Immagine: Gli azzurri al Quirinale per la riconsegna del Tricolore insieme al Presidente Scarzella e al C.T. Para-Archery Willy Fuchsova
Nel 2016 gli azzurri si sono confermati competitivi in tutte le divisioni e discipline arcieristiche conquistando complessivamente 29 ori, 27 argenti e 26 bronzi in 16 trasferte. All’amaro 4° posto del trio femminile ai Giochi di Rio che ferma a 5 le edizioni consecutive della FITARCO a medaglia, si contrappone l’argento e il bronzo della Nazionale paralimpica al Sambodromo che fa salire a 9 le edizioni consecutive sul podio.
Concluso il quadriennio che ci ha portati ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Rio de Janeiro è giunto il momento dei bilanci.
La Federazione Italiana Tiro con l’Arco ha difeso con onore le numerose conquiste internazionali degli anni passati nelle varie discipline arcieristiche mantenendosi tra le nazioni più vincenti al mondo. Certo,sarà difficile dimenticare il 4° posto del terzetto femminile al Sambodromo: Guendalina Sartori, Claudia Mandia e Lucilla Boari ci hanno fatto sognare e la medaglia sfumata all’ultima freccia rimarrà per traverso nella nostra memoria nonostante sia stato il miglior risultato femminile ai Giochi. Il problema è che gli azzurri ci avevano abituati molto bene, visto che erano cinque edizioni consecutive che l’Italia saliva sempre sul podio. Il 6° posto individuale di Mauro Nespoli ha aumentato la delusione per quella che sarebbe potuta essere la miglior Olimpiade dell’arco italiano nella storia ma che, annuari alla mano, risulterà essere la prima senza un podio a partire da Atlanta ’96. Per fortuna, poche settimane dopo, sempre nello scenario del Sambodromo carioca, l’argento di Alberto Simonelli e il bronzo mixed team di Elisabetta Mijno e Roberto Airoldi alle Paralimpiadi hanno sollevato il morale degli arcieri italiani. Due medaglie che allungano l’incredibile striscia positiva dell’Italia para-archery, giunta alla nona edizione consecutiva con almeno un podio tinto di tricolore, confermando il nostro sport come vero e proprio baluardo dell’attività paralimpica nostrana.
Tricolore che, sia chiaro, è salito sul pennone più alto in molte altre occasioni anche in questo 2016. Merito che va ascritto in primis agli arcieri della nazionale e subito dopo al fondamentale lavoro svolto dallo staff tecnico azzurro, passando dagli sforzi dei tecnici personali, all’impegno delle Società e dei Gruppi
Sportivi militari che hanno permesso di mantenere alto il livello delle prestazioni in tutte le divisioni e discipline arcieristiche.
I numeri parlano nettamente in favore dell’Italia, che ha preso parte a 16 eventi internazionali conquistando nel complesso 29 ori (15 individuali e 14 a
squadre), 27 argenti (14 individuali e 13 a squadre) e 26 bronzi (12 individuali e 14 a squadre). Una stagione col segno più che positivo se pensiamo che gli azzurri hanno aumentato il bottino di ori e argenti rispetto all’anno precedente, quando il palmares italiano su 17 impegni internazionali contava su 21 primi posti, 26 secondi posti e 31 terzi posti. Fatte le proporzioni rispetto agli eventi della scorsa stagione, non si può non rimarcare che gli atleti della FITARCO sono sempre saliti sul podio nelle gare che hanno disputato, ad eccezione di due eventi: i Giochi Olimpici e i Mondiali Universitari, dove sono andati sulla linea di tiro numerosi esordienti in azzurro.
Settore Giovanile – Al futuro si può quindi guardare con grande fiducia, tanto più se si pensa al rilevante contributo portato dal settore giovanile. Del totale di podi conquistati 13 ori, 10 argenti e 10 bronzi sono le medaglie ottenute dai giovani che scalpitano per prendersi la scena internazionale al fianco dei grandi campioni già affermati. Alcuni di loro ci sono già riusciti, visto che due dei titolari a Rio 2016 sono atleti della Scuola Federale di Cantalupa: David Pasqualucci e Lucilla Boari hanno bruciato le tappe e altri alle loro spalle sono intenzionati a farlo. Le buone prestazioni dei giovani non sono state un caso, visto che, dopo la vittoria del Circuito di Youth Cup nel 2015, hanno continuato a crescere vincendo il titolo iridato con entrambi i terzetti ai Mondiali Indoor, cui si aggiungono l’oro individuale di David Pasqualucci, l’argento di Tatiana Andreoli e l’argento a squadre degli junior compound. Un contributo fondamentale che è valso il primo posto nel medagliere. Risultati che hanno poi avuto seguito sia nella prima tappa della Youth Cup (4 ori, 3 argenti e 4 bronzi) che agli Europei Giovanili, dove hanno chiuso con 2 ori, 4 argenti e 3 bronzi.
Compound – E se i giovani ci fanno intravedere una base solida su cui costruire il futuro, altrettanto può dirsi degli atleti della divisione compound, altro fiore all’occhiello dell’arcieria italiana. Una stagione cominciata alla grande ai Mondiali Indoor, col titolo iridato di Irene Franchini al quale sono seguiti l’oro del trio maschile e il bronzo del terzetto femminile che contava in squadra Eleonora Sarti, l’iridata paralimpica alla sua prima convocazione con la Nazionale “normo”. Un risultato storico che mancava dai tempi della grande Paola Fantato. Compound che hanno fatto incetta di medaglie anche nella stagione all’aperto, travolgendo gli avversari al Grand Prix di Sofia (3 ori e 1 bronzo), portando in alto il trio maschile in più occasioni e andando a vincere il titolo europeo
a squadre miste col collaudato duo Tonioli-Pagnoni, autori anche di un primato mondiale e vincitori di un argento e un bronzo nella World Cup. E proprio la
finale di Coppa del Mondo ha incoronato al termine della stagione Marcella Tonioli, che ha vinto il trofeo a tappe dopo un’emozionante e interminabile
finale risolta allo spareggio. Finale che aveva visto tra i protagonisti anche il “re di coppa” Sergio Pagni e, per la prima volta, Guendalina Sartori nel
ricurvo.
