Alessandra Carbognin e il suo libro "La Ricchezza nell'Educazione"
L'interessante libro di Alessandra Carbognin "La Ricchezza nell'Educazione", tratta il settore della formazione secondo un approccio pedagogico che privilegia la comunità e la semi-residenzialità degli studenti. L’appartenenza ad una comunità può consentire lo sviluppo di forme di capitale sociale tra gli appartenenti alla comunità stessa. Il tema della generazione di capitale sociale svolge un ruolo di risorsa relazionale che sviluppa altre forme di capitale umano e culturale. Tali sono le questioni chiave del libro. Fanno da sfondo al lavoro la distinzione concettuale dei vari tipi di socializzazione (in aula, in cortile, ecc.), lo studio delle reti di relazioni tra pari e tra i membri del proprio nucleo parentale, l’analisi dei rapporti di fiducia tra istituzioni, studenti, scuola e famiglia.
Destinatari del libro sono gli studenti e ricercatori interessati alle questioni sociologiche e pedagogiche legate alla storia e alla natura degli istituti educativi, in particolare dei convitti e degli educandati statali. Enti interessati alla studio e alla valorizzazione del capitale umano e sociale legato al contesto educativo. Genitori e operatori sociali per un confronto sulle dinamiche e sui legami familiari.
Il possibile mercato potenziale del libro si inserisce nell'area scolastica è il contesto universitario, in particolare quello della ricerca nei campi della sociologia, della pedagogia, della psicologia e delle scienze umane in generale. Un certo interesse potrebbe avere anche per la storia moderna e contemporanea. Inoltre sono soggetti interessati al volume gli enti delle città che ospitano gli educandati (comuni, assessorati alla cultura e all’istruzione, circoli letterari, biblioteche cittadine, ecc.).
L'autrice Alessandra Carbognin, è nata a Soave (Verona) nel 1972, ma vive a Cagliari dove è Dottore di Ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale ed educatrice presso gli Educandati e Convitti Statali italiani dal 2002. La Carbognin ha un CV di tutto rispetto, che abbraccia il mondo universitario e quello socio culturale, in particolare a Cagliari partecipa a iniziative legate all'Ordine dei Giornalisti della Sardegna ed è membro dell'UCSI, Unione Cattolica della Stampa Italiana.
L'opera: la ricerca ha per oggetto le istituzioni educative residenziali nazionali: gli educandati statali. Il lavoro si sviluppa all’interno della realtà scolastica ed educativa italiana in una trasversalità di obiettivi ed ipotesi di ricerca. Oltre a un’analisi teorica del concetto di capitale sociale, la prima parte del lavoro si rivolge ad una serie di macro-obiettivi di tipo esplorativo, che consentono di osservare in quale modo il capitale sociale intervenga nei processi educativi nella scuola secondaria di secondo grado. Il capitale sociale viene studiato nelle sue diverse forme, in particolare nei suoi tre livelli: micro, meso e macro. Il capitale sociale micro si riferisce ai rapporti degli studenti con la famiglia, il capitale sociale meso viene inteso come relazioni tra pari e con l’istituzione scolastica di appartenenza, ed infine, il livello macro, viene indagato con riferimento alla fiducia interpersonale generalizzata e alla fiducia nelle istituzioni sociali. Tutta l’analisi approfondisce gli aspetti della fiducia e della cooperazione. Particolare attenzione è stata data alla valorizzazione della relazione sviluppatasi all’interno di tali istituzioni educative, entità residenziali ospitanti, aperte agli studenti (detti convittori) per tutto l’anno scolastico. Dentro a questi processi conoscitivi e formativi, si indaga ciò che per le nuove generazioni rappresenta il futuro nel panorama più ampio del capitale sociale, inteso come risorsa per la società nella sua globalità. A partire dalle ipotesi, la seconda parte dell’indagine, cerca di verificare tali dimensioni sociologiche. Vengono utilizzate forme metodologiche sia di tipo quantitativo sia di tipo qualitativo. La specifica istituzione educativa esprime contesti di vita comunitaria molto significativa. Partendo dalla realtà storica del periodo napoleonico, che ha originato queste istituzioni, si vuole far emergere quali furono i valori portanti alla nascita ed origine di queste istituzioni. Ciò è stato possibile attraverso l’analisi semiologica del Regio Decreto (non il testo del 1812 ma quello rivisto nel 1925) e delle regole fondanti, tramite l’analisi del loro testo, con il software Atlas.La medesima metodologia di analisi semiologica viene applicata ai testi provenienti da una serie di focus group e dalle interviste in profondità rivolte alle ragazze studentesse convittrici di oggi e le ex-convittrici della prima metà del secolo scorso. In questo modo si è messa a confronto la diversità generazionale, la diversa visione di genere, i valori della società, la fiducia nelle istituzioni, l’orientamento alla fiducia e alla cooperazione presente in convitto. Si è voluto scoprire la forma del capitale sociale e il suo sviluppo. Dentro a queste manifestazioni del capitale sociale emergono le sue diverse caratteristiche: bridging (proiettato verso relazioni esterne) e bonding (concentrato nelle relazioni interne), indagate attraverso un’analisi quantitativa. La fase quantitativa della ricerca è stata condotta somministrando un questionario ad un campione rappresentativo degli studenti di tutti gli educandati presenti sul territorio nazionale. In particolare il questionario è stato sottoposto alle studentesse, agli studenti, alle convittrici e ai convittori dal secondo anno di frequenza sino al quinto anno di liceo. Il confronto dei dati è avvenuto con un campione di controllo di una scuola pubblica nazionale. Il complesso sistema di raccolta dei dati ha necessitato l’elaborazione quantitativa attraverso il sistema software SpSs. La comparazione tra i dati rilevati con i dati emersi, sia del questionario sia dell’analisi testuale, fornisce risultati significativi e sociologicamente rilevanti.