VENEZIA – “Waiting for Qin Feng”, mostra personale dell’artista cinese Qin Feng, vedrà esposte le sue opere a inchiostro, dal 19 maggio al 19 giugno 2016 a Venezia. Ospitata in tre diverse locations, tra cui l’ex Monastero di San Giorgio Maggiore, oggi sede della Fondazione Giorgio Cini (la prima installazione d’arte contemporanea cinese), il monastero armeno dell’isola di San Lazzaro e l’Università Internazionale di Venezia (VIU) sull’isola di San Servolo, la mostra sarà presentata in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini ed è curata da Achille Bonito Oliva e dall’ambasciatore Umberto Vattani. Ci saranno un vernissage con una performance di Qin Feng presso l’ex Monastero di San Giorgio Maggiore il 19 maggio con inizio alle ore 18; un seminario con l’artista e i curatori il 26 maggio al Circolo Ufficiali della Marina Militare all’Arsenale dalle 16 alle 19 e una conferenza stampa alla VIU, il 27 maggio alle 15.
Uno dei mezzi più caratteristici e tradizionali dell’arte cinese, la pittura a inchiostro ha una storia millenaria. Nel corso dei secoli, la forma d’arte è stata mantenuta viva grazie alla pratica di copiare il lavoro di maestri precedenti, apportando pochi cambiamenti. Oggi, un gruppo di artisti contemporanei ha portato nuova linfa a questo mezzo espressivo, superando i rigidi vincoli della tradizione, guardando alla contemporaneità attraverso un nuovo linguaggio artistico rivoluzionario, che rimane rispettoso dei modelli antichi.
Qin Feng è in prima linea in questa nuova scuola di pittura sperimentale ad inchiostro con pennello. Le sue immagini emozionali ed intense, senza soluzione di continuità, fondono l’antica calligrafia cinese con il moderno espressionismo astratto occidentale. Avendo vissuto e lavorato in Germania e negli Stati Uniti, Qin Feng è un chiaro esempio di artista cinese contemporaneo con una carriera e sviluppo creativo protagonisti su un palcoscenico globale. Radicate in due mondi, le solide immagini di Qin Feng e le sue installazioni di impatto sono al tempo stesso espansive e inclusive. La sua opera dimostra la costante importanza di pennello e inchiostro come mezzi espressivi e la calligrafia e le sue reiterazioni come forme espressive contemporanee.
La mostra di Venezia si svilupperà come un dialogo articolato tra arte rinascimentale europea e arte contemporanea cinese. Il dialogo si manifesterà sotto diverse forme tra cui una performance pittorica di Qin Feng di fronte al dipinto le Nozze di Cana di Paolo Veronese, duplicato realizzato dal Factum Arte di Madrid, che si trova nel refettorio dell’ex monastero di San Giorgio Maggiore. Sul pavimento davanti al dipinto sarà posizionata una grande tela su cui Qin Feng eseguirà la sua opera. Altre attrattive della mostra comprendono un’istallazione di porcellana tradizionale Jingdezhen, Cina, altre opere presso lo storico Monastero Armeno e presso l’Università Internazionale di Venezia.
Social media, musica e informazioni generali disponibili su smartphone arricchiscono l’esperienza espositiva. Un video trasmesso in loop mostra una serie di immagini di antiche scritture geroglifiche, che si dissolvono lentamente in simboli astratti, come per mostrare migliaia di anni di storia concentrati in una evoluzione di 10 minuti. L’incorporazione di nuovi media tenterà di creare un ambiente di coinvolgimento visivo ed emozionale, abbracciando l’era delle esperienze visive migliorate digitalmente.
La speranza di Qin Feng è che questa esposizione sia l’inizio di una nuova Via della seta per scambi culturali; l’opportunità di creare un mondo dell’arte omnicomprensivo. Come un’antica rete di vie commerciali che erano cruciali per l’interazione tra Asia e Europa, la Via della seta è stato un importante veicolo per promuovere la conoscenza sia economica che culturale. Xinjiang, regione natale di Qin Feng nel nordovest della Cina, era una tappa della Via della seta e la consapevolezza del valore di questo ruolo di connessione tra diverse culture ha avuto una grande influenza sul suo lavoro.
