Il Dolore e l’Amore di Dio

Una Riflessione sulla Coerenza Divina

di Fr@ncesco Mazzarella

Lungo il mio percorso di vita e professionale, ho incontrato numerose storie di sofferenza e speranza, di disperazione e rinascita. Tuttavia, poche questioni sono tanto universali e al tempo stesso profondamente personali quanto il dolore umano e la ricerca di un significato nel contesto della fede. In particolare, l’interrogativo su come si possano conciliare il dolore e l’amore di Dio è una riflessione che ha attraversato secoli di pensiero teologico e continua a sfidare credenti e non credenti.

La coerenza di Dio, ovvero la perfetta armonia tra le Sue azioni e la Sua natura, è uno dei fondamenti della fede monoteista. Tuttavia, il dolore umano sembra spesso sfidare questa coerenza. Come può un Dio d’amore permettere la sofferenza, il male, le ingiustizie? Questa domanda non è solo teologica; è esistenziale, personale. Ogni volta che una madre perde un figlio, che un innocente soffre, che un popolo viene oppresso, la domanda rinasce con rinnovata forza.

Il cristianesimo, così come molte altre tradizioni religiose, insegna che Dio è amore, un amore perfetto e incondizionato. Ma questo amore non è un sentimento superficiale; è un amore che entra profondamente nella realtà del mondo, un mondo segnato dal peccato, dal dolore e dalla morte. Il mistero cristiano del dolore di Dio è incarnato nella croce: Dio stesso, in Gesù Cristo, ha sperimentato il dolore più atroce, la solitudine più profonda, l’abbandono. Questo è il cuore del paradosso: un Dio onnipotente che sceglie di soffrire con e per l’umanità.

Eppure, in questa prospettiva, il dolore non è solo un enigma da risolvere, ma diventa una via per comprendere più a fondo l’amore divino. Il dolore di Dio, la Sua partecipazione alle sofferenze del mondo, è la manifestazione suprema di un amore che non si sottrae alla realtà umana, ma la abbraccia nella sua totalità. Dio, che è amore, non resta indifferente alla sofferenza del mondo, ma vi partecipa pienamente.

La teologia cristiana parla del “Dio sofferente”, un concetto che può sembrare contraddittorio ma che è al centro della fede cristiana. Dio non è distante, un giudice freddo e inaccessibile, ma è il Padre che soffre con i suoi figli. Questa sofferenza non è una debolezza, ma una scelta d’amore radicale, che testimonia una coerenza divina che sfida la nostra comprensione umana. Il dolore diventa così un luogo di incontro con Dio, un mistero che, seppur non completamente comprensibile, rivela una profondità d’amore altrimenti inaccessibile.

Un altro aspetto da considerare è la libertà umana, un dono che Dio ha dato all’umanità, ma che porta con sé la possibilità del male. La libertà, pur essendo una grande benedizione, è anche la radice di molte sofferenze. Dio, nella Sua coerenza, rispetta questa libertà, non intervenendo come un dittatore che manipola le azioni degli uomini, ma offrendo costantemente il Suo amore e la Sua grazia, anche nelle situazioni più disperate.

Ma se Dio è amore, perché allora permette la sofferenza? La risposta, per quanto parziale e imperfetta, risiede in questa libertà: Dio non impone il bene, ma lo propone. È un invito, una chiamata ad amare, che include anche la possibilità di rifiuto, e quindi di dolore. Tuttavia, anche nel rifiuto e nella sofferenza, l’amore di Dio si manifesta come speranza e redenzione.

La coerenza di Dio si manifesta nell’interazione tra amore e dolore. Il mistero cristiano non offre una soluzione facile al problema del male, ma invita a vedere il dolore attraverso la lente dell’amore divino. Un amore che non annulla la sofferenza, ma la trasforma, che non elimina il dolore, ma lo redime. Questa è la sfida e la promessa della fede: che anche nel dolore più profondo, l’amore di Dio è presente, trasformando il buio in luce, la morte in vita.

Nella mia vita, ho imparato che il dolore umano è una realtà che non può essere negata o minimizzata. Ma ho anche visto come, attraverso la fede, molti riescono a trovare una speranza che va oltre la sofferenza, una speranza che trova radici nell’amore coerente e fedele di Dio. Un amore che, come il fuoco, purifica e rinnova, rendendo possibile una vita nuova, anche dopo le esperienze più devastanti.

E in questo mistero, per quanto complesso e spesso inafferrabile, si trova una delle verità più profonde dell’esistenza umana: la coerenza di un Dio che ama, soffre e redime.

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