Morto Gigi Riva. Il calcio piange Rombo di Tuono tra i più grandi giocatori al mondo

Aveva 79 anni. È morto all'ospedale Brotzu di Cagliari per un malore. Da ieri era ricoverato in cardiologia. Fabio Capello, compagno di squadra di Gigi Riva in Nazionale: Perdiamo uno dei simboli del calcio italiano, un giocatore fantastico e soprattutto un uomo vero, di una rettitudine unica, con la Sardegna nel cuore

Gigi Riva è morto alle 19.10 del 22 gennaio 2024 all’ospedale Brotzu di Cagliari. I vertici dell’ospedale e del reparto di cardiologia hanno rivelato che in mattinata l’ex calciatore, 79 anni, aveva rifiutato un intervento di angioplastica. Riva “è stato ricoverato alle 3 del mattino, era affetto da tempo da una vasculopatia pluridistrettuale. E’ stato ricoverato nel reparto di cardiologia per una sindrome coronarica acuta. E’ stato sottoposto alle 10.30 di oggi a una coronarografia che ha evidenziato una gravissima malattia coronarica. Gli è stato proposto un intervento di angioplastica coronarica che ha rifiutato. È stato informato dei rischi che comportava e ha rifiutato per potersi consultare coi familiari”, spiegano i vertici dell’ospedale.

Nel tardo pomeriggio la situazione era tranquilla e ha scherzato coi medici, poi la situazione è precipitata all’improvviso. Alle 17.50 è arrivato un arresto cardiaco e sono stati inutili i tentativi di salvarlo con manovre rianimatorie. E’ stato portato in sala operatoria per un tentativo di angioplastica coronarica che non è riuscito: il suo cuore ha smesso di battere alle 19.10.

“Quando mi ha chiesto di non eseguire l’angioplastica, l’abbiamo riportato giù in reparto – ricorda il direttore di Cardiologia Marco Corda -. Ho convocato anche il figlio per cercare di ragionare insieme sul da farsi e gli ho spiegato le motivazioni per cui l’angioplastica andava fatta. Lui ha ascoltato tutto e mi ha ringraziato e io gli ho detto ‘Non si preoccupi, saremo sempre noi in debito con lei'”.

“Avremmo eseguito subito l’angioplastica se il paziente avesse dato il consenso. Purtroppo questo non è avvenuto – spiega il direttore Bruno Loi – e non si possono fare interventi contro la volontà del paziente e quindi abbiamo dovuto aspettare. Lui avrebbe voluto parlarne coi suoi familiari. Purtroppo queste situazioni possono precipitare anche improvvisamente e in quella situazione diventa poi difficile intervenire. Purtroppo è quello che è capitato”.

Perdo un grandissimo amico, abbiamo fatto un lungo percorso di vita insieme. Dal militare a tanti ricordi in nazionale. Una tristezza infinita, sono profondamente addolorato, non riesco a parlare”, il ricordo all’Adnkronos di Dino Zoff.

“E’ una giornata davvero triste, perdiamo uno dei simboli del calcio italiano, un giocatore fantastico e soprattutto un uomo vero, di una rettitudine unica, con la Sardegna nel cuore. E’ stata una fortuna averlo conosciuto”, ha detto all’Adnkronos Fabio Capello, compagno di squadra di Gigi Riva in Nazionale, ricordando ‘Rombo di Tuono’.

“Da giocatore è stato il più grande attaccante italiano della storia e uno dei migliori al mondo. Io ero un suo grande tifoso, poi ho lavorato con lui in Nazionale, io ct e lui capo-delegazione e ho conosciuto un uomo ancora più grande del calciatore, una persona straordinaria. Se n’è andato via troppo presto, è un grandissimo dispiacere. Ha dato la vita per il calcio, dobbiamo essere tutti grati”, le parole all’Adnkronos dell’ex ct della Nazionale Arrigo Sacchi.

Sono scosso e profondamente addolorato, il calcio italiano è in lutto perché ci ha lasciati un vero e proprio monumento nazionale – le parole del presidente della Figc, Gabriele Gravina – Gigi Riva ha incarnato il mito dell’uomo libero e del calciatore straordinario: il suo orgoglio, la sua classe e il suo senso di giustizia hanno unito generazioni e appassionato milioni di persone. ‘Rombo di Tuono’ ha legato all’Azzurro la sua straordinaria carriera da atleta e da dirigente, grazie a lui abbiamo vinto l’Europeo del 1968 e il Mondiale del 2006. Chi ha avuto, come me, la fortuna di conoscerlo oggi perde un amico e un punto di riferimento importante”. “Faremo di tutto per ricordare Gigi Riva, un grandissimo uomo. A Coverciano ci saranno le bandiere a mezz’asta”, ha poi detto Gravina a Tg2Post.

