Acireale (Catania ) – La conferenza “DEMOCRAZIA, COSTITUZIONE e PARTITI: la partecipazione dei cittadini tra passato, presente e futuro”, svoltasi sabato 3 febbraio, nella sede AIAS di Acireale, voluta dal vescovo di Acireale Antonino Raspanti , è stata un’occasione proficua per riflettere sui temi della democrazia e della partecipazione politica nei nostri giorni Protagonisti del dialogo sono stati l’on. Nicola D ’Agostino, l’on. Anna Finocchiaro, l ’on. Calogero Mannino e l’on. Nuccio Di Paola che, insieme al vescovo Raspanti e al giornalista Salvo Fallica, hanno offerto spunti di riflessione circa i problemi che affliggono le relazioni sociali nel contesto attuale.
Il vescovo Raspanti: “Assistiamo ad una crescita costante di violenza sociale e in modo proporzionale notiamo come il dibattito pubblico si sia ridotto notevolmente nell’ambito delle proposte, salvo poi manifestarsi esclusivamente nella lamentela e negli scontri, non appena vengono a mancare alcuni servizi. In quanto cristiani, non possiamo rimanere sordi dinanzi al grido di una comunità civile che richiede attenzione e proposte lungimiranti”.
Conclude Raspanti: “Vivere e organizzare un partito è un fenomeno democratico che garantisce la vita della Repubblica. Essenziale allo svolgimento della vita politica è la nostra Costituzione che disciplina il diritto e la responsabilità. Quello della partecipazione politica oggi non è un argomento qualunque, bensì il tema principale sul quale si basa il funzionamento dell’apparato amministrativo di un territorio”.
L’on. D ’Agostino: “Nei primi quarant’anni della Repubblica c’era l’impegno! E c’era il riconoscersi da una parte o da un’altra che creava dibattito, confronto, tensione, scontro. Succedeva a scuola, nei luoghi di lavoro, in piazza, sui giornali, dentro le sedi di partito che ormai non esistono più. Ancora negli anni 70 e 80, fino al crollo del Muro, i partiti avevano un ruolo egemone: erano FINI. E si stava dentro o si votava per, con enorme convinzione: la convinzione di una fede. Era ancora il tempo delle ideologie. Oggi sono diventati MEZZI: contenitori molto similari tutto fra di loro in termini valoriali, dei frullatori dove le leadership prevalgono sugli stessi partiti e per cui lo stesso significato di partito diventa impalpabile”.
Prosegue D’Agostino: “La domanda allora è: quale nuovo ruolo i partiti hanno assunto negli ultimi 30 anni per difendere la Costituzione e praticare la democrazia? Cosa dobbiamo aspettarci dall’impegno dei partiti? Non dimentichiamo che sono odierni due temi dirimenti e preoccupanti: la modifica della Costituzione con il cosiddetto Presidenzialismo e con l’Autonomia Differenziata. In un contesto in cui il popolo ha sempre meno voglia, quando chiamato in causa, di diventare elettore”.
Il dibattito politico si è modificato, com’è naturale che sia, nel corso degli ultimi cinquant’anni. Dal secondo dopoguerra ad oggi, i meccanismi di formazione del consenso hanno dovuto fare i conti con gli sviluppi incalzanti della tecnica e delle tecnologie nell’ambito della comunicazione. Ciò ha prodotto nuovi meccanismi di investimento del capitale, da cui i cittadini e le stesse formazioni politiche, in quanto enti concreti , inevitabilmente attingono. Ciò avviene non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa e del mondo. In gioco c’ è, dunque, non solo il futuro del nostro territorio, ma anche la creazione e il consolidamento di relazioni sane tra comunità e popoli diversi.