Messina, 13 dicembre 2023 – Se la Malvasia può essere definita il vino “del diavolo”, la “Marena” incarna tutto il sublime del Paradiso. Abbiamo assaporato la sua complessità, una sinfonia di dolcezza e amarezza, intrisa di profumi antichi che evocano l’infanzia e le bellezze delle passeggiate lungo il Viale nei freddi pomeriggi d’autunno. Questa esperienza ci ha trasportato in un mondo di sensazioni indimenticabili, tipiche solo dei piccoli borghi, un segreto mistico e, oserei dire, quasi occulto, che si perde tra le spire del tempo.
Antonella, appassionata alla “Marena”, ha trasformato questa passione in uno stile di vita. Abbiamo desiderato conoscere più a fondo questa connessione unica, incontrando chi, attraverso la “Marena”, non solo stimola i sensi olfattivi, visivi e del gusto, ma incorpora una parte essenziale del proprio essere, una fetta significativa del proprio percorso di vita.
Come è nata l’idea della Marena?
Comunicare un progetto che ha radici emotive profonde è sempre una sfida. Per me, Marena è viaggio nel mio passato è una mia personale ricerca del tempo è la decisione di aprire il baule dei ricordi per ritrovare me stessa. È stato in questo momento che, quasi per caso, ho ripensato a quel vino aromatico che mio padre preparava e che conservavo nella memoria solo attraverso profumi persistenti, momenti gioiosi con amici e tavole imbandite per la famiglia.
La “Marena” scaturisce dal ricordo di momenti che raccontano armonia e dalla voglia di ricreare fragranze e sapori che riecheggiano di gioia autentica.
Così ho cominciato a raccogliere informazioni dai miei cugini, ascoltando racconti autentici e romanzati degli anziani. Poi, in un caldo giorno di settembre, dopo un’estate dedicata al recupero e alla preparazione di tutti gli ingredienti necessari per aromatizzare il vino, con il sostegno della mia famiglia, ho dato inizio a quello che inizialmente sembrava un’esperienza isolata.
Dove la produci?
La Marena la produco nell’abitazione di famiglia, costruita da mio padre tra il 1956 e il 1957, luogo in cui si trasferì dopo il matrimonio con mia madre. È nella calda dimora in cui mio fratello attualmente risiede, che la mia famiglia ha radici profonde e dove sono nata e cresciuta ed ancora oggi, è il rifugio di ore felici che trascorro con i miei cari.
Che tempo ci vuole per una sana fermentazione?
La fermentazione dura circa 4/5 mesi.
Cosa racconta la tua “Marena”?
Marena racconta accoglienza, amore, impegno e l’importanza di proteggere e far rinascere i sapori antichi, è condivisione di momenti di vita che rinforzano i legami nel solco della tradizione.
È una pausa che fa bene al cuore e alla memoria, racconta storie di sapori arcaici che emozionano e inebriando l’anima oltre che i sensi.
Marena è attenzione alla selezione e alla preparazione dei prodotti e alla bollitura.
Marena è la metafora della vita, infatti, con l’attenzione ai piccoli dettagli si impara a fare le cose grandi, con i cambiamenti si innesca un processo di trasformazione che ci rende migliori.
Quanto riesci a produrre in una stagione?
Al momento la produzione è famigliare circa 1.000 bottiglie.
L’idea del “marchio” come è nata?
Marena per me rappresenta identità, famiglia e valori radicati. Ho voluto che tutto questo fosse riflesso e sintetizzato nell’etichetta, che presenta l’abitazione di famiglia, con i suoi tetti rossi, tra le colline e il mare di Pace. La parola “Radici” è incisa sull’etichetta poiché la mia famiglia ha plasmato la propria essenza attorno a valori solidi e rassicuranti, quali la collaborazione reciproca, il rispetto per la terra, per il prossimo, per la natura e per i suoi cicli. Marena è il frutto tangibile di questi valori, seminati con cura dai miei genitori, diventati fari guida nella mia vita e in quella dei miei fratelli.
Come si impiega al meglio?
Indipendentemente dal modo in cui scegli di gustarla, la Marena è pensata per essere apprezzata in momenti speciali, condivisa con amici e famiglia, portando con sé il calore delle radici e dei valori che la rendono unica.
Come suggerisci il consumo?
La Marena è un’esperienza che può essere apprezzata in diversi modi. In modo tradizionale con biscotti della tradizione siciliana intinti lentamente nella stessa Marena o puoi gustarla da sola, accogliendo nel palato l’esplosione dei suoi profumi e sapori unici, o puoi sperimentarla in abbinamento a piatti leggeri, come formaggi freschi o dessert fruttati. La sua versatilità si presta anche a essere utilizzata come ingrediente in cocktail creativi, aggiungendo un tocco distintivo a ogni creazione.
Così, con un “piparello” ed un bicchiere di “Marena” abbiamo salutato Antonella De Domenico (che di professione fa l’Avvocato e non il “Vinaio”) con un bagaglio emozionale denso di attimi, profumi, colori e sapori che si sono incastonati nel tempo e nel nostro cuore.