”Fuocoammare” di Gianfranco Rosi corre per gli Oscar 2017 a Los Angeles

L'augurio del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

Lucca – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende esprimere profondo apprezzamento per il contributo alla causa dei Diritti umani offerto dal docufilm “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, Orso d’Oro alla 66ma edizione del Festival di Berlino, nel raccontare Lampedusa, l’isola italiana frontiera d’Europa, approdo di vita, speranza e morte di migranti ormai senza numero. Per la straordinaria rappresentazione del fenomeno della migrazione vista con gli occhi e il cuore degli isolani pieno di umanità, ha ricevuto la nomination più prestigiosa, quella dell'Academy per i premi Oscar.  Il coordinamento esprime l’augurio che alla cerimonia di stanotte a Los Angeles, Fuocoammare” di Rosi vinca la preziosa statuetta, simbolo del prestigioso riconoscimento cinematografico internazionale,  come miglior film documentario straniero.

Gli argomenti proposti dall’opera di Rosi mettono in risalto il dramma che si consuma quotidianamente nel Mar Mediterraneo. Oggi gli extracomunitari, con enormi sacrifici e stremati da un viaggio ai limiti dell’umana sopportazione, rischiano tutto per un pezzo di pane, per una vita migliore. Cercano proprio qui, da noi, un’occupazione, una tranquillità sociale, una possibilità di riscatto che altrove sono negate. Il dottor Pietro Bartolo, attore principale e medico di Lampedusa, trasmette una grande carica umana e rispetto della dignità altrui e induce a riflettere sull’orrore della “speranza negata”, frutto di un atteggiamento discriminatorio, che sta attecchendo sempre più nei cuori degli europei.

Un approccio emotivo più costruttivo e aperto permette di vivere in mezzo agli altri con serenità, cercando insieme le soluzioni migliori per affrontare anche la congiuntura economica sfavorevole. L’Europa non migliorerà economicamente, se priverà i suoi cittadini di un futuro multietnico e “multipotenziale”.

Si emigra per motivi diversi, ma in fondo sempre uguali: fame, persecuzione politica-religiosa o spirito d’intraprendenza. Nessuna di queste tre esigenze dovrebbe essere disattesa nel mondo.      

Auspichiamo, quindi, che il mondo raccontato da Rosi possa trovare cittadinanza e comprensione negli USA di Trump. “Wehavedream”.

 

Prof. Romano Pesavento

Pres.Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

 

 

 

Stampa Articolo Stampa Articolo