Messina, 06 marzo 2016 – L’ex rifugio antiaereo Cappellini, da poco restaurato e sede del Museo Messina nel ‘900, diretto da Angelo Caristi, offre una esposizione permanente di reperti bellici, fotografici e storici, dai decreti prefettizi all’informazione giornalistica del tempo con le vignette di Beltrame della Domenica del Corriere, la Sera, al Messaggero e al Corriere della Sera che annuncia lo scoppio della I Guerra Mondiale. Questo emozionante full immersion nella storia del '900 è stato il percorso obbligato che ha condotto i visitatori della mostra ad un interessante incontro sulla tragica storia di “Salvatore Misdea – 1884: follia criminale o determinazione di un soldato del Sud Italia?. Un volume frutto di una certosina indagine storica dei due autori, il criminologo Domenico Romeo e lo storico Francesco Antonio Cefalì presenti all’evento culturale al quale hanno partecipato il dottor Giuseppe Rao, direttore del Dipartimento di Salute Mentale Messina Nord, psichiatra e criminologo e la dottoressa Sonia Bucolo, criminologa e vicepresidente dell’Associazione ScirokkoEditrice che ha curato l'iniziativa.
Il libro racconta la storia del militare calabrese di Girifalco, Misdea 22 anni, vittima di persecuzioni e bullismo di commilitoni nel periodo immediatamente successivo l’Unità d’Italia, processato e giustiziato alle 4 del mattino del 1884, perché come si direbbe oggi, ritenuto un serial killer. In realtà Salvatore Misdea era soltanto un meridionale e proprio per questo ritenuto dal perito del processo Cesare Lombroso, medico, giurista antropologo, considerato uno dei padri della criminologia, un delinquente per determinismo biologico e atavismo cioè un “delinquente per natura”. Una vittima sacrificale dello stesso Lombroso, del quale però il libro tratteggia gli aspetti più inquietanti della sua personalità di uomo di scienza. Rivelando la reale natura di Cesare Lombroso, gli autori Romeo e Cefalì lo definiscono non più il padre dell’Antropologia Criminale ma l’antesignano del genocidio attuato con efferate pratiche criminali al servizio dei Savoia, che il nazismo avrebbe quasi preso ad esempio, nel compimento dello sterminio degli ebrei.