di Francesca Maccaglia
ROMA – Dal 24 al 26 gennaio il primo grande evento dell’Anno Santo, il Giubileo del mondo della Comunicazione. Per l’occasione sono giunti nella Città eterna giornalisti da ogni parte del mondo, esperti, operatori, le diverse figure professionali della Comunicazione, desiderosi di vivere momenti di riflessione e confronto su temi di grande attualità, più di diecimila giornalisti provenienti da 138 Paesi.
Venerdì 24 gennaio, la prima giornata, con l’accoglienza nella Basilica di San Lorenzo in Lucina, i saluti del presidente nazionale Ucsi Unione Cattolica Stampa Italiana Vincenzo Varagona e un momento spirituale presieduto dal consulente nazionale Ucsi padre Giuseppe Riggio.
A seguire la Santa Messa in occasione della Festa liturgica dedicata al vescovo di Ginevra, patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione, San Francesco di Sales. “La speranza sussurra, non si impone”, questo l’incipit dell’omelia di padre Giuseppe Riggio. “Una domanda dobbiamo porci: che cosa raccontare e come raccontare? Nel Vangelo Gesù sale sul monte per pregare, per incontrare il Padre perché li poteva ritrovare il suo baricentro. La scelta degli apostoli avviene in questo luogo, non è un caso”. “Il monte – ha continuato Padre Riggio – è quello che dobbiamo cercare nella nostra vita, quei dieci minuti ogni giorno o un tempo più importante nella settimana. Raccontare il bene e trovare la forza per poterlo fare. Il Signore chiama e indica una strada nuova”. “Il nostro gesto del raccontare – ha concluso – ha qualcosa del chiamare, del dire le cose così come stanno, non solo nel dire le cose che non vanno, ma anche quelle buone. Il potere della narrazione è fortissimo ed è la missione che ci viene affidata. Chiediamo quindi al Signore la grazia di stare con Lui per annunciare”.
Sabato 25 gennaio, la giornata più importante, la più luminosa del Giubileo dei giornalisti, iniziata di buon mattino con il raduno in Piazza Pia e il Pellegrinaggio guidato alla Porta Santa di San Pietro. Il rito del passaggio della porta santa durante il Giubileo ha il potere simbolico di richiamare l’attenzione dei credenti sul mistero del loro ingresso nella Chiesa di Cristo ed è un passaggio in cui sperimentare la tenerezza della misericordia che perdona i peccati e dona la forza di una vita rinnovata. C’è un silenzio particolare in quel momento, nonostante la folla. Passare per quella porta significa confessare che Gesù Cristo è il Signore, rinvigorendo la fede in Lui per vivere la vita nuova che Egli ci ha donato.
Dopo la benedizione del sacerdote i giornalisti hanno preso posto in Aula Paolo VI. “Ci unisce il desiderio di condividere una riflessione su come il nostro comunicare possa essere migliore e cambiare le nostre vite e quelle degli altri”, così ha esordito nel suo discorso Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede prima di lasciare il posto al giornalista e scrittore Mario Calabresi “In dialogo con Maria Ressa e Colum McCann”. Calabresi ha posto questo interrogativo alla platea: “Si può ancora comunicare speranza, o si può ancora comunicare con speranza?”. Egli ha esortato i comunicatori a raccontare esempi di bene, “la narrazione del male non può essere la sola lettura del mondo – ha sottolineato -. Non può essere il motore dell’informazione. Raccontare solo il male distrugge la società. Smarriremo il senso della nostra missione. Invece abbiamo la possibilità di essere seminatori di speranza, artefici di cambiamento”.
Maria Ressa, giornalista di origine filippino-americana, direttrice della piattaforma Rappler, vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2021 insieme a Dmitrij Muratov, “per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è un prerequisito per la democrazia e la pace duratura”, ha affrontato il tema della crescente violenza online contro i giornalisti, in particolare verso le donne; ha criticato l’ecosistema dell’informazione, definendolo “corrotto”, e ha accusato le Big Tech di irresponsabilità.
Colum McCann, scrittore, autore di Apeirogon e Great World Spin, co-fondatore della rete Narrative 4, citando un carteggio storico tra Freud ed Einstein sulla guerra, ha evidenziato come secondo Freud, sebbene la tendenza all’odio e alla distruzione sia intrinseca nell’essere umano, può essere contrastata. In special modo ha invitato i giornalisti a recuperare il racconto di storie di vita e l’ascolto di “storie della vita”, soprattutto di quelle più dimenticate; l’importanza di raccontare storie di speranza ed ha invitato i comunicatori ad avere particolarmente a cuore la bellezza e la spiritualità, lanciando l’hashtag #HopeTelling per incentivare la diffusione di narrazioni positive e costruttive.
