La venerazione delle reliquie dei santi è sempre stata custodita dalla Chiesa, anche perché i resti mortali di un santo, così come di qualunque cristiano, sono stati tempio dello Spirito Santo; e, nel caso dei santi, un vero e proprio tabernacolo dello Spirito per come hanno vissuto il loro legame con Dio.
L’11 febbraio la Chiesa cattolica romana celebra la memoria della Madonna di Lourdes alla quale è associata la Giornata Mondiale del Malato, una ricorrenza che fu istituita il 13 maggio 1992 da papa Giovanni Paolo II.
Dal 5 all’11 febbraio 2024 la reliquia di santa Bernadette Soubirous, abitualmente custodita nel santuario mariano di Lourdes, sarà a Roma in una sorta di pellegrinaggio per la XXXII Giornata Mondiale del Malato.
Non dobbiamo mai perdere di vista il vero e profondo significato di un evento come questo: incamminarsi sulla via della santità, che significa incontrare e conformarsi a Cristo.
Dobbiamo domandarci se stiamo venerando dei semplici resti mortali o se, attraverso di essi, cogliamo e percepiamo una vera e propria testimonianza di luce, come è stata la vita del santo, in questo caso di una santa, Bernadette Soubirous.
Lunedì 5 febbraio la reliquia sarà esposta al Policlinico Universitario Campus Bio–Medico; il giorno seguente, martedì 6 febbraio, sarà all’Ospedale Sandro Pertini, mercoledì 7 al Policlinico di Tor Vergata, giovedì 8 al Policlinico Agostino Gemelli e venerdì 9 all’Ospedale San Giovanni. Sabato 10 febbraio il reliquiario arriverà nella Parrocchia intitolata alla santa quella, appunto, di Santa Bernadette Soubirous, nella zona Colli Aniene.
Infine, domenica 11 febbraio alle ore 16:00, sarà nella Basilica di San Giovanni in Laterano per la celebrazione della XXXII Giornata Mondiale del Malato, con il cardinale vicario Angelo De Donatis.
L’atteggiamento migliore per vivere a pieno un pellegrinaggio di venerazione di un santo o di una santa, è in primo la conoscenza approfondita della sua vita, cogliendone la specificità che lo/l’ha condotto/a sulla via della santità. Un pellegrinaggio dovrebbe includere come seconda tappa due momenti in cui possiamo incontrare il Signore: la celebrazione dell’Eucaristia e l’accostarsi al Sacramento della Riconciliazione.
Due momenti nel quale possiamo giungere alla fonte della santità.
Anche noi possiamo imitare il suo esempio di santità, con l’obiettivo di percorrere la nostra via verso la santità, che è l’incontro con Cristo, vivere profondamente il Vangelo.
Legittima la preghiera per l’ottenimento di una grazia per se stessi o per qualche familiare o amico malato; tuttavia non bisogna mai dimenticare che la grazia o il miracolo vengono da Dio e che i santi a cui ci possiamo rivolgere, sono degli intercessori, dunque, ancora una volta, una “porta” per arrivare alla fonte che è Dio.
Per quanto riguarda più specificatamente la devozione mariana, il Catechismo della Chiesa Cattolica offre un’ottima sintesi sul culto della Madonna. Sulla base del Concilio Vaticano II e dell’Esortazione apostolica Marialis cultus, ricorda che la pietà mariana è un elemento intrinseco del culto cristiano; che lo speciale culto con il quale la si venera è differente dal culto di adorazione riservato alle Persone divine. Infine afferma che questo culto trova la sua espressione nelle feste liturgiche dedicate alla Madre di Dio e nella preghiera mariana come il Santo Rosario.
La grotta in mezzo ai Pirenei francesi evoca le apparizioni mariane più famose della storia, riconosciute ufficialmente dalla Chiesa.
Era l’11 Febbraio del 1858, quando una giovanissima Bernadette Soubirous incontrò Maria, nella grotta di Massabielle, presso Lourdes, e, a quella apparizione ne seguirono altre.
Bernadette racconta l’11 febbraio di aver visto la Vergine Maria, precisando semplicemente che la Vergine la guardò, prese il suo Rosario tra le mani, e pregava con lei. Prima di rivelagli che Lei è l’Immacolata Concezione, gli rivela che questa donna concepita senza peccato, cammina accanto a lei, che prega con lei passo dopo passo. Questo fa Maria con noi, questo fa una madre con noi. Guardare e pregare con noi, guardare e camminare con noi, ogni giorno, ogni momento.
A questa ragazza povera e analfabeta, ma dedita con il cuore al Rosario, appare più volte la «Signora». Inizialmente, Maria non parlava, né venne riconosciuta da Bernadette che la chiamava “Aquero” che, nella sua lingua, voleva dire “Quella”; successivamente, cominciarono anche i messaggi e, in particolare, il 25 marzo del 1858, alla sedicesima apparizione, Maria disse: “Que soy era Immaculada Councepciou”, ossia “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Alla Grotta, ancor prima di conversare con Bernardette e di rivelare il proprio nome, la Madonna le ha insegnato a fare il segno di croce. A farlo bene. A farlo spesso. Da quel giorno quanti osservavano Bernardette fare il segno di croce si rendevano conto di quanta importanza avesse per lei questo semplice gesto.
In ben diciotto apparizioni (dall’11 Febbraio al 16 Luglio), la Vergine Maria si rivelò alla piccola Bernadette e al mondo.
Bernadette morì nel 1879, all’età di 35 anni, il suo corpo è stato dissotterrato a causa del processo di canonizzazione. Con sorpresa dai medici, lei era intatta, anche i denti e le unghie, e così ancora oggi!
Il rosario nelle sue mani era arrugginito. Anche dopo tanti anni dalla morte nel corpo di Bernadette scorre ancora sangue liquido.
Nel 1925 Bernadette Soubirous fu beatificata da Papa Pio XI e, dallo stesso pontefice, l’8 dicembre 1933 fu canonizzata santa, non per essere stata la testimone delle apparizioni, ma per il modo nel quale aveva risposto.