“Tra queste altalene che dondolano e queste cicale, c’è uno dei monumenti più importanti della nostra città, qui noi abbiamo i nomi di 7 bambini e bambine che hanno perso la loro vita un giorno d’estate, il 2 agosto 1980”. Così il sindaco di Bologna Matteo Lepore questa mattina ha ricordato le 7 piccole vittime della strage di Bologna, avvenuta 42 anni fa.
42 anni fa, alle ore 10.25, nella Stazione ferroviaria di Bologna Centrale un attentato terroristico uccise 85 persone e ne ferì oltre 200. Quello che all’inizio sembrava un tragico evento generato da cause fortuite, un incidente, divenne successivamente un atto di terrorismo vero e proprio. Eppure, non era difficile immaginare un simile scenario. Era il periodo dell’eversione nera: solo pochi anni prima c’era stata la strage di Brescia e quella dell’Italicus. E non era passato molto tempo dalla strage di piazza Fontana.
Oggi sono passati 42 anni, durante i quali i veri colpevoli non hanno ancora scontato la loro pena, o per meglio dire non sono ancora stati trovati. Il 22 agosto, venne diffuso un rapporto della Digos che conteneva alcuni documenti di Ordine Nuovo proprio l’organizzazione neofascista della strage di piazza della Loggia a Brescia e quella di piazza Fontana a Milano. Sei giorni dopo, a meno di un mese dall’attentato, la procura di Bologna emise 28 ordini di cattura nei confronti di personaggi facenti parte di organizzazioni neofasciste quali i Nuclei Armati Rivoluzionari, il Movimento Rivoluzionario Popolare e Terza Posizione, le cui accuse erano di associazione sovversiva, banda armata ed eversione dell’ordine democratico. Un’azione tempestiva che lasciò ben sperare sull’individuazione dei veri responsabili della strage di Bologna. Ma che invece a distanza di quant’anni non ha portato a nessuna conclusione.
Colpa dei depistaggi e della disinformazione? Probabile. Ai magistrati infatti giunsero notizie e segnalazioni in base a cui i sospetti dovevano essere indirizzati oltre confine. L’ipotesi nata da quelle indicazioni era quella di un complotto internazionale che coinvolgeva terroristi stranieri e neofascisti italiani latitanti all’estero con collegamenti in Italia.
Tutto questo risulterà poi essere un montaggio costruito a tavolino, utilizzando vecchie informazioni e notizie completamente inventate.
Oggi, a 42 anni dalla strage in cui persero la vita decine e decine di persone, l’unica certezza è che non c’è nessuna certezza su chi siano stati i veri mandanti dell’attentato. Si sanno solo i nomi di alcuni esecutori e degli intermediari. E inspiegabilmente, alcuni di loro non sono mai finiti in galera per la strage di Bologna.