Olimpico – Tutte le energie del settore ricurvo nella stagione appena conclusa sono state rivolte ai Giochi Olimpici e, considerate le premesse, il lavoro svolto soprattutto nel comparto femminile è stato eccellente. D'altronde era l’anno che ha visto dare l’addio all’alto agonismo ad una fuoriclasse come Natalia Valeeva e per questo c’era la necessità di ricostruire un gruppo all’altezza dell’obiettivo olimpico. Dopo varie prove e tentativi, l’Italia che aveva conquistato con Guendalina Sartori un pass individuale per il Sambodromo è riuscita in una vera e propria impresa ad ottenere la carta olimpica per l’intera squadra arrivando seconda all’ultimo torneo di qualificazione giocato ad Antalya, dove erano in palio solo tre posti e, in quella stessa occasione, il trio formato da Sartori, Mandia e Boari ha anche vinto il bronzo nella tappa di coppa del mondo. Il contributo del ricurvo, nel computo dei podi internazionali conquistati dall’Italia, conta 8 ori, 5 argenti e 12 bronzi ma escludendo i risultati ottenuti da questa divisione nel tiro di campagna. Un risultato importante, anche se migliorabile, che ci riempie di orgoglio soprattutto pensando che al Sambodromo di Rio l’Italia è stata l’unica Nazione europea ad aver conquistato il pass con entrambe le squadre. Unica al fianco delle super potenze orientali come Corea del Sud, Cina e Taipei.
Tiro di Campagna e 3D – Un capitolo a parte meritano gli atleti azzurri specialisti dell’hunter & field e del 3D. Può sembrare sfrontato dirlo, ma l’Italia in queste due specialità è senza alcun dubbio una delle prime al mondo, se non la migliore. Non può essere un caso infatti se ormai da anni risulta sempre ai primi posti del medagliere in occasione di Mondiali ed Europei di specialità. Fatto che si è puntualmente verificato anche in questa stagione, che ha visto gli azzurri conquistare il primo posto nel medagliere per Nazioni sia ai Mondiali Campagna di Dublino (5 ori, 4 argenti e 2 bronzi), così come agli Europei 3D di Mokrice-Catez (4 ori, 4 argenti e 3 bronzi). Insomma, i Nazionali che aggiungono alle divisioni olimpica e compound tirano anche l’arco nudo, l’istintivo e il longbow, rappresentano per l’Italia una garanzia assoluta di successo, visto che anche in questi due eventi internazionali alle conferme dei campioni più esperti si è aggiunto il contributo sostanzioso dalle classi giovanili.
Para-Archery – Infine, ma non per ultimo, il determinante contributo portato all’Italia dalla Nazionale paralimpica. A cominciare dai cinque podi agli Europei in Francia, dove Simonelli ha vinto nuovamente il titolo continentale, proseguendo con i primati mondiali firmati da Simonelli e l’iridata Eleonora Sarti, passando per il doppio bronzo agli Invictus Games degli arcieri del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, cui si aggiungono i 2 ori, 4 argenti e 1 bronzo al torneo internazionale di Nove Mesto, dove l’Italia ha ufficializzato le sue 10 carte paralimpiche. La ciliegina sulla torta sono poi state le due medaglie ottenute
al Sambodromo, che hanno ribadito la validità del movimento paralimpico italiano che, nel corso dell’anno, anche attraverso l’attività del progetto
Arco Senza Barriere, ha continuato a curare l’attività dei tecnici sul territorio e la crescita del settore giovanile divenendo un esempio di efficienza e di riferimento anche per il Comitato Italiano Paralimpico.
Ranking Internazionale – L’Italia ha insomma poco da rimproverarsi al termine di una stagione ricchissima di impegni e aspettative. Lo testimoniano le nomination World Archery degli azzurri inseriti tra i migliori cinque atleti al mondo nel 2016: Marcella Tonioli e Irene Franchini nel compound femminile, Sergio Pagni nel maschile, Elisabetta Mijno e Alberto Simonelli tra i paralimpici. La ranking internazionale vede Mauro Nespoli come primo azzurro nel ricurvo, 11°, seguito al 22° posto da David Pasqualucci; nell’olimpico femminile anche Guendalina Sartori con l’11ª posizione è la prima delle azzurre. Nel compound Sergio Pagni è 12°, seguito da Federico Pagnoni al 22° posto, mentre tra le donne spiccano il 4° posto di Marcella Tonioli e il 19° di Laura Longo. Nellaclassifica mixed team compound l’Italia è sul terzo gradino del podio dietro Colombia e Francia, mentre nel ricurvo staziona al 7° posto. La ranking a squadre vede invece il terzetto maschile e femminile olimpico rispettivamente 10° e 5°, mentre nel compound gli azzurri sono quarti e le azzurre dodicesime.
Risultati questi che pongono all’Italia un’altra sfida per il nuovo quadriennio che ci porterà a Tokyo 2020: continuare a vincere in campo internazionale, investire ulteriormente sui giovani e nella crescita dell’intero movimento sul territorio nazionale per ribadire che il tiro con l’arco italiano punta sempre in alto o, meglio, sempre al centro del bersaglio…
31/12/2016