Immagine:Opera di Paolo Amico.
L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità
da cui non dovremo mai togliere
il segnalibro della memoria.
(Primo Levi)
Bruxelles – Arte come forma di ricordo, d’interrogazione a se stessi, alla propria anima sul dolore più profondo e osceno: quello inflitto volontariamente da altri esser umani. Il segno della memoria è provocazione in senso etimologico, un chiamar fuori, a cui il curatore Ermanno Tedeschi, invita sette artisti italiani in occasione della Giornata della Memoria. La collettiva sarà allestita presso il Parlamento Europeo di Bruxelles dal 24 al 27 gennaio: “ho pensato ad una mostra d’arte che fosse implicitamente un racconto, una riflessione a forte impatto emozionale. Le opere pittoriche e scultoree interpretano, con tecniche e sensibilità diverse, momenti ed episodi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’umanità” sottolinea Tedeschi.
Paolo Amico, Nicola Bolaffi, Riccardo Cordero, Brigita Huemer Limentani, Barbara Nejrotti, Tobia Ravà e Max Tomasinelli esporranno le proprie opere in un luogo dal forte significato istituzionale, testimone e costruttore del più lungo periodo di pace tra i popoli del nostro continente; l’avamposto di un riscatto collettivo sempre fragile. Il Parlamento Europeo non a caso, quindi, come ribadisce l’On. Lara Comi, Europarlamentare e Vicepresidente del Gruppo del Partito Popolare Europeo che ha fortemente voluto l’iniziativa: “Sono trascorsi più di 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, ma spesso ancora oggi, con rammarico, assistiamo a crescenti atti di antisemitismo e di intolleranza che ci riportano indietro nel tempo come gli attentati di Parigi e Bruxelles. Per questo motivo ritengo che sia un dovere da parte delle Istituzioni Europee ricordare quanto accadde allora, continuando soprattutto a sensibilizzare le giovani generazioni affinchè il tempo che passa non cancelli il ricordo dell'immane violenza che colpì milioni di amici ebrei. L'arte, in particolare, è sicuramente un modo per porre l'attenzione su temi così importanti come quelli della libertà e dei diritti umani violati”
Un inseguirsi di suggestioni nei 20 lavori artistici: sculture e disegni che simboleggiano la durezza delle persecuzioni e l'intreccio dei pensieri secondo Riccardo Cordero, materiali diversi come le stratificazioni della memoria per Nicola Bolaffi, le impronte di delicatezza granitica sulle tele di Barbara Nejrotti, la pittura che interagisce con le pagine di vecchi libri nelle opere di Max Tomasinelli, le linee di Brigita Huemer Limentani trasformate in parole, i lavori di Tobia Ravà in dialogo con le proprie radici ebraiche le cui lettere e numeri compongono la profondità di un bosco o Paolo Amico che in punta di biro contrappone l’oscurità e la luce, simboli antitetici di sterminio e liberazione.
Opere, non documenti, perché “la memoria diventi un esercizio continuo, proiettato verso il futuro non solo una commemorazione. – continuaTedeschi – Misurarsi artisticamente con il tragico passato significa rinnovarlo in ogni generazione con una novità nel sentire, significa coltivare una crescita delle sensibilità e delle consapevolezze in modo non ripetitivo e autoreferenziale. Per questo accanto ad artisti affermati ho voluto anche degli studenti.”
Infatti un concorso promosso concorso la scuola ebraica di Milano porterà a Bruxelles le tre migliori creazioni dei propri alunni.
Biografia
Ermanno Tedeschi nasce a Torino nel 1961, si laurea in legge nel 1984. Le Sue esperienze professionali sono molteplici dalla finanza alla politica e all'arte.
L'arte è stata sempre una sua passione fino da ragazzo quando ha incominciato a frequentare studi di artisti, collezionisti, gallerie e musei in Italia ed all'estero. Tedeschi si è occupato di arte e cultura nel settore pubblico e museale prima come Vice- Presidente della Commissione Cultura del Comune Di Torino , come Presidente dell'associazione amici della Galleria D'Arte Moderna di Torino e dell'associazione Italiana Amici del Museo di Tel Aviv in Italia. Nel 2000 inaugura la prima galleria a Torino con Licia Mattioli attuale Vice Presidente di Confindustria e nel 2004 apre la Ermanno Tedeschi Gallery nella stessa città' ed in seguito espande la sua attività' di gallerista a Milano, Roma e Tel-Aviv. Tedeschi ha da sempre concentrato la sua attenzione sui giovani artisti e su alcuni Maestri protagonisti della storia moderna e contemporanea italiani e stranieri. Dal 2014 dopo un'esperienza più che ventennale come gallerista intraprende l’attività di curatore per importanti mostre in spazi pubblici e privati.
Attualmente è curatore dello spazio dedicato al segno e alla scrittura nell'arte moderna e contemporanea nell'Officina della Scrittura di Torino, è, da due anni, direttore artistico della Fondazione Meneghetti e di altri progetti in Italia ed all'estero. Tra le ultime mostre di cui è stato curatore si ricorda La Spiritualità nell'Arte nel Complesso di San Francesco a Cuneo, Ricordi Futuri al Museo Palazzo Mazzetti di Asti, la monografica di Antonio Meneghetti al Vittoriano a Roma e Our Trash di Francesca Leone alla Triennale di Milano.