Immagini:
Boccioni “Idolo moderno”
Severini “Mare e ballerina”
Redazionale
In occasione del centenario della Prima guerra mondiale, la mostra vede protagonista la cultura artistica nei dieci anni che precedono l’entrata in guerra dell’Italia, dalle aperture europee di Venezia e Roma che guardano alla Secessione viennese e all’arte francese, alla nascita del Futurismo, all’interventismo sostenuto dai futuristi anche attraverso le opere d’arte.
Un periodo breve – ideologicamente segnato da contrasti politico-sociali e da un crescente nazionalismo – durante il quale artisti e critici si interrogano sui concetti di modernità e avanguardia. Mentre l’Ottocento – il ‘secolo lungo’ – moriva, e con esso veniva meno l’entusiastica fiducia nel progresso della belle époque, una generazione di giovani artisti si poneva in contrapposizione al consolidato sistema ufficiale delle esposizioni (le mostre degli Amatori e Cultori a Roma, le Biennali a Venezia), contestando i criteri conservatori e selettivi che regolavano partecipazioni ed esclusioni, rivendicando libertà espressiva e autonomia di canali espositivi alternativi.
La mostra prende l’avvio dal 1905, anno in cui Gino Severini e Umberto Boccioni organizzano nel Ridotto del Teatro Nazionale di Roma una Mostra dei Rifiutati la quale, benché non riuscisse pienamente nel tentativo di opposizione efficace alle esposizioni annuali degli Amatori e Cultori, costituì un primo germe di opposizione.
Attraverso otto aree tematiche – che comprendono circa 200 opere, di cui 129 prestiti provenienti per lo più da musei europei e collezioni private – il percorso si apre all’inizio del secolo nel clima del socialismo umanitario, di cui Giuseppe Pellizza da Volpedo è precursore, raccolto a Roma intorno a Giovanni Cena, Duilio Cambellotti e Giacomo Balla, presente in mostra con il ritratto monocromo di Lev Tolstoj.
Seguono gli artisti italiani che avevano avuto una significativa partecipazione alle esposizioni europee indipendenti o secessioniste: Gaetano Previati, ammirato per la spiritualità simbolista al Salon de la Rose-Croix e alla Internationale Kunst-ausstellung di Monaco; Medardo Rosso, che partecipa alla grande rassegna sull’impressionismo organizzata dalla Wiener Sezession nel 1903; Giovanni Segantini, presente sia al Salon du Group de XX a Bruxelles sia alle esposizioni della Secessione di Monaco e di Vienna, invitato dagli artisti stessi della cerchia klimtiana.
L’iniziativa rientra nel Programma ufficiale delle commemorazioni per il centenario della Grande Guerra della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale.
Immagini:
Boccioni “Idolo moderno”
Severini “Mare e ballerina”