grinta giornalistica Mario Barresi e Laura Di Stefano hanno descritto l’identikit del giornalista che non necessita l’etichetta di “antimafia”, ma colui che racconta e narra la vita, i fatti e l’attualità, nel rispetto della verità, della deontologia professionale e della tutela della dignità della persona.

 È stata altresì descritta e illustrata dall’avv. Fabrizio Seminara e dal prof. Fabrizio Siracusano la nuova stagione di cultura e di normative legislative a favore dei collaboratori di giustizia, dei pentiti e di quanti. tramite la rieducazione carceraria, intendono cambiare stile di vita.

L’intervento conclusivo del Procuratore della Repubblica, Carmelo Zuccaro, ha riletto gli eventi della criminalità mafiosa catanese alla luce di una nuova prospettiva di recupero dei valori di legalità e giustizia che la Magistratura persegue con costante impegno.

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