di Luisa Trovato
In occasione della “Giornata Mondiale Onu e Nazionale del Ricordo delle Vittime della Strada”, in calendario la terza domenica di novembre, l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (Aifvs) ha organizzato significativi eventi commemorativi diffusamente nell’intera penisola. Questa giornata, sancita dalla Legge n. 227/2017, rappresenta un momento di riflessione e sensibilizzazione, invitando la comunità a porgere un fiore virtuale in memoria delle vittime degli incidenti stradali.
L’iniziativa, svoltasi in diverse città italiane, ha avuto come obiettivo principale quello di “Ricordare per cambiare”, sottolineando l’importanza di riflettere sui comportamenti alla guida e sulla necessità di promuovere una cultura della sicurezza stradale. Le commemorazioni hanno incluso momenti di preghiera e attività di sensibilizzazione sociale, mirate a coinvolgere non solo i familiari delle vittime, ma anche le istituzioni e la collettività.
In Sicilia, tra le cerimonie commemorative, si ricordano quelle tenutesi a Messina e Catania.
A Messina, la Santa Messa è stata officiata nella Basilica Cattedrale Santa Maria Assunta, al cospetto del presidente dell’Aifvs, Giuseppina Cassaniti Mastrojeni, insieme a rappresentanti delle istituzioni e numerosi cittadini, afferenti anche al mondo dell’associazionismo e del volontariato.
L’arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla, ha esteso l’invito a tutte le chiese della Diocesi, sottolineando l’importanza di unire le forze per affrontare il dramma degli incidenti stradali.
A seguire, l’altra iniziativa commemorativa, è quella che si è svolta nella città metropolitana di Catania.
A tal uopo, l’evento evocativo si è celebrato nella chiesa “Badia di Sant’Agata”. Per l’evenienza, ha officiato la Santa Messa il rettore, padre Massimiliano Parisi.
Hanno partecipato all’evento catanese rappresentanze della Prefettura e Questura, del Comando dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco. Riguardo alla Prefettura è intervenuto il vice prefetto Sebastiano Fabio Plutino, in rappresentanza del prefetto Maria Carmela Librizzi. Per la Questura è intervenuto il vice questore Fabio Aurilio, in rappresentanza del questore Giuseppe Bellassai.
Per il Comando Provinciale Carabinieri ha presenziato il luogotenente Sebastiano Russo, in rappresentanza del colonnello Salvatore Altavilla. In più, era presente il Comando dei Vigli del Fuoco, in persona del comandante Felice Iraca, rappresentato dall’ispettore Orazio Schillaci.
Ed ancora, ha preso parte al momento liturgico anche l’Udepe di Catania, guidato dal dirigente Maria Pia Fontana, unitamente al direttore del giornale “Paese Italia Press” Mimma Cucinotta. Anche il direttore de “La Voce dell’Jonio”, Giuseppe Vecchio ha aderito all’iniziativa. Inoltre, si rammentano gli inviti rivolti ai rappresentanti del Comune di Catania, del Compartimento Polizia Stradale Sicilia Orientale, sez. Catania e alle associazioni Asaec e Fildis di Catania. Si menziona altresì, l’adesione del Liceo artistico ‘Emilio Greco’, di Catania, guidato dal dirigente scolastico Antonio Alessandro Massimino.
Nel momento liturgico, dedicato alla preghiera dei fedeli, sono risuonate singolari e autentiche invocazioni. La prima supplica recita di conseguenza che “Nella ricorrenza della Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della strada, preghiamo perché non cadano nell’indifferenza della Comunità cristiana e delle Istituzioni civili, le stragi che si consumano sulle strade; nel ricordo delle vittime e del dolore dei loro familiari vengano promossi il rispetto per la vita e la sicurezza di chi viaggia”. La seconda declama, a seguire, “Perché la giustizia sia sempre un efficace strumento di alleanza tra l’uomo e la verità, e perché Dio trasformi gli uomini timorosi in coraggiosi testimoni, preghiamo”.
L’intento universale è di dare voce al silenzio delle vittime, cadute a cagione di incidenti stradali.
Di grande eco sono apparse le parole dell’officiante, dopo la parte consacrata alla liturgia della parola. Egli ha incentrato l’attenzione sulle espressioni “il fine” e “la fine”. Partendo da un linguaggio letterario escatologico, ha ripercorso aspetti ciclici addentro al genere delle scritture sacre. Ponendo termini di riflessione sulla realtà. In particolare, indagando il lemma “fine”, si evidenzia come esso significhi la conclusione di qualcosa, secondo un’accezione negativa, in cui oltre “la fine” non rimane alcunché, se non vacatio. O diversamente, si può palesare un’accezione positiva, in cui “il fine” prospetta nuove rivedute realtà. Ad esempio, si può presumere l’itinerario di vita che ciascun uomo percorre, lungo la strada maestra, per esprimere al meglio “il fine” esistenziale. Occorre approcciarsi, dunque, alla realtà secondo le norme del fine e non della fine! Il pendolo della vita oscilla tra il presente e il futuro. Avendo chiare alcune dinamiche apprese dalla natura, il seme tenderà sempre a germogliare e a fruttificare. In egual modo, l’uomo singolo o la collettività deve maturare “fini” che seminati nell’oggi diano proventi nel futuro, originando pensieri e azioni, con la consapevolezza di assicurarsi un raccolto futuro. Fare nel presente, dunque, assicura un futuro secondo “il fine” preposto e non “la fine” con l’incognita o la medesima distruzione di un futuro. Così è bene avere cura del fine a cui tenere, al fine di perseguire “fini” giusti e nobili ideali per un sano ed etico vivere, inseguendo fini di giustizia e grazia.