“Waiting for Qin Feng” si svolge in concomitanza con la Biennale di Architettura di Venezia il cui tema, Reporting from the front, è un invito per gli architetti a prendere in considerazione il loro ruolo nel miglioramento delle condizioni di vita per le persone di tutti i ceti sociali. Questo concetto si riflette nella mostra di Qin Feng che promuove l’importanza dell’integrazione e dell’interazione culturale come risultato di una più ampia comprensione della nostra civiltà contemporanea attraverso un dialogo aperto.
Qin Feng
Nato nel 1961 a Xinjiang in Cina, Qin Feng si è diplomato presso lo Shangdong Art Institute in Cina. Feng è noto per i suoi lavori a inchiostro. Servendosi degli strumenti tradizionali della calligrafia cinese, utilizza il pennello con l’energia sfrenata tipica degli espressionisti astratti europei, unendo gli impulsi gestuali dell’action painting occidentale con la tradizione della pittura e della calligrafia cinesi. Ha vinto diversi premi dalla città di Berlino e dal Vermont Art Center. Ha esposto nei più importanti musei e gallerie tra cui il Goedhuis Contemporary a New York, il Beijing Museum of Contemporary Art in Cina, e alMetropolitan Museum of Art di New York, allo Yale University Museum, alla Ford Foundation e al Museum of Fine Arts di Boston. Le sue opere sono andate vendute nelle aste di Sotheby’s, Christie’s, Bonhams e al Poly International Auction. Feng attualmente vive e lavora tra Pechino e Boston.
Achille Bonito Oliva
Achille Bonito Oliva è curatore e critico d’arte contemporanea di base a Roma, dove ha la cattedra di Storia dell’arte contemporanea presso l’università La Sapienza. Bonito Oliva ha curato mostre a tema e interdisciplinari, tra cui “Contemporanea” (Villa Borghese, Roma, 1974), “Aperto 1980″ (in collaborazione con Harald Szeemann, Biennale di Venezia, 1980), “Avanguardia Transavanguardia” (Mura Aureliane, Roma, 1982) e “Minimalia” (P.S.1 Contemporary Art Center, New York, 1998). È stato direttore della 45a Biennale di Venezia nel 1993, della 1a Biennale di Valencia nel 2001 e ha curato il padiglione italiano alla 7a Biennale di Parigi nel 1971. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti tra cui il Valentino d’Oro, premio internazionale per critici d’arte, nel 1991.
Umberto Vattani
L’Ambasciatore Vattani ha avuto una brillante carriera a servizio del Governo italiano per molti anni. Nel 2005 è stato nominato Presidente dell’Istituto nazionale per il commercio estero (ICE). Sotto la sua presidenza l’ICE ha lanciato “Made in Italy” fondendo economica e cultura. Questa campagna di marketing di notevole successo ha celebrato l’alta qualità e la raffinatezza di beni di lusso italiani. Ha inoltre compreso collaborazioni con università e centri di ricerca di tutto il mondo, così come diversi progetti di restauro in Italia e in altri paesi. Per il suo supporto alla cultura, ha ricevuto premi dai capi di stato di molte nazioni.
La Fondazione Giorgio Cini
La Fondazione Giorgio Cini è un’istituzione culturale non-profit con sede a Venezia. Fu istituita da Vittorio Cini, in ricordo del figlio Giorgio, con lo scopo di restaurare l’Isola di San Giorgio Maggiore (deteriorata da quasi centocinquant’anni di insediamento militare) e di reinserirla nella vita di Venezia facendone un centro internazionale di attività culturali. La Fondazione Giorgio Cini ha lo scopo di promuovere il ripristino del complesso monumentale dell’isola di San Giorgio Maggiore e di favorire la costituzione e lo sviluppo di istituzioni educative, sociali, culturali ed artistiche del territorio circostante.