Al termine del suo intervento una emozionante esibizione musicale del valente Maestro Uto Ughi, erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche, con la sua orchestra di brani di Bach e Oblivion di Astor Piazzolla, la quale ha annunciato l’incontro con Sua Santità Papa Francesco.
Papa Francesco ha anticipato il suo ingresso in sala di circa un’ora rispetto a quanto era previsto. In sedia a rotelle, spinto dal suo fidato assistente, è stato accolto da un lungo applauso dalla platea numerosa di giornalisti e dal coro in spagnolo: “¡Esta es la juventud del Papa!”. Nonostante i suoi problemi fisici, sempre sorridente e accogliente, non ha letto il discorso previsto, ha parlato a braccio. Con queste parole il Santo Padre si è rivolto ai giornalisti convenuti dalle diverse parti del mondo: “Nelle mani ho un discorso di nove pagine. A quest’ora con lo stomaco che comincia a muoversi leggere un discorso di nove pagine sarebbe una tortura”. Ed ha continuato parlando del valore della comunicazione: “La comunicazione non è solo l’uscita ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare è una grande saggezza. Io sono contento per questo Giubileo dei comunicatori. Il vostro è un lavoro che costruisce la società, costruisce la Chiesa, fa andare avanti tutti. A patto che sia vero”. Per il pontefice, affinché la comunicazione funzioni è necessario restare ancorati alla verità. “Padre, io sempre dico le cose vere!”. “Ma tu sei vero? Non solo le cose che tu dici, ma tu? Interiormente sei vero? E’ una prova molto grande.” “Comunicare quello che fa Dio con il Figlio e la comunicazione di Dio con il Figlio e lo Spirito Santo. Comunicare è una cosa divina. Grazie per quello che fate, grazie tante!”, così ha concluso il Santo Padre.
Prima di congedarsi Papa Francesco ha benedetto tutta l’assemblea e ha salutato i suoi ospiti, a cominciare da quelli presenti sul palco dell’Aula, poi ha fatto un breve passaggio in sala salutando calorosamente i presenti.
Una grandissima emozione per tutti vedere il Santo Padre passarci accanto! Nel corso di questo passaggio è stata consegnata al Pontefice dalla Federazione nazionale della stampa italiana una copia del contratto recentemente firmato con Anso-Fisc”.
recentemente firmato con Anso-Fisc e una barca costruita con il legno dei barconi sui quali i migranti giungono a Lampedusa.
Nel pomeriggio “Dialoghi con la città”, otto meeting di carattere culturale e spirituale che si sono svolti contemporaneamente in diversi luoghi della capitale, un’occasione di riflessione profonda sul ruolo della comunicazione nella società moderna.
Tra questi, il corso di formazione per i giornalisti, nella sala “Ocera” del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, in via Sommacampagna, 19, e in streaming nella sala “Walter Tobagi” della Federazione nazionale della Stampa italiana, via delle Botteghe Oscure, 54, “Il giornalismo a servizio della democrazia. Pellegrini di speranza, comunicare il Giubileo 2025 per costruire insieme un mondo migliore”, il quale è stato organizzato dall’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi) in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Estera in Italia, Fisc, Copercom, WeCa, Federazione internazionale Media Cattolici, Construcitve Network Italia e I – Press, ed ha dato diritto a quattro crediti formativi.
Domenica 26 gennaio, la giornata conclusiva, con la Santa Messa della “Domenica della Parola di Dio”, presieduta dal Santo Padre con l’istituzione di quaranta nuovi lettori. Nella omelia il Santo Padre si è soffermato sulle cinque azioni che caratterizzano la missione del Messia. Anzitutto, Egli viene «mandato a portare ai poveri il lieto annuncio». La seconda azione del Cristo è «proclamare ai prigionieri la liberazione». La terza azione, con la quale Gesù compie la profezia, è donare «ai ciechi la vista». La quarta azione è «rimettere in libertà gli oppressi». Infine, la quinta azione: Gesù è inviato «a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Alle ore 12:00 i giornalisti si sono radunati uniti a tutti i pellegrini per partecipare all’Angelus in piazza san Pietro, la preghiera cattolica in onore di Maria in ringraziamento per il mistero dell’Incarnazione.
Roma, come ha fatto per secoli, continua ad accogliere tutti, trasformando le singole voci in un coro di fede che risuona tra le sue mura antiche. Il pellegrinaggio a Roma diventa un’esperienza che continua oltre l’Anno Santo.