In sua memoria la Figc ha deciso che verrà osservato un minuto di raccoglimento prima delle gare di tutti i campionati in programma da domani a tutto il fine settimana, così come un minuto di silenzio all’inizio del secondo tempo stasera della Supercoppa. Il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha disposto il lutto regionale fino al giorno delle esequie.

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Cosa rappresenta una figura come quella di Gigi Riva? Molto di più di ‘Rombo di Tuono’ che era una cifra tecnica che ha lasciato il segno anche nei numeri dei gol segnati e anche delle vittorie tutto sommato, ma piangiamo l’uomo, piangiamo comunque il professionista fedele a un calcio che sembra essere il calcio di altri tempi, in parte lo è – ha detto il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, al Tg1 – Io penso che il compito nostro è quello di tenere invece in vita la speranza che il calcio possa mantenere quella dimensione umana, quella dimensione di attaccamento ai colori ai quali teniamo tutti come appassionati di calcio, come tifosi del calcio e l’auspicio penso che si possa concretizzare anche con l’inizio dei lavori per lo stadio di Cagliari che sarà dedicato a Gigi Riva, cercare di coniugare il ricordo con il luogo dove il calcio continua e dove mi auguro continuino anche i sogni di un calcio come quello di Gigi Riva”.

Gigi Riva, la vita

Luigi Riva, detto Gigi, era nato a Leggiuno in provincia di Varese, il 7 novembre 1944, da una famiglia dalle origini modeste. Subito si fa notare per le sue spiccate doti da goleador, segnando 66 gol in 2 anni di permanenza con il Laveno Mombello, squadra locale. Era un tipo di attaccante feroce, che appena vedeva la porta avversaria non lasciava scampo. Viene notato dai dirigenti del Legnano, squadra militante in Serie C, che non si lasciano sfuggire l’occasione. I 5 gol in 22 partite complessive sembrano passare sotto traccia, ma c’è poi il controverso passaggio al Cagliari dove fa la storia del club sardo e del calcio italiano. La carriera di Riva è un elogio alla meritocrazia e alla perseveranza, e il suo soprannome ‘Rombo di Tuono’ lo ha acquisito soltanto nel tempo grazie a Gianni Brera.

E’ giudicato uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi e con la maglia del Cagliari, dal 1963 al 1977, ha giocato 14 stagioni e detiene tuttora il record assoluto di marcature, contribuendo nella stagione 1969-70 alla vittoria del primo e unico scudetto nella storia rossoblù, peraltro laureandosi nell’occasione anche capocannoniere del torneo.

Il 1970 rappresenta l’anno d’oro che consacra definitivamente Rombo di Tuono. Oltre allo scudetto a Cagliari che non si era mai visto, con la sua squadra, forgiata dall’allenatore Manlio Scopigno, e guidata in campo da quell’attaccante letale, con una squadra con calciatori come Albertosi, Niccolai, Nenè, Domenghini, Cera. Calciatori titolari anche in Nazionale, e protagonisti poi anche al Mondiale di Messico ’70. Le successive stagioni allo scudetto storico, Riva sembra un po’ accusare il colpo dovuto ad un grave infortunio che lo tenne fuori per tanto tempo.

Ma ritrova subito la via realizzativa col tempo, contribuendo al quarto posto cagliaritano nella stagione 1971/72 grazie ai suoi 21 gol in 30 partite. La parabola discendente del Cagliari è però ormai compiuta, ma nonostante la corte serrata di altre squadre, Gigi Riva decide di chiudere la carriera al Cagliari e di giurare amore eterno a quell’isola che lo aveva accolto.

Al Cagliari è rimasto sempre legato anche dopo il ritiro, assumendone brevemente la massima carica nella stagione 1986-87 e dal 2019 ne ha ricoperto il ruolo di presidente onorario. Con la Nazionale italiana, di cui è tutt’oggi il miglior marcatore di tutti i tempi in virtù dei 35 gol segnati in 42 presenze totali, si è laureato campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970. Dal 1990 al 2013 è stato inoltre team manager e capo delegazione.

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