Di risonanza evocativa risulta anche la riflessione di Maria Melluso, vicepreside del Liceo artistico ‘Emilio Greco’ che ha rivolto parole accorate di educazione civica da destinare alla collettività e, in particolare, alle nuove generazioni. Ecco di seguito il pensiero esplicitato: “la sicurezza stradale si ottiene con il rispetto dei regolamenti. Deferenza che si manifesta anche e, soprattutto, con la prudenza e il senso di responsabilità verso se stessi e verso gli altri. L’ebbrezza della velocità e dell’alcool provoca scariche adrenaliniche che annientano la lucidità mentale e il senso del pericolo. Così, basta un attimo ed è ‘la fine’. Bisogna educare ed educarsi alla consapevolezza delle logiche del buon senso per tratteggiare più alti ‘fini’ che celebrano invero azioni di vigilanza e cura, nonché la sicurezza sulla strada, declamando in ogni ancorato fine l’Amore per la vita”.
Si specifica, in chiosa, che l’AIFVS è un’associazione di promozione sociale (a norma della L. n. 383/2000, con riguardo alle indicazioni contenute negli artt. 2 e 3).
Il presidente dell’Aifvs Cassaniti riferisce che il ricordo espresso come “voce del silenzio” è la voce delle vittime che ci interroga e ci chiede di cambiare, perché i comportamenti siano caratterizzati dall’esercizio responsabile della libertà, dall’amore per la vita, la verità, la giustizia. E ricorda che, con le nostre scelte, noi possiamo contribuire a costruire o, all’opposto, distruggere la civile convivenza. In più, la voce del silenzio di ciascuna vittima si palesa nell’espressione: ‘Se potessi parlare ancora, ti direi…’. Tale estrinsecazione è un invito a fare verità sumi fatti, per fare emergere le reali responsabilità, inerenti all’accadimento funesto.
Ed ancora, continua il presidente Cassaniti – Necesse est riguardare la carta d’identità interiore, affinché ciascun essere sia in grado di riconoscere la bellezza che alberga addentro quella interiorità. Per riscoprire, così, quale sia “il fine” della propria esistenza. E innanzitutto, con coscienza, è importante proiettare la riconosciuta bellezza interiore verso gli elitari “fini” che rimano con benevolenza e rispetto per la propria vita e quella altrui.
In realtà, sulla strada, una delle armi letali è la distrazione. Si richiama, pertanto, l’attenzione delle istituzioni, affinché si adoperino con alacrità ai problemi attinenti alla mobilità urbana ed extra urbana -, contribuendo de facto ad un cambiamento di mentalità e cultura. Si deve aspirare a una più trainante collaborazione tra il mondo istituzionale e quello associazionistico. Enti che, a seconda della specifica identità e vocazione, sono adusi alla promozione/prevenzione della sicurezza stradale, secondo scelte di responsabilità condivisa.
Tra le attività dell’Aifvs, si ricordano quelle di mentoring e supporto, anche psicoterapeutico, effettuato nelle scuole del territorio. Ed ancora, si evidenzia la partecipazione agli incontri del tavolo tecnico sulla prevenzione della sicurezza stradale, promossi dall’Unità Operativa per l’Educazione e la Promozione della Salute dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania.
Infine, l’intento dell’Aifvs si fonda sulla challenge di anticipare con tappe territoriali nelle città entro il 2030 l’obiettivo “Zero vittime”. A tal ‘fine’, si porge l’invito a sottoscrivere l’obiettivo “Vittime Zero” con una raccolta firme nell’apposita sezione del sito istituzionale (www.vittimestrada.org). Assecondando l’accezione positiva del ‘fine’ rilevato, il presidente Cassaniti testimonia, per l’appunto, che il “fine” indicato sia una sfida possibile. In tal caso l’obiettivo, al fine di essere raggiunto, richiede interventi mirati in ogni settore istituzionale e associazionistico che ha, tra le finalità, il sostegno a prodromi di tutela e prevenzione.
Si eleva infine un coro di speme, il cui ‘fine’ collima con l’estrinsecazione: “Istituzioni e cittadini insieme per raggiungere il fine della sicurezza stradale”.
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Photocover: Chiesa Badia di Sant’Agata Catania – Santa Messa per commemorare la Giornata mondiale Onu e nazionale delle Vittime della strada-III domenica di novembre