Quando ti trovi in difficoltà lasciati avvolgere dal manto di Maria… Così mi diceva la nonna di Terranova

Una famiglia, quella di mia madre, con l'amore negli occhi e l'accoglienza nel cuore. Più invecchio e più ritorna tutto. La vecchiaia è la involontaria ricerca di ciò che si è stati e dei doni ricevuti dalla vita. La memoria è un immaginario di nostalgie. Ma le nostalgie si fondano sulla verità...Ed è bello camminare con loro accanto pensando di aver vissuto con affetti splendidi...

Il vicinato dei nonni di Terranova era ricco di voci. Echi che ritornano con l’andare del tempo e diventano ricordi.
Immensi ricordi. C’erano tutti. Una famiglia, quella di mia madre, con l’amore negli occhi e l’accoglienza nel cuore. La memoria è un immaginario di nostalgie. Ma le nostalgie si fondano sulla verità.
Mio padre aveva un grande rispetto per nonna Teresina e nonno Vincenzo. Un rispetto doveroso e amorevole. In ogni occasione c’erano loro. Si raccontava e si rideva.

L’altro giorno ho voluto fare una silenziosa passeggiata tra quei vicoli. Tutto era intatto. La casa di zia Annina. La casa dei nonni, con accanto quella di zia Adelina, con la scalinata a bivio. Da una parte si andava da loro. Dall’altra da una zia che chiamavamo “Scioscia”. A dire il vero non ho mai saputo cosa significasse.

Ho visto il luogo che mia madre citava spesso, ovvero “A Costa”. Ho sostato un po’. Poi ho preso una delle strade all’interno e mi sono trovato in un vicolo che conoscevo perché vi ha abitato zio Gino, il fratello di mio padre, che a Terranova era segretario comunale. E da lì si sale per Sant’Antonio.

C’è stato un tempo che andare a Terranova significava incontrare gli zii e soprattutto zio Peppino. Lui è stato sempre presente nella mia famiglia. Mia madre era legatissimo a Peppino e lui legato a tutti noi. Immancabilmente mia madre comprava una bottiglia di China Martini perché sapeva che era l’unico liquore che gradisse.

Giulia Bruni – Peppino Caracciolo

In ogni occasione si chiamava lui. Mia madre diceva: “Come guida l’auto Peppino nessuno ci riesce…”. Infatti era così. È stato il primo a guidare la nostra Millecento rossa con il cambio allo sterzo. Si era patentato giovane, prima di mio padre. Sempre disponibile con tutti.
Ho rivisto alcune foto. Lo trovo con Giulia. Lo trovo spesso con mia madre. Lo trovo insieme a me. Veniva a Trebisacce quando d’estate si prendeva la casa per le vacanze

Maria e Peppino Caracciolo. Scalinata Villa Bruni

Ha fatto una bella e prestigiosa carriera in banca. L’intellettuale della famiglia Caracciolo di quel tempo. Vero. Si era diplomato a Cosenza negli anni in cui mia sorella stava in collegio. Vendemmiava addirittura con mio padre.

Zia Annina zia Adelina zio Salvatore. Poi accanto ad Annina c’era sempre “Viruzza”. Insomma una famiglia in cui la tradizione era il rispetto, il lavoro, l’amore.

Zio Peppino con zia Pina (la sua compagna di una vita), non posso non ritornare a loro, sono dentro di me.
Ricordo una sera. Mio padre stava malissimo. Erano gli ultimi giorni di vita e restava sdraiato in una poltrona in cucina. Arrivò zio Peppino e lo chiamò più volte per nome: “Italì…”, stringendogli forte le mani. Mio padre aprì gli occhi e disse appena: “Oh Peppì…”. Vidi zio Peppino allontanarsi.
Entrò nel soggiorno e pianse con tristezza e malinconia. Mi abbracciò. In silenzio.
C’era. C’era, c’erano, anche quando persi mia madre. Anzi, li trovai nella sala mortuaria della clinica. Io non c’ero. Loro si…
Ma ci sono tanti tasselli che si muovono nei ricordi e mi portano all’affetto dei Caracciolo. Mia madre era appunto una Caracciolo.

Più invecchio e più ritorna tutto. La vecchiaia è la involontaria ricerca di ciò che si è stati e dei doni ricevuti dalla vita. Ed è bello camminare con loro accanto pensando di aver vissuto con degli affetti splendidi.
Bisognerebbe non distanziarsi da questa gratuità abitata. Terranova era sempre una festa.
Nella mia passeggiata di qualche giorno fa ho recuperato un immaginario di bellezze. Chi ha vissuto una vita come la mia non può che essere grato a Dio e al destino.
Mia madre mi diceva sempre: “Quando ti trovi in difficoltà lasciati avvolgete dal manto di Maria…”. Era una frase che ho sentito dire spesso anche a nonna Teresina. Io seguo ancora il loro consiglio. Lo ripeto spesso ai miei figli.

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Copertina: Peppino Caracciolo, nonna Teresina, Virgilio Italo Bruni

Photo credit @Famiglia Bruni – Caracciolo

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente dellaGiunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024)  direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Mic
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